Chapter 5 - ⭒No choice⭒

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—Le ripeto che ho solo queste pietre per pagare— dissi, scostandomi da davanti agli occhi l'ennesima ciocca arruffata. Non volevano proprio saperne di starsene buone a cuccia!
—Non posso accettare una valuta simile, ma... Non è possibile che tu non possa pagare! Si tratta di crediti lavorativi! Sarebbe come dire che non hai mai lavorato in vita tua! — replicò per l'ennesima volta la brunetta davanti a me.

Bloody Hell, stavo davvero iniziando a non poterne più.
Non solo sembravo parlare un'altra lingua, ma il suo accento era così fastidioso! Ogni frase sembrava finire con un acuto, come un tono esclamativo portato all'eccesso. Stavo già iniziando ad avvertire un fastidioso dolore dietro agli occhi per tutti quegli urletti, tanto per aumentare la mia irritazione.
In preda alla frustrazione, sbottai—È possibile invece, se i tuoi conti sono stati congelati all'incirca novecentoquaranta anni fa perché ti credevano morta! —

—Quale sarebbe il problema —

Riconobbi subito quel tono altezzoso e gelido, per cui non mi girai per avere conferma di chi fosse stato a intromettersi. L'avevo visto entrare comportandosi con una baldanza da "Sono il Re del mondo" e avevo cercato di darmela a gambe, finendo il cibo che avevo nel piatto il più veloce possibile e sperando che, nel frattempo, non notasse la mia presenza.

Maledizione a me e all'acquolina che mi aveva spinto a entrare in quel posto! Ma soprattutto, maledizione alla cameriera e alla sua incapacità di accettare quel pagamento in nero!

Ormai era certo, avevo una sfortuna assurda! Possibile che l'uomo che avevo aggredito neanche un'ora prima avesse scelto di andare a pranzo fuori proprio quel giorno? E, tra tutti i ristoranti, proprio quello, poi! Ne avevo sorpassati almeno due, scegliendo di entrare nel terzo per un'ulteriore precauzione.

E invece eccolo lì! Fermo alle mie spalle. E potevo avvertire il calore che emanava dal suo corpo riverberarsi sulla mia pelle.

Repressi un brivido. Ehi, non stavo con un uomo da un periodo plurisecolare, quindi fatemi causa per le reazioni incontrollate del mio corpo, se proprio volete, ma non potevo farci nulla!
D'altronde, quel tipo era affascinante, a suo modo... Certo, se ti entusiasmava portarti a letto un ghiacciolo.
Personalmente, preferivo gli uomini feroci e focosi che lavoravano nel mio ambiente. Rudi, con la giacca in pelle e motociclette invidiabili e gli immancabili occhiali da sole a specchio, è ovvio.
Quelli alla Top Gun, per intenderci.
Lì dietro invece avevo un altro genere di protagonista di film da scuotimento ormonale: l'iceberg che affondò il Titanic reincarnato nel sosia del duemilanovecento della versione allampanata di Brad Pitt.

—La signorina si ostina a dire di non poter pagare. Non avvicina la retina al rilevatore—

—Oh for God's sake! — esclamai in preda all'irritazione. —Io non mi ostino a non fare nulla! Quel rilevatore di quello-che-è non funzionerà su di me. Guardi, faccia quello che deve e vedrà che ho ragione! —
All'improvviso mi sentii come una bambina di cinque anni circondata da adulti che le ripetevano non fosse abbastanza grande per capire i loro discorsi. Peccato che in quel contesto a non capire fossero loro.

—Come ti chiami, ragazza? —
A quella domanda così autorevole mi fu impossibile non rispondere. Sentii l'impulso di obbedire, neanche si fosse trattato di una domanda diretta del mio comandante.

—Amneris d'Ambray, sig...— riuscii a tapparmi il becco prima di dire "signore", e mi girai per rivolgere un'occhiataccia al biondo alle mie spalle.
Per quanto strano fosse, nel momento in cui l'avevo visto entrare, avevo provato un certo sollievo. Non che pensassi di avergli fatto male col diretto alla sua mandibola. Anche se avessi avuto ancora la mia massima forza, sapevo che un pugno simile non l'avrebbe danneggiato in modo grave. Beh, certo, aveva poi sbattuto la testa e quello poteva essere pericoloso, ma vedendolo entrare con quel passo regale e aggraziato, la prima cosa che avevo provato era stato l'irresistibile impulso di andare a scusarmi per il mio gesto sconsiderato.

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