3. I'm not a good boy

6.2K 229 9
                                    

Ero sdraiata sul letto della mia camera a fissare come sempre il soffitto.
Dopo quella "dichiarazione", Mark era uscito dal bagno infuriato e non si era più fatto vedere. Era stato davvero strano. Il suo comportamento peggiorava sempre di più. Un secondo prima era tutto dolce e carino, poi di un tratto diventava agressivo e prepotente. Era bipolare forte.
Cercai di non pensare a lui e presi il telefono per chiamare Jessie.
Mi rispose subito.
《Kate!》
《Hei, vieni da me per il film che non ci siamo viste?》chiesi.
《Arrivo come un razzo!》chiuse subito la chiamata, facendomi ridere.
Dopo pochi minuti suonò alla porta. Abitava sulla mia stessa strada e ci metteva poco per arrivare.
Andai ad aprirgli e mi piombò addosso.
《Ho portato qualche film da paura.》cominciò a prendere un sacco di CD dalla borsa.
《Va benissimo. Sono spaventosi?》
《Super spaventosi!》gridò.
Ridemmo insieme e andammo nella mia camera.
Ci mettemmo come ai vecchi tempi sul mio letto, sotto le coperte con davanti il pc, mangiando tutte le schifezze possibili.
Durante il film apparve una scena piuttosto orrenda ed io e Jessie urlammo dallo spavento.
In quel momento entrò all'improvviso mio fratello. Aveva una faccia spaventata e il respiro affannoso.
《State bene?》chiese con l'affanno.
《Smettila di preoccuparti per qualsiasi cosa Jack.》sbuffai.
《Già. Questa è una serata di film horror. Vai via!》Jessie gli tirò un cuscino, ma lui si abbassò in tempo.
《Ohw, scusate. La prossima volta che urlate vi prendo il pc.》disse ridandomi il cuscino.
《So che non lo faresti.》
《Vuoi scommttere?》mise le braccia incrociate piegando la testa di lato.
《Vai viaaa!》urlai tirandogli due cuscini. Cominciò a ridere, così come Jessie. Alla fine uscii, lasciandoci in pace a guardare il nostro film.
Mamma era a casa e Jessie rimase a cenare da noi.
Finimmo di guardare il film, prendendo in giro gli attori come facevamo sempre. Dopo un po' decise che era tardi e dovette andare a casa.
La accompagnò mio fratello, visto che non voleva farmi uscire, soprattutto di notte.
Andai a farmi una doccia veloce e andai a dormire.

* * *

Prima ora di lezione avevo storia. Una noia assurda, calcolando il fatto che avevo sempre odiato la storia, fin da quando ero nata. Anche la professoressa era noiosa e aveva una voce che ti faceva addormentare.
Mark, a quanto pare, era assente, quindi non dovevo preoccuparmi di lui. Dopo le fatiche ore di lezione finalmente potevo andare in mensa per poter riempire il mio povero stomaco affamato.
Jessie mi disse che doveva parlare di una cosa insieme ad un prof, così l'aspettai al tavolo.
Mio fratello, come al solito era vicino a me, mentre Adam e Michael sedevano di fronte a me.
Cominciai a parlare insieme a loro su cose di scuola o della squadra di calcio, della quale faceva parte Jack.
Ad un tratto mi vibrò il cellulare. Era un messaggio.

-Da anonimo:

"Che ne dici di darmi un'altra possibilità, bambolina?"

Era lo stesso numero che mi aveva mandato quel messaggio dell'altra sera. Era Mark.
Decisi di rispondergli.

-Ad anonimo:

"No. Scordatelo Mark. Scordati di me."

Posai il cellulare sul tavolo cercando di mangiare, ma vibrò di nuovo.

-Da anonimo:

"Che peccato, Jessie sta dicendo la stessa cosa."

Pensai fisse uno scherzo. Di solito amava farli. Gli chiesi cosa intendeva e mi arrivò subito una risposta.

-Da anonimo:

"Posso solo dirti che Jessie non è più a scuola. Incontriamoci al nostro posto o alla tua cara amichetta succederà qualcosa di brutto. E vieni da sola, non ti azzardare a portare tuo fratello o la polizia, altrimenti non ci penserò a fargli saltare la testa."

Non potevo credere a quello che lessi.
Mio fratello si girò verso di me.
《Con chi stai parlando?》
Cercai di non sembrare spaventata e inventai qualcosa. Levai il telefono.
《Con Jessie. Devo andare da lei. Ci vediamo dopo.》
Mi alzai velocemente da tavolo e uscii dalla mensa, senza lasciare il tempo a Jack di rispondere.
Sentivo le lacrime agli occhi.
Non potevo lasciar fare del male a Jessie, a mia sorella.
Dovevo andare a quel dannato posto, una vecchia casa distrutta e abbandonata, dove spesso io e Mark andavamo lì per stare insieme.
Cominciai a correre per il corridoio, fino a quando mi scontrai con qualcuno.
《Hei, stai attenta!》
Mi girai sentendo quella voce.
《Justin.》dissi in un singhiozzo.
Non me n'ero neanche accorta di piangere. Sapevo cosa era capace di fare Mark e mi spaventava molto.
《Ma tu piangi sempre?》
Alzò un sopracciglio, guardandomi confuso.
《Ti prego aiutami.》
Ero davvero disperata. Non mi importava se ci aveva provato con me e mi aveva toccata, avevo disperatamente bisogno di qualcuno.
Avevo troppa paura di Mark.
Sperai con tutto il mio cuore che lui accettasse.
《Hei hei respira, cos'è successo?》mi prese le mani.
《Jessie... lei... é stata...》
Non potevo neanche parlare, stavo sentendo l'aria mancarmi dai polmoni, le mani mi formicolavano e il cuore minacciava di uscirmi dal petto.
《Prendi un bel respiro.》inspirò facendomi capire di imitarlo.
Presi un bel respiro chiudendo gli occhi e mi calmai.
《Jessie, la mia migliore amica, è stata rapita da uno psicopatico. Ha detto di andarci da sola, altrimenti la uccide. Non so che fare, ho paura...》
Lui mi ascoltò e sembrò capire. Non era spaventato o sorpreso quando gli dissi che Mark poteva uccidere Jessie.
Cominciai a piangere più forte e lui mi abbracciò. Rimasi completamente sorpresa da quel gesto, ma non mi mossi.
Era più alto di me ed io mi sentivo così piccola, ma protetta.
Mi sentivo al sicuro, fra le sue calde braccia. Era un momento bellissimo.
Non ricevevo abbracci così da molto tempo, tranne quelli di mio fratello.
Sprofondai il viso nel suo muscoloso petto. Aveva un bel profumo...
《Come si chiama?》
《Mark》mormorai.
Sentii il suo corpo irrigidirsi.
Mi staccai dall'abbraccio e lo guardai.
《Cognome?》chiese.
《Collins.》
Chiuse fortemente gli occhi e indurì la mascella.
《Lo conosci?》chiesi stupita.
《Si lo conosco.》annuì.
《Ma come? Sei..》
《Dimmi dove cavolo si trova.》disse bruscamente.
Tirai un sospiro di sollievo. Mi avrebbe aiutata, ma non lo faceva per me. Conosceva Mark e da come aveva reagito, pensai che non fosse buon amico con lui.
《È una vecchia casa, non molto lontana da qui...》gesticolai.
《Va bene, andiamo con la mia macchina.》disse e uscimmo da scuola. Avrei saltato le ore, non mi importava di quello che avrebbe detto mia madre o mio fratello, non volevo che succedesse qualcosa a Jessie.
Lei era tutto per me, era come una sorella e non avrei permesso a Mark di fargli qualcosa.
Lei non c'entrava niente. La cosa riguardava solo me e Mark.
E in quel momento avevo paura che c'entrasse anche Justin.
Entrammo in macchina e gli spiegai dove si trovava il luogo.
Ancora non capivo come facesse a conoscere Mark.
《Come fai a conoscerlo?》chiesi di punto in bianco.
《Storia lunga.》
Continuava a guardare la strada. Dio mio, mi trovavo in una ferrari con un ragazzo bellissimo, che non conoscevo neanche. Come potevo fidarmi di lui?
Scivolai con lo sguardo sulla sua mascella contratta, fino al collo fottutamente sexy e le braccia scoperte. I muscoli tesi...
《So di essere bello, piccola. Ma così mi consumi.》rise, girandosi verso di me per un secondo.
Arrossì violentemente e mi girai di scatto, guardando fuori dal finestrino.
Il paesaggio era un misto di colori che passavano velocemente davanti ai miei occhi, data la velocità con la quale guidava. Ma non avevo paura. Mi era sempre piaciuta un po' di adrenalina.
《Si può sapere perché Mark avrebbe dovuto rapire la tua amica?》chiese poco dopo.
《Per arrivare da me. Sa quanto tengo a lei.》abbassai la testa.
《E perché vuole arrivare da te?》
Rimasi in silenzio. Non volevo affatto parlare con lui di quel argomento.
《Stavamo insieme.》risposi semplicemente dopo un po'.
《Ho sentito parlare che ha dei problemi psicologici.》
Lo guardai chiedendomi da dove lo sapesse. Ma decisi di non chiederglielo.
《Non immagini.》
《Ti ha mai fatto qualcosa?》
La domanda era: cosa NON mi aveva fatto?
《Siamo arrivati.》dissi cambiando argomento. Uscii velocemente dalla macchina. Non ci andavo in quella casa da tempo. Non era cambiata affatto. Era sempre uguale.
Eravamo fuori città, vicino ad un bosco. La casa era fatta di legno, alcuni parti erano bruciate, a causa di un incendio. Entrammo dentro e l'odore di carbone ci pervase le narici.
All'entrata c'era un lungo corridoio che portava alle scale che conducevano fino al piano di sopra.
Era tutto vuoto, tranne che alcuni pezzi di muro crollati a terra e un sacco di ragnatele.
《Mark?》mi tremava la voce.
《Ti avevo detto di venire da sola.》
Una voce mi fece sobbalzare. Non sapevo da dove venisse.
Salimmo di sopra e ci trovammo in un ampio corridoio.
Al centro della sala vuota Jessie sedeva legata su una sedia e con un nastro adesivo alla bocca. Appena feci due passi verso di lei, qualcuno mi bloccò prendendomi per i fianchi.
《Non ascolti mai vero?》era Mark.
Cominciai ad urlare e a scalciare, ma non mi lasciava.
Vidi Justin tenuto da due uomini, mentre cercava anche lui di dimenarsi. Ero fottuta...
《Sei venuta insieme a questo coglione? Lo sapevo che avevi trovato qualcun'altro...》ringhiò.
Strinse ancora di più il mio bacino, facendomi urlare dal dolore.
《Lascia Jessie in pace. Lei non c'entra niente.》dissi, cercando di levare le sue mani dai miei fianchi.
《Tu esci con me ed io la lascio libera.》disse.
Ma ancora insisteva?
《Mark smettila!》intervenne Justin.
《Tu taci!》urlò Mark, facendoni sobbalzare.
《La stai spaventando, smettila.》
《Tu devi stare zitto. E non permetterti mai più di stare con lei.》disse con più calma.
Justin si mise a ridere.
《E chi saresti tu per decidere con chi può o non può stare?》
《Sono l'uomo che ama.》disse a pochi millimetri dalla mia guancia.
《IO NON TI AMO!》urlai con tutta la forza dei polmoni. Mi faceva terribilmente schifo, non lo sopportavo. Volevo indietro la mia vita. Desideravo non averlo mai conosciuto. Una rabbia mi si scatenò dentro facendomi infuriare a morte.
Mi sbattè al muro, facendomi scappare un gemitio dal dolore.
《Ripetilo se hai coraggio.》si avvicinò pericolosamente.
Sembrava un toro ed io il mantello rosso. I suoi occhi marroni divennero di un colore scuro, quasi nero.
Sentii da parte di Jessie degli urli soffocati, mentre Justin riuscì a liberarsi di un uomo sbattendolo a terra. L'altro stava per attaccarlo, ma gli diede un calcio nella pancia, a mo' di karate, mettendolo k.o.
Mark si girò verso di lui.
《Sul serio. Lasciala in pace.》disse Justin con più calma che poté.
《Bieber non mi metti paura.》
《Devi ancora pagare un sacco di cose, stronzo.》sbottò.
Pagare? Cosa doveva pagargli?
Mark ridacchiò.
《Sono in crisi adesso, mi spiace.》
《Non potete mettervi contro di noi. Mark, finirai male.》
Loro chi?! Non ci stavo capendo niente.
《Mi volete spiegare di cosa state parlando?》chiesi, ma ovviamente mi ignorarono.
《Faresti meglio a pagare, prima che ti facciamo fuori.》lo minacciò Justin camminando verso di lui.
《Ma non farmi ridere Bieber.》
Farlo fuori? Ma cosa diavolo...?
Justin gli diede un puno in piena faccia, facendolo barcollare.
Mark si massaggiò la mascella guardando Justin con un ghigno in faccia, ma era evidentemente incazzato. Fece per tirargli un pugno, ma Justin prese la sua mano, dandogli una ginocchiata nella pancia. Poi cominciò a prenderlo a pugni.
Io scivolai sul muro sul quale ero appoggiata, sedendomi a terra, e cominciai a piangere. Ero troppo terorrizzata per poter far qualcosa.
Gli uomini svenuti a terra, si svegliarono e si rialzarono prendendo Justin e facendolo inginocchiare.
《Hai fortuna che non sei da solo, altrimenti ti avrei già ucciso.》disse Jusin.
Mi portai una mano alla bocca. Lui? Uccidere?
《Colpa tua che sei venuto da solo. Dove sono i tuoi amichetti?》rise Mark. Ad un tratto si sentirono dei rumori al piano di sotto.
Justin sorrise.
《Sono proprio qui.》
Dalle scali apparve un ragazzo abbastanza alto, con i capelli corti, ricci e biondi. Era il ragazzo con il quale stava sulla sua macchina ogni mattina davanti scuola. E aveva una pistola in mano!
Sparò ad una una gamba di uno dei due uomini, ed io urlai presa dal panico.
Justin prese un coltello dalla sua scarpa e lo infisse nel ginocchio dell'altro. Dopo il ragazzo riccio, apparve anche un altro dai capelli neri, anche lui con la pistola in mano.
Entrambi presero Mark, bloccandogli le mani dietro la schiena.
Io intanto corsi da Jessie, levandogli il nastro dalla bocca e slegandola.
《Cos'hai da dire ora, Collins?》Justin si avvicinò a Mark, con il coltello in mano e con un ghigno stampato in faccia. Faceva davvero paura.
《Pezza di merda!》urlò Mark nella mia direzione. Io cominciai a tremare ancora più forte. Le mie guance erano bagnate dalle lacrime. Respiravo affannosamente, ma non entrava aria nei polmoni. Stavo avendo un attacco di panico.
《No no, Kate! Respira! Guardami e respira!》sentivo Jessie urlare, ma la sua voce sembrava diminuire. Tutto intorno a me cominciò a girare.
Caddi in ginocchio, cercando disperatamente di prendere aria, ma non ci riuscivo. Caddi su un fianco.
Vidi Justin correre da me. Mi disse qualcosa, ma non sentii niente.
Poi buio...

* * *

Sbattei più volte le palpebre per abituarmi alla forte luce.
Ero in una stanza completamente bianca, sdraiata su un lettino.
Ero in ospedale.
Sentivo ancora un senso di nausea e la testa pulsava leggermente.
Jessie era accanto a me, e appena mi vide corse verso la porta.
Uscii di fuori e chiamò mia madre.
《Ana, si è svegliata!》
Poco dopo venne anche mia madre, ero nell'ospedale dove lavorava.
《Kate, santo cielo, mi sono spaventata.》esclamò tenendosi una mano al petto.
《Cos'è successo?》chiesi alzandomi sui gomiti, cercando di mettermi seduta.
《Hai avuto un attacco di panico. È strano, non ti veniva da tempo un attacco.》mi disse Jessie.
Mia madre mi accarezzò la testa.
La porta si spalancò, andando a sbattare contro il muro.
Guardai oltre la spalla di mia madre. Era Jack.
《Katy! Cosa diavolo è successo?》
Corse verso di me.
《Sto bene.》mentii.
Non sapevo cosa diavolo era successo a Justin, Mark e gli altri.
Stavano bene?
Mamma venne chiamata da un altro dottore.
《Devo svolgere delle faccende. Ti voglio bene piccola.》mi diede un bacio sulla fronte ed uscii.
《Sei scappata dalla mensa senza dire niente e ora ti ritrovo in ospedale? Dove cavolo sei andata?》Jack cominciò ad alzare la voce, mentre la mia testa scoppiava.
《Mark...》sussurrai.
《Lo sapevo! Figlio di puttana!》si portò le mani alla nuca.
《Stai bene? Cosa ti ha fatto?》si avvicinò a me, prendendomi la mano.
《Sto bene, ho solo avuto un attacco di panico.》gli sorrisi, cercando di non farlo preoccupare.
《Cos'è successo?》guardò prima me, poi Jessie.
Stavo per rispondere, quando la porta si aprì di nuovo. Vidi un ciuffo biondo sbucare da dietro la porta.
《Ehm.. posso?》disse Justin stando dietro la porta e guardando me e poi mio fratello.
《Certo!》Jessie saltò in aria, trascinando con se mio fratello fuori dalla stanza.
Jack protestò, borbottando qualcosa, ma alla fine si arrese.
《Dopo farai meglio a raccontarmi tutto.》mi disse prima di uscire e lanciare un'occhiata a Justin.
Quest'ultimo si grattò la nuca e mi guardò piuttosto imbarazzato.
《Mi dispiace quello che hai visto prima.》gesticolò con le mani.
《Non mi interessa.》sbottai guardando davanti a me.
《Non volevo spaventarti. Non volevo neanche che scoprissi che quello, beh... è il mio lavoro, diciamo.》
Si mise seduto su una sedia accanto a me. Cercai di stare calma, non potevo credere a quello che stavo sentendo.
《Mi dispiace davvero. Non sapevo che fossi una persona cosi...》
《Cosi come?》lo incitai a parlare.
《Così... spaventata.》alzò lo sguardo su di me. Ed io incontrai quei bellissimi occhi, dei quali mi incantavo ogni volta.
《Spaventata? Scusa tanto se non sono abituata a vedere dei ragazzi con delle pistole in mano tutti i giorni.》
Incredibile! Quale essere umano non si sarebbe spaventato vedendo una scena del genere?
《Non dovremo più vederci. È pericoloso. Soprattutto per te.》disse guardandosi le mani.
Però, pur quanto mi avesse spaventata, mi sentivo attratta da lui.
《In un certo senso, mi hai salvata.》dissi con voce bassissima.
Lui scosse la testa.
《Non importa. Vicino a me non sarai al sicuro.》
《Justin...》iniziai, ma mi interruppe.
《Kate, io non sono un bravo ragazzo.》

Love is Impossible || JB [REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora