🥛 7 - TANZAKU [LEI]

48 15 11
                                    

短冊
TANZAKU
[desideri appesi ai rami di bambù]


Zoe passò a prendermi in sella alla sua Honda CBR650R. Era appariscente proprio come lei: bianca e nera, con luci LED verde e stelle ai lati del serbatoio. A stupirmi di più, però, fu il casco con le orecchie da gatto. A me diede un secondo casco, senza orecchie, e sfrecciammo via; mio padre che ci spiava dalla finestra fu l'ultima immagine di casa prima di abbassare la visiera e consegnare la mia vita nelle mani di una ventenne che conoscevo a malapena.

Impiegammo poco più di un'ora a raggiungere il Royal Botanic Gardens di Kew, nella cui area giapponese era iniziata la festa del Tanabata organizzata in collaborazione con alcune tra le associazioni più attive in Gran Bretagna sul fronte culturale giapponese. O almeno così era scritto nel PDF inviatoci da Tristan.

Accaparrato il biglietto d'ingresso, entrammo dal Brentford Gate; il passaggio più vicino alla zona designata per l'evento che avrebbe spiazzato dai classici spettacoli e laboratori sulle arti della tradizione, al cibo tipico, fino ai colori della cultura otaku e kawaii.

Il mio cervello era impreparato alla quantità di stimoli a cui sarebbe stato sottoposto. Fortuna ci pensò Zoe a fargli da maestra. Ovunque guardassi, le mie dita premevano sul pulsante di scatto della Nikon che tenevo legata al collo. Persone in kimono, origami a forma di gru, reti come quelle da pesca usate come decorazioni, lunghe strisce colorate penzolanti da ogni parte, e bambù decorati con biglietti di carta su cui erano scritte cose.

«Ecco Tristan!», sbraitò Zoe.

Girai la testa e con essa l'obiettivo della fotocamera. Tris era scalzo e la cintura nera in vita contrastava con il bianco della divisa.

Click.

Una cospicua folla si era già radunata attorno a lui e ad altri quattro uomini. Tristan si inchinò di fronte al suo avversario avente la medesima cintura. I due si spostarono come se qualcuno avesse impostato il rallentatore. Mi salì una tensione indescrivibile. L'aria era tirata come un elastico pronto a partire. Fu Tris a far partire l'azione, scattò avanti e colpì di ginocchio. L'altro ragazzo si difese, e attaccò con una gomitata alla parte superiore del tronco. Gli spettatori trattenevano il respiro ad ogni scambio. E io con loro. I colpi erano veloci e potenti, ma sempre controllati. Sembrava una danza più che un combattimento vero e proprio.

Mi avvicinai di più, cercando di catturare ogni dettaglio. Potevo avvertire i muscoli turgidi sotto la pelle lucida di sudore. Tristan sferrò una combinazione di pugni e colpi a mano aperta con una fluidità impressionante, chiudendo con un calcio alto che costrinse il suo avversario a parare con gli avambracci. Il combattimento terminò con un inchino reciproco, e il pubblico applaudì in visibilio. Abbassai la macchinetta e mi unii all'applauso.

«Ehiii! Siamo qui!», si sbracciò Zoe.

Tristan, respirando a fatica ma con un sorriso soddisfatto, si avvicinò a noi.

«Sei stato incredibile!», esordii.

Zoe gli strizzò l'occhio.«Davvero bravo».

«Grazie», si passò una mano nei corti capelli platino. «Sono felice che siate venute. Bevo un goccio d'acqua, mi cambio e se dite andiamo a vedere lo Yabusame».

«Yabu-che?».

«Ya-bu-sa-me. La dimostrazione di tiro con l'arco a cavallo. È una delle cose più spettacolari del festival.Vi piacerà, ne sono sicuro!», formulò le ultime tre parole mentre indietreggiava per andarsi a cambiare.

Aveva catturato il mio interesse, e il suo entusiasmo mi contagiò. Tristan tornò, fresco e rinnovato, e ci incamminammo verso l'area dove si sarebbe tenuta la dimostrazione. Il festival era in pieno svolgimento; con suoni, colori e profumi che si mischiavano in una frenesia generale. La mia Nikon era pronta, e io non vedevo l'ora di catturare altre immagini.

LACRIME NEL LATTEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora