Il Barcellona alla fine perde il Clásico per 1-0.
È stata una partita di merda.
I ragazzi avrebbero meritato non solo il pareggio ma la vittoria per quanto ci hanno provato, ma il Real si è chiuso come una squadretta qualunque e li ha provocati per tutta la partita.
Alla fine Pedro è entrato in campo dopo l'intervallo, quando la squadra era già sotto di un gol, e ha lottato su ogni pallone come se ne dipendesse la sua vita.
Il calcio dopotutto sarà sempre il suo modo preferito per sgomberare la mente.
Alla fine i culers tornano negli spogliatoi delusi e un po' acciaccati.
Pedro ha rimediato una gomitata sullo zigomo proprio da quel coglione di Bellingham in uno scontro aereo, complice anche la loro differenza di altezza, e l'arbitro neanche gli ha mostrato il cartellino. Adesso sulla guancia destra ha un bel livido violaceo che gli fa un male cane, quel dolore però non ha niente a che vedere con ciò che prova all'altezza del cuore.
Gavi come al solito per difenderlo ha quasi rischiato di azzuffarsi con il giocatore inglese e Frenkie ha dovuto trascinarlo via di peso mentre lo staff medico del Barça metteva il ghiaccio sul viso di Pedri.
Lamine ha preso pestoni a destra e a manca e per una volta perfino Robert, sempre stoico, è sembrato sul punto di sbottare.
Pablo e Pau, entrambi ammoniti, dovranno saltare la prossima partita.
In sintesi è stata una serata del cazzo e Pedro vuole solo che tutta Madrid sprofondi in una voragine che trascini anche lui tre metri sotto terra.
Non sa per quanto tempo rimane negli spogliatoi, seduto su una panca con il capo chino, mentre attorno a lui sente i mormorii dei ragazzi che vanno sotto la doccia, tutti con il viso adombrato dalla delusione.
"Oh Pepi, dobbiamo andare, il pullman ci aspetta" la voce di Ferrán è stranamente delicata.
Si è accorto che per tutta la settimana i suoi compagni l'hanno trattato con i guanti e ne è profondamente grato.
"Vi raggiunge tra poco Torres, non preoccuparti"
Pedri alza la testa di scatto quando sente la voce del mister.
Lo spogliatoio ormai è deserto se non fosse per i due giocatori ed Hansi Flick.
Ferrán, anche se poco volentieri, si avvia verso l'uscita lasciando l'amico da solo con l'allenatore dopo avergli lanciato un'ultima occhiata di supporto.
Flick, con estrema sorpresa, va ad occupare la panca ormai sgombra di fronte a quella dove siede Pedri, che neanche si è preoccupato di sfilarsi la divisa sudata, perso com'era nei suoi pensieri. Il logo del Barcellona, cucito all'altezza del cuore, è insolitamente pesante.
"Mister io... mi dispiace, è stata colpa mia"
"Pedri perché ti stai scusando?"
Il ragazzo di Tenerife odia il nodo che sente formarsi in gola mentre prova a tirare fuori le parole.
Cazzo, può mai finire per piangere anche davanti al mister? È diventato ridicolo, non sa più che fare con se stesso.
"Per non aver fatto abbastanza per la squadra"
Flick sa che Pedri non si sta riferendo solo a quella sera ma a tutta la settimana appena passata.
Pedro quest'anno è stato votato come terzo capitano e nonostante abbia indossato la fascia in un'unica occasione sente di avere delle responsabilità verso il club. È diventato uno dei pilastri dello spogliatoio, sempre calmo anche nei momenti difficili, sempre con la testa sulle spalle.
Odia questo mare di incertezza in cui sente di star affondando.Lo he intentado, pero ya no puedo
Vivir por fuera si por dentro muero
Si quieres la verdad, no supe confesar y preferí callarme"Stasera hai giocato bene, lo sai?"
Lui risponde con una scrollata di spalle.
Sa di aver fatto una bella figura nei quarantacinque minuti che gli sono stati concessi ma che importa alla fine? Non è comunque servito a niente.
Il problema è non aver messo il mister nelle condizioni di schierarlo dal primo minuto, ora la stampa prenderà di mira Flick per non averlo fatto partire titolare quando la colpa è soltanto di Pedro. Il ragazzo è pronto a prendersi le sue responsabilità davanti ai giornalisti se servirà.
"Non parliamo del calcio Pedro, voglio solo che i miei ragazzi stiano bene e non credo che tu stia bene in questo momento"
Pedri deve tenere per un istante lo sguardo fisso sui propri scarpini e prendere un profondo respiro per evitare che stavolta le lacrime gli scendano dagli occhi per davvero.
"Sto cercando di risolvere una situazione"
Non sa che altro rispondere, anche se quella frase non potrebbe essere più lontana dalla realtà.
La situazione che dovrebbe risolvere, bloccata da giorni, è la relazione con la ragazza che ama e al momento soluzioni Pedri non ne ha trovate, neanche sa se deve essere lui a cercarle.
"Sai che se c'è qualcosa che ti turba puoi parlare con me, vero? Vale per te come per tutti i tuoi compagni"
Pedro si sente soffocare.
Flick sa che il centrocampista è probabilmente una delle persone più riservate della squadra, Pedri non è un gran chiacchierone ma è suo dovere ed interesse in quanto allenatore cercare di far sfogare i suoi giocatori se sa che c'è qualcosa che non va.
Per un attimo Flick crede che Pedro continuerà a rimanere in silenzio quindi fa per alzarsi regalandogli una pacca sulla spalla.
Poi finalmente il ragazzo apre bocca.
"Cosa..." – si schiarisce la voce, che viene fuori rauca – "cosa farebbe mister, se la persona più importante della sua vita non si fidasse più di lei?"
L'uomo si blocca ma cerca di non mostrarsi spiazzato dalla domanda perché vuole rassicurare il suo giocatore.
"La prima cosa che penserei è che ho sbagliato qualcosa, probabilmente"
Pedri annuisce con gli occhi lucidi.
"E se non so cosa ho sbagliato?"
"Beh perché non parli con questa persona faccia a faccia? Non esiste modo migliore per risolvere un problema, Pedro. Girarci intorno non vale come soluzione, soprattutto se ti fa soffrire"
Pedri non riesce a sostenere lo sguardo del suo allenatore.
Se non ha ancora affrontato Marisol è perché è terrorizzato dall'idea di perderla.
Non sa cosa sia peggio, il pensiero che Sol possa lasciarlo o il fatto che continuino a stare insieme senza che lei si fidi abbastanza di lui.
L'unica cosa certa è che vivere sospeso in questo limbo lo sta uccidendo.
Flick gli regala una carezza paterna dietro la testa prima di lasciargli un po' di privacy per raccogliere le proprie cose e raggiungere gli altri compagni in pullman.
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Mi cielo | Pedri
أدب الهواة❝Que ya no quiero nada que no sea contigo❞ A Marisol piace il suo nome - ed anche il suo soprannome, visto che tutti la chiamano Sol - perché esalta il suo modo di sorridere alla vita. Si è sempre reputata una ragazza tranquilla e spensierata, sopra...