È mercoledì sera, a Barcellona fa un po' freddo (ma alla fine è novembre quindi Marisol può anche accettarlo) e il Camp Nou è bellissimo come sempre, una bolgia calda e colorata pronta per una notte di Champions League.
Se i ragazzi vincono questa sera potrebbero già mettere al sicuro la qualificazione agli ottavi di finale.
Marisol è in tribuna insieme a Sira e ad Anna, la moglie di Robert.
Sono un paio di mesi che ormai la sua presenza al Camp Nou non passa inosservata, soprattutto perché indossa sempre una maglia del Barcellona con il numero #8 e il nome "Pedri" stampato dietro.
Nonostante le foto e le fanpage su Instagram la mettano un po' in imbarazzo, è felice di andare a sostenere Pedro e gli altri.
La stampa ha preso in modo variegato la notizia della sua relazione con Pedri, di cui loro non hanno mai dato l'ufficialità ma che nemmeno hanno mai negato o nascosto.
Marisol cerca di tenersi lontana dai commenti della gente sui social, soprattutto quelli più meschini e ingiustificati. Si gode l'atteggiamento protettivo di Pedro che cerca di non tenerla mai nell'occhio del ciclone.
Mentre i ragazzi fanno riscaldamento Sol gioca un po' con Klara e Laura, le figlie di Robert. La più piccola ha sviluppato una vera e propria ossessione per Marisol e la riempie sempre di disegni.
Probabilmente perché alla festa di Halloween della squadra Sol le ha dipinto il viso, trasformandola in una fatina. Anna ha detto che Laura era così entusiasta che per convincerla a pulirsi la faccia prima di dormire ci ha messo un paio d'ore.
Pedro butta uno sguardo verso la tribuna e sorride nel vedere Sol con Laura in braccio, mentre ride e scherza con Sira.
Complice la vicinanza tra Pedro e Ferrán e il carattere esplosivo della figlia di Luis Enrique, le due ragazze hanno legato molto.
"Ti prego non guardare mia cugina come se volessi fare otto figli con lei stanotte"
Lo prende in giro Pablo, con quel suo sorriso diabolico, per poi beccarsi uno scappellotto dietro la testa.
"Chiudi il becco, Gavito" – è la risposta piccata di Pedro, che però sta sorridendo.
Finalmente quella sera Gavi potrà cominciare una partita da titolare dopo il terribile infortunio dello scorso anno mentre Pedro, che di partite ne ha già iniziate parecchie dopo il problema al ginocchio, spera di trovare il goal che gli manca da un po'.
Vedere Sol indossare la sua maglia allo stadio gli fa sempre un certo effetto, gli smuove qualcosa dentro.
È un modo per dire a tutti: "Hey guardate quella è la mia ragazza" così che ogni singola persona sappia quanto è fortunato ad avere Marisol nella sua vita.
La partita si mette subito bene per i ragazzi di Flick con il fantastico goal di testa di Pau in occasione di un calcio d'angolo.
Pedri in mezzo al campo è ipnotizzante come al solito, sa sempre dove trovare i propri compagni, li serve senza nemmeno guardarli e se non sono nel posto giusto lui fa in modo che ci arrivino.
Nonostante Gavi non scendesse in campo da praticamente un anno sembra che i due abbiano continuato a giocare insieme per tutti quei mesi.
Pedro sa sempre dov'è Pablo e Pablo sa sempre dov'è Pedro.
Non hanno bisogno di parlarsi, basta uno sguardo.
Gavi gioca aggressivo come sempre, come se non si fosse rotto il menisco, e Sol trema ogni volta che quel matto di suo cugino tocca palla ma Pablo sembra perfettamente in controllo del gioco.
Pedro al contrario è freddo come al solito, preciso al millimetro: zero rischi, massima efficacia. Le due facce della stessa medaglia.
Con loro che coordinano il gioco a centrocampo, Lamine e Robert hanno vita facile là davanti.
Il primo tempo sta quasi per finire quando un pallone perfetto da parte di Jules atterra tra i piedi di Pedri, che lo stoppa senza difficoltà.
È al limite dell'area di rigore e vede davvero troppi difensori marcare stretti i suoi compagni.
Pedro decide di assecondare in una frazione di secondo la vocina che sente nella propria testa – fastidiosamente simile a quella di Xavi – che gli dice che tocca a lui, che deve tirare, che può provarci.
Si coordina come meglio può e tira, il pallone miracolosamente non tocca nessuna delle gambe che affollano l'area e mira all'angolo sinistro in alto della porta avversaria.
Il portiere si lancia un istante troppo tardi e la palla s'insacca in rete.
Il ruggito del Camp Nou gli entra nelle orecchie e gli raggiunge le ossa, il cuore e i polmoni.
Quanto gli era mancato.
Prima che i ragazzi possano trascinarlo in un abbraccio di gruppo Pedro fa quello che vorrebbe fare da settimane e corre sotto la tribuna, indicano Marisol e mimando con le mani l'iniziale del suo nome e un cuore.
Sol, ancora intenta ad esultare ed urlare il nome del proprio ragazzo insieme a tutto lo stadio, osserva meravigliata ciò che fa Pedri.
Si aspettava la sua solita esultanza, il gesto degli occhiali dedicato a suo padre, invece Pedro fa letteralmente capire a tutto il mondo che quel goal è per lei.
Marisol nonostante lo shock non può fare a meno di sorridere e mandargli un bacio, mentre Sira accanto a lei lancia un urletto emozionato scuotendola per un braccio.
Dopo qualche istante l'arbitro fischia la fine del primo tempo.
Pedri si gode le pacche sulla spalla e le congratulazioni da parte dei suoi compagni, Gavi continua a tenergli un braccio attorno alle spalle con un ghigno divertito dipinto in volto mentre rientrano negli spogliatoi, Ferrán invece gli scombina i capelli.
La serata si è messa proprio come Pedri aveva sperato.
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Mi cielo | Pedri
Fanfiction❝Que ya no quiero nada que no sea contigo❞ A Marisol piace il suo nome - ed anche il suo soprannome, visto che tutti la chiamano Sol - perché esalta il suo modo di sorridere alla vita. Si è sempre reputata una ragazza tranquilla e spensierata, sopra...