La principessa Daea Targaryen trascorse la fine della sua infanzia a Roccia del Drago, esplorando l'isola deserta e intrufolandosi nella tana dei draghi sotto il castello dove riposavano Vermithor e Ali d'Argento.
Si diceva anche, che su quell'isola così silenziosa vivessero selvaggi altri due draghi: Spettro Grigio e il Cannibale.
Daea era una bambina che crescendo si era rivelata timida e silenziosa, che raramente parlava con chiunque, persino con sua madre, suo padre o i suoi fratelli. Eppure, tra le creature leggendarie, trovava una compagnia che le dava conforto.Sgattaiolava nella grotta dei draghi e passeggiava tranquilla. Vermithor e Ali d'Argento non si muovevano di un solo passo e si limitavano a guardarla con i loro occhi penetranti. Daea passava lì ore, in silenzio, seduta sulle rocce a osservare la furia di bronzo e la sua fedele compagna. Li fissava e gli parlava in alto valyriano affinché capissero, trovando una sorta di conforto con quelle bestie maestose e temute.
«Siete magnifici» sussurrava a se stessa, guardandoli con ammirazione. «I draghi sono considerati Dei.»Seduta sulle rocce, in silenzio, osservava i loro movimenti nella tana. Mai le avevano dato l'impressione di volerle fare del male.
Poi, un giorno, accadde l'inverosimile.
Daea era scesa nella grotta e si era seduta su una roccia, come di consueto. Ali d'Argento, aprì gli occhi, si spiegò un po' e con un movimento lento e grazioso, si avvicinò posando il muso accanto su una roccia accanto alla principessa.
«Iksā sīr gevie» "Sei così bella" sussurrò Daea in valyriano, accarezzando le scaglie ruvide e calde del drago, senza avere paura. «Argento come la luna, come i miei capelli, argento come la magia.»
Il drago si lasciò accarezzare, chiudendo perfino gli occhi, mentre da lontano Vermithor aprì gli occhi e guardò la sua compagna. Con un passo pesante, si avvicinò lentamente, facendo tremare Roccia del Drago sopra di loro.
Al tempo era il drago più grande in vita, secondo solo a Vhagar. Daea si alzò in piedi, avvicinandosi a lui e tendendogli la mano contro il muso.«Īlon ȳdragon tolvie tubis» "Noi parliamo ogni giorno" disse Daea, la sua voce ferma e dolce. La furia di bronzo, docile, si abbassò, sospirando profondamente e lasciò che la principessa lo accarezzasse.
«iksā iā sȳz zaldrīzes» "Sei un bravo drago"
Quello che per Daea era un semplice gesto di affetto verso coloro che l'accoglievano nella sua tana, per la storia fu un'impresa senza precedenti. A soli sei anni, riuscì a reclamare entrambi i draghi, diventando la più giovane e l'unica nella storia dei Targaryen farlo.
«Non ho idea di come si cavalchi un drago» sussurrò pensierosa. «Nessuno mi ha insegnato a farlo, il mio uovo non si è schiuso diventando pietra, suppongo che ora... loro siano i miei draghi.»
Alzò lo sguardo verso le due creature. «Nyke ȳdra daor gīmigon skorkydoso naejot sōvegon» "Io non so volare."
Ancora troppo piccola e bassa per salire su Vermithor, ma determinata scalò Ali d'Argento, issandosi sulla sella con un misto di timore.
Afferrò le redini nelle mani, i due draghi si guardarono tra di loro e la femmina iniziò a smuoversi scalando le rocce, sgattaiolò fuori dalla tana con Vermithor al suo seguito.
Daea si strinse forte alla sella e quando vide la luce del sole in viso, le due creature si librarono in cielo, e la principessa urlò di gioia, tenendosi saldamente alle redini. Presto si trovò a volare alto, sentendo il vento nei capelli e il cuore battere forte nel petto. Era l'emozione più forte che avesse mai provato nella sua giovane vita.
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MORGHUL | Aegon & Aemond Targaryen
FanficDaea Targaryen scomparve per sette anni sul dorso del drago Vermithor, abbandonó Roccia del Drago da ragazza e vi tornó da giovane donna, ma qualsiasi cosa le fosse successo l'aveva cambiata per sempre. La storia che ebbe con i principi Aegon e Aem...