Chapter 14.2 - ⭒An interesting ritual⭒

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Passò qualche secondo dopo la bomba che avevo sganciato. La mia intenzione era stata quella di zittirlo e, beh, in un certo senso ci ero riuscita.
Sembrava sconvolto.

Aye, d'accordo, lievemente scosso, ma era comunque una reazione esagerata per Larimar.

—Non...— deglutì. —Non ritengo sia inerente all'argomento di conversazione—
Ero esterrefatta. Davvero aveva balbettato?
—Inoltre, solo una Inquinante potrebbe associare un atto violento a un bacio. Nondimeno, stiamo divagando. Hai la capacità di concentrazione di uno scoiattolo sotto zuccheri—

Ridacchiai. Ecco tornato il nostro rigido Principe Ghiacciolo. —Non so cosa mangino i vostri scoiattoli, ma è carino come paragone. In effetti, anche mio fratello mi definiva uno scoiattolo, ma per un altro motivo. Quando abitavamo insieme, nascondevo sempre le merendine migliori e lui diceva fossi come uno scoiattolo che fa provviste. Era uno stronzetto, ma lo adoravo. Anche perché era incapace di trovare i miei nascondigli—

—Avevi un fratello — Larimar aggrottò la fronte, inclinando appena la testa per studiarmi. —Quale sarebbe il suo nome e non comprendo come mai non sia qui con te —

—Beh, perché è morto nel suo secolo, ovviamente— il mio tono aveva tutta la gioia che avresti potuto avvertire durante un funerale.
—Non si è sottoposto al tuo stesso trattamento? —

Fu il mio turno di guardarlo con un sopracciglio sollevato.

—Ho bisogno di sapere quale sia il suo nome, Amneris. Magari è chiuso nella residenza di un altro Verde, in attesa di subire ciò che sarebbe dovuto succedere anche a te, e non lo sai—

Rimasi in silenzio, riflettendo.
—Sembri interessato in modo genuino al benessere di mio fratello, Larimar... Sono, beh, aye, sono piacevolmente sorpresa—

—Al contrario, io sono deluso da come non ti interessino le sorti di colui che definisci un tuo consanguineo— cercò di manipolarmi con maestria.
Sbuffai. —Come siamo melodrammatici. D'accordo, il suo nome era Ruadh. Nel VirPad che mi hai prestato non ho trovato informazioni sulla sua morte, ma solo perché non ho voluto cercarla. Dubito si sarebbe volontariamente condannato a una vita in un mondo straniero, secoli dopo la morte di chiunque conoscesse, solo per poter salutare la sorellina scomparsa decenni prima—

—Ruadh, hai detto? — potevo vedere le rotelline girare al di là di quel suo sguardo imperscrutabile.
Aye. Roy, per gli amici. È nato qualche mese dopo la morte di mio padre e così mia madre gli diede un nome scozzese. Ha avuto fortuna. Anche se non molto usato, almeno era più normale del mio nome—
—Rosso...— mormorò, con mia grande sorpresa.

—Da quando parli il gaelico? —

—Alcuni dei nostri nomi sono in lontane lingue Inquinanti, come Hortensia anziché ortensia o Lynx per lince. Tuo fratello potrebbe essere un ricordo reale. Forse è un Verde, dovrei chiedere a Melange se...—

Wait, wait, wait, di cosa vai blaterando? —

L'occhiata gelida che mi scoccò mi fece quasi rabbrividire.
—Io non blatero—

—Ohhh, scusa, ma stavi decisamente parlando a sproposito, Larimar. Mio fratello non è di questo secolo. Aye, era uno scienziato impiegato in ambito medico, quindi forse rientrerebbe nei Verdi, ma...—
—Riportami altri tuoi ricordi— ordinò.
Sbuffai, ma gliela diedi vinta e iniziai a parlare. —Mia madre si chiamava Aida, mio padre Niall. Ma non è importante, Larimar, sul serio. Sono morti—

—Non sono nomi moderni. Dimmi qualcos'altro. Che professione svolgevano? —
—Mia madre sarebbe considerata una Verde. Mio padre era... Emh... Non ne ho idea—
—Non sai cosa facesse tuo padre? — il disprezzo fu così marcato che mi lasciò ammutolita per qualche secondo. Poi, ritrovando le parole, esclamai —Certo che lo so! Era un agente speciale dell'MI13 sotto copertura, proprio come me. Non so dove inserirlo nella tua società! —

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