Chapter 13.2 - ⭒Another annoying awakening⭒

128 27 89
                                    

17 Marzo, 2966

Mi rigirai sospirando. Un altro sogno, anzi, un lontano ricordo. Niente più sospensioni, niente più battibecchi con Malcolm, niente serial killer che scivolavano tra le dita, niente di niente. Ecco la dura realtà.
E a proposito di duro...

Allungai i muscoli contratti e gemetti. Non ero sdraiata sul morbido materasso che avevo apprezzato nelle ultime sere. Mi faceva male ovunque, ma non sembrava avessi riportato danni importanti.
Quel giaciglio era scomodo, quello era... Il pavimento!

Spalancai gli occhi, orripilata.

Ricordai all'improvviso cosa fosse successo. Ero svenuta, di nuovo, in seguito al dolore alla testa che mi aveva travolta.
La preoccupazione si fece strada, scacciando con prontezza la nebbiolina del sonno che si attardava ad abbandonare il mio cervello.
Doveva esserci qualcosa che non andava, in me. Il Dottor Psicopatico poteva aver iniettato qualche sostanza a scoppio ritardato? Un po' come una cimice, ma anziché segnalargli la mia posizione mi rendeva una sofferenza star lontana da lui.

D'accordo, dovevo dare un freno alla mia fantasia, frutto del mio eccessivo amore per i libri. Questa vita, per quanto assurda e possibile trama di un romanzo che non avrei esitato a comprare, non era l'invenzione di qualche scrittrice creativa.

Era la realtà. La mia realtà.

Quindi, non restava che andare a farmi vedere da un dottore... Nae, escluso. Ho sempre odiato gli ospedali e in più, se avesse rilevato qualcosa di anomalo nei miei valori, qualcosa che indicasse non appartenessi a quest'epoca, chi mi assicurava che non avrebbero provato a rinchiudermi da qualche parte per usarmi come cavia sperimentale? Un futuro davvero roseo e felice!
Eh no. Passo.
Potevo continuare a far finta di nulla, giusto? Dopotutto, uno svenimento ogni tanto non era qualcosa di così preoccupante. Le protagoniste dei libri sulla reggenza ne avevano di continuo!
O erano quelle vittoriane?

Sussultai quando allungai un braccio per massaggiarmi l'uovo di gallina che si era formato sul retro della testa.
Ahi ahi ahi ahi! Perché i colpi alla testa facevano sempre tutto quel male?
Chissà quanto ero stata sdraiata qui, senza che nessuno venisse a cercarmi. Larimar non sembrava essersi preoccupato nel non vedermi, quindi non dovevano essere trascorse troppe ore.

Con estrema cautela mi alzai dal pavimento. L'equilibrio era stabile, la testa pulsava, ma non sembrava esserci nulla di anomalo. Forse un bel bagno avrebbe aiutato a distendere i muscoli irrigiditi... Aye, una scusa bella e buona per andare alle terme di casa.
Scelsi la vasca al piano superiore, quella più fresca, immaginando non fosse il caso di incoraggiare la vasodilatazione con l'acqua calda del Purgatorio. L'ambiente era umido e deserto, l'aria limpida non lasciava spazio a dubbi. C'ero solo io, quindi mi rilassai concedendomi una bella sguazzata, ma niente di impegnativo per evitare sforzi.

La vasca era ampia e profonda al punto che invitava a nuotare, e mi appuntai di tornarci in futuro per allenare i muscoli, così come avrei di certo fatto nella palestra di casa.
Tutto sommato, potevo anche abituarmi a vivere in quella reggia, tra piscine termali, palestre e... D'accordo, la cucina poteva migliorare, così come la compagnia, ma....

Persa nei miei pensieri, mi asciugai corpo e capelli col telo delle meraviglie e mi rivestii.
A proposito di cibo, stavo morendo di fame. E a ben vedere! Scoprii che era passato da poco l'orario in cui avrei pranzato, in più avevo perso la cena, la sera prima.
Avevo trascorso una ventina di ore stesa su quel pavimento!
Larimar era davvero un ragazzo premuroso, a preoccuparsi in quel modo per la sua ospite...
Non che la sua indifferenza mi sorprendesse.

Qualche tempo dopo, con ancora in mano un pezzo di formaggio, unica fonte proteica trovata, tornai nella mia camera con l'intenzione di fare qualche ricerca sulla Luna a cui sembrava appartenessi adesso .
Non ero certa mi piacesse questa nuova suddivisione in caste. Tuttavia, quando accesi il VirPad, o come si chiamava, una spinta impulsiva mi portò a scrivere il nome di mio fratello nella sezione della ricerca.

Progetto Triskelion ∴ Il RisveglioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora