Chapter 14.1 - ⭒The Princeps⭒

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La voce della donna urtava le mie povere orecchie anche da dietro la porta socchiusa. Aye, una di quelle voci dagli eccessivi acuti stridenti, che ti fanno rabbrividire come se qualcuno avesse appena grattato le unghie contro una lavagna. Avete capito cosa intendo, giusto? Era fastidiosa! For God's sake, già me la immaginavo col suo vestitino lezioso dalla profonda scollatura, mentre sventolava il seno procace, chirurgicamente riempito e perfezionato, sotto il naso impassibile di Larimar.

Ridacchiai sotto i baffi. Quel ragazzo non era il tipo che si faceva abbindolare da un paio di curve sode e voluminose.

—La mia amica Genetta è una fonte attendibile, Larimar, posso assicurartelo. Ma se hai qualche dubbio, potrei organizzare una cena e...—
—Larimar non ha tempo da perdere con le tue sciocchezze, Lynx. Risparmiacele, grazie—

Concordavo con questa nuova voce, chiunque fosse.

—Non siate scortese, Trifolium. Ho domandato io informazioni sulle preferenze dei Princeps degli altri Rioni—
—Ah, Larimar, sentire il suo interesse verso noi umili Princeps è sempre una lieta sorpresa. Al contrario dei suoi compagni Indaco, lei ha capito che il voto del piccolo è comparabile a quello di chi siede alle cariche più stimate, come Onice, Crisoprasio o persino il suo Illustre padre—

—Ho solo fatto le mie ricerche, Trifolium— si schernì Larimar con un'umiltà che non credevo possedesse. —Sono intenzionato a vincere queste elezioni, motivo per cui non trascurerò alcun dettaglio. Pertanto, tornando all'argomento di conversazione, ritengo possano esserci almeno dodici voti contrari tra i Princeps di Cautha, nove ad Arduinna e Andarta, quindici a Thetra, diciotto a Tamesis e ben ventisette a Orifiel—

Mi persi tra tutti quei numeri e nomi strani, finché non realizzai che stavano parlando delle loro città importanti, quelliche noi avremmo considerato i capoluoghi, e i numeri... Parlava di Princeps, immaginai.

—Un'altra persona direbbe che ha ben centoventi voti a suo favore sui duecentodieci possibili, mio cucciolotto. Sei così pessimista—

—Un'altra persona sarebbe oltremodo superficiale, Lynx—

Gongolai per quella stoccata.

Cucciolotto? Ma chi si credeva di essere questa?!
La svenevole dolcezza nel tono di quella Lynx era tale da farmi spuntare le carie a distanza.
Doveva avere la faccia da cavallo, sentenziai.

—Come pensate di far cambiare idea a tutti questi Princeps, Larimar? —
—Sono ancora indeciso sulla strategia migliore— o più probabilmente non voleva parlarne davanti all'ochetta Lynx. Io non l'avrei fatto.
—Secondo la mia amica Genetta, a Cautha molti stanno cambiando schieramento grazie all'intervento della tua... Alleata—

La dolcezza doveva aver cariato i denti anche alla povera Lynx, a giudicare dall'amarezza con cui aveva sibilato l'ultima parola.

—Me ne compiaccio. Corniola è una risorsa formidabile in questi casi—
—Posso esserlo anche io, cucciolotto. Conosco molti metodi per soddisfare le tue necessità, se solo...—

Disgustata dalle allusioni che quella donna priva di amor proprio stava sbrodolando, decisi fosse arrivato il momento di palesare la mia presenza.
Schiarendomi la gola, bussai con tutta l'educazione che riuscii a raccogliere sullo stipite della porta socchiusa.

—Entra, preziosa pepita. Stavamo concludendo —

Preziosa COSA?
Ero stata io a battere la testa sul pavimento o lui?
Forse la reazione a tutti quei "cucciolotto" che si era dovuto sorbire dalla smorfiosa.

Imposi al mio volto di restare impassibile nell'avvicinarmi alle tre persone nella stanza. Senza essere invitata, mi sistemai alle spalle di Larimar e restai lì, in piedi, gambe divaricate e mani sciolte sui fianchi, neanche fossi stata la sua guardia del corpo.

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