Non ho mai pensato che sarebbe finito così. Non ho mai pensato che l'avrei persa in quel modo.
Le persone sanno solo quello che vedono, dicono solo quello che i loro occhi credono di vedere.
Le gente crede solo che la sua anima è perduta, che dovrà riposare in pace. Dicono che è semplicemente successo, come ad ogni persona può capitare.
Io continuo a rifiutare di crederci.
Io non ci credo. Non voglio crederci.
Loro non sanno cos'è successo e mai lo sapranno. E forse neanche io non lo saprò mai, perché non capisco cosa diavolo sia successo.
Il vento batte leggero contro la mia guancia bagnata e fredda, facendomi venire i brividi. Con la vista appannata passo il dito su quell'incisione nella pietra, sentendola ruvida sotto i miei polpastrelli. Il dolore è troppo immenso e troppo grande da sopportare. È troppo difficile.
Non riesco neanche a respirare.
Come farò a vivere senza lei, la mia aria? Era tutta la mia vita, che adesso però è frantumata.
Eravamo così distanti a volte, eppure ci amavamo più di qualsiasi cosa.
Loro non potrebbero mai capire quello che mi lega a lei, a Katerine Jonson. Non ho mai provato nemmeno a spiegare i miei sentimenti per lei, non avrebbe capito nessuno. La nostra non è mai stata una di quelle storie per cui ad una sola occhiata si riesce a capire tutto.
Per questo non ho mai creduto che loro sapessero. A dire la verità non lo so nemmeno io.
So solo che avevo appena parcheggiato la macchina davanti alla nuova scuola, senza aver dormito un paio d'ore la sera prima. Ero uscito dalla macchina con Chirs accanto, mi ero poggiato sul muretto con una sigaretta tra le labbra e i pensieri altrove. Quella volta non sapevo perché fossi lì, quale fosse il mio scopo e perché andavo avanti così.
Poi ad un tratto i suoi occhi mi avevano catturato in pieno. Ricordo ancora la sua espressione quando la vidi. I suoi occhi color cielo erano leggermente dilatati, mi fissavano come se mi conoscessero da una vita. Era una ragazzina, un anno più piccola di me. Ma ricordo che già un anno fa, io la volevo.
Ricordo perfettamente il momento in cui quasi mi sentii affogare nei suoi occhi. Azzurri, all'apparenza. Ma io non ci ho mai creduto. Non ho mai creduto di poter conoscere una persona da quello che vedevano i miei occhi. Quasi grigi intorno alla pupilla, per poi sfumare nel celeste chiaro e diventare blu scuro ai bordi dell'iride.
Ricordo che la vidi sorridere appena mentre si girava verso la sua amica, e che senza volerlo un sorriso comparve anche sul mio volto. Ricordo la gomitata che mi diede Chris nella costola, quando vide che stavo fissando quella meravigliosa ragazza dai capelli ondulati e biondi come il sole e quegli occhi talmente indefiniti da averne quasi paura.
Ricordo la prima volta che la sentii parlare, e pensai che avesse la voce di un angelo.
E le movenze di un angelo, la prima volta che la vidi camminare.
Penso di averla amata dalla prima volta che la sbattei al muro del bagno.
Ero stato un coglione quella volta. Sentii come un brivido, brivido che non faceva che ripetersi ogni volta che ci sfioravamo. La sensazione più strana che abbia mai provato in tutta la mia vita.
Non avrei mai dimenticato la sua espressione. Aveva paura di me ed io ancora mi maledico per aver iniziato così con lei. Avrei voluto che tra noi fosse iniziato tutto con più calma. Avrei voluto dare il mio meglio, sempre, anziché cadere nell'oblio e tirarla giù con me. Avrei voluto prendermi cura del suo cuore meglio di qualsiasi altra cosa. Più di quanto tenessi a me stesso. Avrei dovuto mettere lei al primo posto, sempre.
Ho pensato di essere sbagliato, che il nostro amore fosse sbagliato.
Non ero riuscito a salvarla, però.
Era fra le mie braccia quando il suo respiro cessò e quei occhi meravigliosi si spensero. La luce di quei occhi che mi dava la forza di andare avanti si spense insieme al mio cuore. È un'immagine che non se ne andrà mai dalla mia mente, per quanto io provi a cacciarla. E avevo promesso di essere protettivo con lei, di amarla sempre, fino alla morte.
Continuo a guardare il suo cognome inciso in questa dannate pietra, cercando di convincere me stesso che è solo un incubo. Peccato che non mi sveglierò mai. Questo è un incubo rinchiuso nella realtà, dal quale non potrò mai uscirne fuori.
Mi ricordo di quando ho fatto l'amore per la prima volta nella mia vita con lei. Si era addormentata fra le mie braccia e, sapendo che aveva dato la sua purezza proprio a me, pensai che doveva amarmi sul serio.
Non credo di aver amato una ragazza come lei, in realtà non ho mai capito cosa volesse significare il vero amore. Fino a quando non arrivò lei e me lo insegnò. La guardavo dormire sul mio petto e mi chiedevo come una cosa talmente piccola, indifesa e dolce potesse capitare proprio a me.
Mi chiedevo come il destino mi aveva dato proprio lei.
E non riuscivo a rispondere ai miei dubbi che avevo ogni notte e giorno.
Mi ero totalmente cambiato grazie a lei, ero tutta un'altra persona.
La sua presenza e il pensiero di averla accanto mi rendeva il ragazzo più felice al mondo.
Non ho mai pensato che loro sapessero la verità. Dicono quello che vedono. Non penso che sappiano, come potrebbero sapere? Nessuno mi conosce veramente, non come mi conosceva lei. Io conoscevo qualsiasi cosa le piaceva, ogni suo sguardo, ogni suo cambiamento d'umore...
Strappo i fili d'erba che sono ai miei piedi e in questo momento mi viene la voglia di urlare.
Urlare tutto il dolore che sto tenendo dentro la mia anima. Vorrei urlare anche tutto il dolore che lei ha dovuto subire. Lei adesso ha smesso di soffrire, non sente più nessun dolore.
Ma ha triplicato il mio e, se potessi, strapperei il mio cuore dal petto solo per darglielo per farla tornare in vita. Il dolore è così grande e profondo che scriverei un libro.
Ma nessuno capirebbe.
Nessuno tranne me e Kate può capire, nessuno sa ciò che abbiamo passato in questi lunghi mesi.
Lei non è solo Katerine Jonson. Non è solamente quella ragazza che andava bene a scuola, usciva con gli amici e si comportava da una normale ragazza di 17 anni.
Questo è quello che pensa la gente.
Se solo vedessero le cose dal mio punto di vista...
Lei è la ragazza che ha salvato una vita umana. Che ha salvato me.
Che ha avuto coraggio ad affrontare la cosa più pericolosa al mondo e che si è sacrificata per amore.
Come potrei mai ringraziarla?
In questo momento vorrei solo sotterrare, essere lì sotto con lei.
Alzo lo sguardo verso il cielo sopra di me, azzurro come gli occhi di Kate e la cosa mi rattrista ancora di più.
Credo di dovere tutto a lei, perché è vero. Le devo tutto. Sono quello che sono adesso anche grazie a lei, grazie agli errori che abbiamo fatto insieme, grazie all'amore che abbiamo provato l'uno per l'altra.
E per quanto io abbia fatto un casino, lei mi ha sempre amato, mi ha sempre dato il suo meglio.
Kate è sempre stata con me, qualsiasi casino combinassi, qualsiasi cosa facessi. Ha cercato di tirarmi via dala gang, dalle armi. Non ci è riuscito nessuno, nemmeno l'amore della mia vita. Qualsiasi cosa succedesse, lei c'era. Finché non è stato rovinato tutto...
Mi sono chiesto un milione di volte una cosa: cosa ho fatto per meritare Kate? Cosa ho fatto per meritare una meraviglia come lei? Lei mi ha cambiato la vita dal momento in cui i nostri sguardi si sono incrociati.
Ha cambiato la mia vita con uno sguardo, un sorriso, un bacio.
Ha cambiato la vita di un ragazzo della Stratford, un ragazzo che non aveva idea di cosa volesse dire ammazzarsi per qualcuno.
La prima volta che ho guardato i suoi occhi, la prima volta che l'ho baciata, che abbiamo fatto l'amore e che ho visto le sue palpebre abbassarsi...
È sempre stata la mia unica felicità, qualsiasi cosa facesse, anche se ero incazzato, sapeva strapparmi un sorriso. E l'amavo così tanto...
Come adesso.
Per me rimane sempre e solo Kate.
La mia Kate.
È passato un mese dall'accaduto e molti continuato a parlare di lei, non capendo che così non risolvono niente. Parlano anche di me, di noi e di come ci siamo amati.
Ma sul serio loro sanno qualcosa?
No, non sanno niente e mai lo sapranno.
Tutto l'amore che ho dato e che ho ricevuto sono scavati nell'amina più profonda e non usciranno mai fuori.
Il suo viso, il suo sorriso, quei occhi fottutamente perfetti...
Semplicemente lei.
Come si può scordare una ragazza così? Non potrò scordarla neanche se mi uccidessero.
Mi sono sentito una pura merda quella volta, nell'edificio in cui era rinchiusa. Niente in confronto a quello che ha dovuto subire lei, ovvio. Ma ho sofferto, proprio come ha sofferto lei, nello stesso identico modo e con la stessa intensità. Perché se lei stava male per quello che le avevano fatto e che aveva dovuto sopportare, io stavo male. I sensi di colpa mi attanagliavano lo stomaco in un modo che nemmeno credevo possibile.
I sensi di colpa... li sento ancora adesso, dopo un mese intero.
Come potrò mai perdonarmi per non averla salvata?
Come potrò andare avanti sapendo che si è buttata fra le mie braccia per proteggermi? Come farò?
Siamo stati bene, insieme però.
Non sono mai stato così felice nella mia vita e non dimenticherò mai le cose fatte insieme. Anche i litigi.
La gente continuava a dire che noi non dovevamo stare insieme, che alla fine sarebbe morto uno di noi.
Ma continuavo a non dare retta a nessuno, così come lei.
Noi eravamo innamorati.
Nessuno ci poteva dividere e tutti dovevano sapere che tra noi avrebbe continuato a funzionare, stavamo bene. Stavamo da Dio, a dire il vero. Eravamo io e lei contro il mondo, avevamo superato quello che era successo all'inizio della scuola, quando l'avevo consegnata a Mark.
Solo Dio sa come mi ero sentito quella volta. È da lì che avevo iniziato a capire che quella ragazza sarebbe stata la mia salvezza, la mia luce e il mio amore più grande.
Le avevo detto di non preoccuparsi così tante volte, perché io l'avrei sempre protetta. Ma la verità era che quello preoccupato ero io, senza nemmeno saperne il motivo.
Prendo un respiro profondo, guardando per qualche secondo il sole salire nel cielo. Ripenso a tutte le volte che ho guardato l'alba dal balcone della mia camera da letto, accarezzando la schiena di Kate, aspettando che si svegliasse per il mio tocco, o per il calore del sole contro la pelle. Ricordo ogni suo risveglio. Si svegliava col sorriso sulle labbra e mi salutava con un bacio.
Chiudo gli occhi e tiro un sospiro, lasciando cadere le lacrime come un fiume in piena, abbandonandomi ai ricordi. Cerco di andare avanti senza di lei, ma è così difficile...
Non riuscirò mai ad andare avanti.
Non troverò nessuna come lei.
Kate era unica e rimarrà sempre così.
Lei ha sempre amato il meglio di me. È stata la mia luce, la luce in fondo al tunnel in cui mi ero perso. Io facevo del mio peggio e lei puntualmente mi portava sulla retta via, mi riportava a respirare, mi riportava alla luce.
Anche nei momenti in cui litigavamo.
Mi sentivo così lontano da lei, ma dopo poco tempo però già facevamo pace. Era come se non riuscissimo a stare lontani, non riuscivavamo a respirare se non eravamo l'uno accanto all'altra. Ogni volta che stavamo un po' distanti era come se ci mancasse qualcosa, come se mi mancasse un pezzo, perché io e lei siamo sempre stati come due pezzi del puzzle, siamo collegati.
Collegati, uniti a doppio filo.
Come nella leggenda giapponese.
Sorrido al pensiero.
Esiste una bellissima leggenda giapponese. La leggenda narra che ognuno di noi nasce con un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra. Questo filo ci lega indissolubilmente alla persona a cui siamo destinati, il nostro grande amore, la nostra anima gemella. Le anime così unite, sono destinate ad incontrarsi, non importa il tempo che dovrà passare, le circostanze o le distanze che le separano, perché il filo sarà lunghissimo e fortissimo e non si spezzerà mai. Sarà lo stesso destino a tenerlo saldo e unito finché esse non si incontreranno.
Me l'aveva raccontata mia nonna tanto tempo fa. Lei era così innamorata di nonno e mentre la ascoltavo mi chiedevo se avessi avuto anche io una ragazza che l'avrei amata fino alla vecchiaia.
Kate poteva essere quella ragazza.
Solo lei. Ma non c'è più.
E continuo a ripetere nella mia testa che non è vero, che dovrò svegliarmi da un momento all'altro.
Lei non c'è più, non ci sarà mai.
Sarà sempre nel mio cuore però.
Da lì non me la toglie nessuno.
Chiudo gli occhi, sentendo il dolore pulsare alle tempie, e il suo sorriso mi arriva dritto al cuore, facendomi dimenticare l'intero mondo.
Facendomi dimenticare di tutto, perché il suo sorriso è la cosa più importante. Ha continuato a trovarmi. Nei miei sogni. Sempre.
Ma quando mi svegliavo con la parte del letto accanto a me fredda, tutto intorno diventava un incubo.
Lei non ha scherzato, non ha dubitato di me, mai. Nemmeno per un attimo.
E credo fermamente che senza di lei io a questo punto non sarei niente, non so cosa avrei fatto se un uragano di nome Katerine Jonson non mi avesse sconvolto la vita.
Ma dopotutto, probabilmente ci saremmo incontrati, prima o poi.
Sono convinto che il destino ci avrebbe fatti incontrare, magari non quel giorno a scuola.
Magari non da normali ragazzi di liceo. Magari saremmo stati solo un ragazzo della Stratford e una ragazza della California.
Ma probabilmente non sarebbe stata la stessa cosa, no?
Rimango qui in questa posizione per ore e ore, passandomi poi una mano tra i capelli biondi, che stanno crescendo. Per tutto questo mese mi sono guardato intorno aspettando di trovarmi immerso in quegli occhi azzurri, tanto belli quanto profondi.
Ma niente. Stavolta sono da solo.
Chris mi è accanto, così come Jessie, ma non me ne importa di loro.
Io voglio solo lei.
E penso che in questo momento poteva essere nel mio letto fra le mie braccia, se quella volta sarebbe arrivata con due minuti più presto.
Avrei potuto salvarla. Salvare entrambi.
Ma non ci sono riuscito.
Abbasso la testa mentre la vista si appanna di nuovo e penso alle parole chei diss una volta a Kate.
L'amore è impossibile.
E lei mi rispose che il nostro amore era impossibile, ma a dirla tutta neanche la credevo.
Una parte di me diceva che non sarebbe durata a lungo, l'altra parte diceva che avremmo affrontato tutto.
Adesso invece mi rendo conto che avevo ragione.
Perché il nostro amore è finito.L'amore è davvero impossibile.
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Love is Impossible || JB [REVISIONE]
FanfictionPenserete che la vita di Kate Jonson sia quella che ogni diciassettenne vorrebbe, ma non è così. Tormentata dal suo passato Kate vive ancora con la paura di rivivere tutto, e vorrebbe dimenticare. Ma non può. Mentre Justin Bieber, il ragazzo che tu...