Daea Targaryen giunse ad Approdo del Re con il cuore pesante e l'anima in tumulto. Il viaggio in nave era stato lungo, ma non per la distanza; era la sensazione di essere stata strappata a forza dalla sua casa e dai suoi draghi a renderlo insopportabile. Quel legame profondo che aveva sempre sentito dentro di sé, il legame che la univa alle sue creature, sembrava spezzato, lasciando un vuoto che le pesava sul petto come una pietra.
Avvolta nel suo mantello scuro, Daea era rimasta seduta in un angolo della nave, il suo sguardo perso nell'orizzonte. Non c'era alcuna emozione visibile sul suo volto, solo un gelo impenetrabile. Ma dentro, dentro di lei, la rabbia ardeva come un fuoco nascosto. Rabbia verso i suoi genitori che, senza esitazione, avevano preso la decisione di mandarla via da Roccia del Drago, dai suoi draghi, dalla sua casa.
Li odiava per questo.Avrebbe voluto piangere, ma le lacrime non arrivavano. Il suo cuore era troppo stanco, e il suo spirito troppo ferito. Non aveva avuto neppure il tempo di dire un vero addio ai suoi draghi. E quel pensiero le trafiggeva l'anima ogni volta che ripensava a loro. Come se potesse vedere ancora il momento in cui li aveva lasciati...
La notte prima della sua partenza, era scesa di nascosto nella tana dei draghi. Il cielo sopra Roccia del Drago era scuro e senza stelle e solo il vento che soffiava dal mare accompagnava i suoi passi silenziosi. Si era avvicinata ad Ali d'Argento, accarezzandone delicatamente il muso, le sue scaglie argentee riflettendo debolmente la luce fioca delle torce.
«Kesan miss ao» "Mi mancherai" aveva sussurrato Daea, la voce tremante. Il drago aveva chiuso gli occhi sotto il suo tocco, quasi comprendendo la tristezza nella sua voce. Poco lontano, Vermithor l'aveva osservata con uno sguardo profondo e fiero, come se volesse dire che l'avrebbe attesa, che sarebbe rimasto fedele, qualunque cosa fosse accaduta.Infine, il suo sguardo si era posato sul piccolo drago dalle scaglie di luna, così giovane, così affezionato a lei. Era ancora inesperto, ma il legame che avevano creato in così poco tempo era incredibilmente forte. Il drago si era avvicinato a lei, strofinandole il muso contro la mano come un cucciolo alla ricerca di conforto.
«Iksan vaoreznuni» "Mi dispiace" aveva sussurrato Daea, il cuore pesante, mentre si chinava verso di lui. «Ziry iksos daor ñuha» "Non è colpa mia."
Sapeva che quei draghi, quelle magnifiche creature, erano la sua vera casa. Ma adesso, le era stata strappata. «Jaelan naejot dōrī māzigon arlī kesīr» "Avrei voluto non essere mai tornata." chiuse gli occhi sedendosi su una roccia, prendendosi il viso tra le mani.
«Nyke vaoresagon naejot morghon» "Avrei preferito morire" il piccolo drago argenteo posò il suo muso sulle ginocchia di lei cercando di confortare la principessa. Daea alzò lo sguardo verso il buco della tana, chiuse gli occhi e i ricordi la travolsero. Quella dannata notte, quella maledetta voce l'avevano condotta verso un luogo ignoto a tutti che l'aveva cambiata per sempre.
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Ora, giunta alla Fortezza Rossa, quel dolore si faceva sentire ancora più acuto. Era come se una parte di lei fosse rimasta a Roccia del Drago, legata indissolubilmente ai suoi draghi. Un vuoto profondo si allargava dentro di lei, ogni volta che ripensava a quegli ultimi momenti insieme. Al porto, era stata accolta in silenzio. Nessuno sembrava capire quanto fosse profonda la sua sofferenza. Salì sulla carrozza e appoggiò la testa contro il legno, permettendo ad una lacrima di scivolare lungo alla sua guancia.
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MORGHUL | Aegon & Aemond Targaryen
FanfictionDaea Targaryen scomparve per sette anni sul dorso del drago Vermithor, abbandonó Roccia del Drago da ragazza e vi tornó da giovane donna, ma qualsiasi cosa le fosse successo l'aveva cambiata per sempre. La storia che ebbe con i principi Aegon e Aem...