Capitolo 8 | The dragons of Dragonstone.

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Il giorno seguente, il cielo sopra Roccia del Drago era limpido, e una brezza leggera faceva frusciare le foglie degli alberi

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Il giorno seguente, il cielo sopra Roccia del Drago era limpido, e una brezza leggera faceva frusciare le foglie degli alberi. Il re e la sua famiglia sarebbero partiti nel pomeriggio, in quel momento di trovava con sua figlia Rhaenyra e il fratello Daemon a discutere privatamente nella sala del Tavolo Dipinto.

Aemond Targaryen si trovava fuori dalle mura del castello accanto a Vhagar, la possente drago che gli era stata fedele da quando l'aveva reclamata. Mentre accarezzava distrattamente le scaglie di Vhagar, il suo sguardo si posò in lontananza dove notò una figura solitaria che si allontanava dal castello e quando vide i suoi lunghi capelli argentei sfuggire dal cappuccio del mantello capì che quella era Daea, con una borsa stretta a sé. Si dirigeva silenziosa verso una destinazione ignota. Aemond montò rapidamente su Vhagar e si alzò in volo nel cielo, con la scusa di volare, l'avrebbe seguita.

La principessa nel momento in cui udì il ruggito di Vhagar nel cielo alzò lo sguardo e vide suo zio. Accelerò il passo e prese un'altra strada, nascondendosi tra i fitti alberi dell'isola e ricordando la strada che aveva fatto il giorno precedente, sapeva dove doveva andare.

Aemond atterrò con Vhagar nel prato, il drago sprofondò nell'erba alta e le sue narici sbuffarono un vapore caldo. Il principe montò giù dalla sua creatura e quando il suo sguardo tornò sul prato, la vide di nuovo.

«Daea!» gridò, avvicinandosi rapidamente a lei. Daea si fermò e si girò lentamente, guardandolo. «Dove stai andando?» domandò Aemond sospirò, ma prima che potesse rispondere, un ruggito assordante risuonò nell'aria.
Il Cannibale, immenso e oscuro, emerse dalle ombre, i suoi occhi fiammeggianti fissi su di loro. Il drago ringhiò minacciosamente, mostrando i suoi denti affilati come rasoi. Vhagar rispose con un ruggito altrettanto potente, le sue ali si aprirono in una dimostrazione di forza.
Daea non rispose ad Aemond, ma fece un passo avanti, mantenendo la calma. Estrasse un pezzo di carne dalla borsa e lo lanciò verso il Cannibale, che lo afferrò al volo con un morso potente. Il drago la guardò, come se stesse valutando se fosse un'alleata o una nemica. Sapeva che la bestia poteva provvedere a sè stessa da sola, quello era solo un modo per ingraziarselo.

«I signori dei draghi non temono i draghi» dichiarò Daea con fermezza, fissando il Cannibale senza battere ciglio. Si voltò verso suo zio, un misto di sorpresa e gratitudine nel suo sguardo. «Non ti voglio qui.»

La principessa sorrise leggermente, poi si avvicinò lentamente al Cannibale, offrendo un altro pezzo di carne. «Dohaeras!» mormorò con voce ferma. Il Cannibale emise un altro ringhio, ma questa volta meno minaccioso. «Lykirri!» continuò ad avanzare, fino a quando non fu abbastanza vicina da poter toccare il drago. Con una mano tremante, ma determinata, accarezzò le sue scaglie scure. Il Cannibale emise un suono profondo, quasi un mormorio di approvazione.Aemond osservava in silenzio, pronto a intervenire se necessario. Vhagar, dietro di lui, rimaneva vigile.

«Quindi sparisci per ore per cercare di domare questa bestia?!» urlò Aemond che aveva udito Rhaenyra e Daemon parlare con Viserys. «Come una selvaggia?»

MORGHUL | Aegon & Aemond TargaryenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora