Veinticinco | Cada vez

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Il Barcellona è matematicamente campione della Liga da ieri sera, grazie allo scherzetto che il Celta Vigo ha tirato al Real Madrid proprio in casa loro, al Bernabéu.
Questo rende la partita di oggi contro il Girona una pura formalità ma Flick vuole comunque la squadra concentrata visto che a meno di una settimana di distanza ci sarà la finale di Champions League.
I festeggiamenti però sono inevitabili e la tifoseria del Barça ha fatto le cose in grande, con una coreografia da togliere il fiato.
Marisol cerca di fotografarla da ogni angolazione dalla sua postazione in tribuna, circondata da tutte le altre fidanzate, mogli, figli e parenti vari ed eventuali accorsi per festeggiare insieme alla squadra.
"È tutto incredibile!" esclama, osservando con sguardo sognante il Camp Nou vestito a festa. Sira condivide il suo stesso entusiasmo, cantando i cori che conosce sin da bambina.
Non importa che abbiano vinto il campionato già lo scorso anno, ogni volta è meravigliosa come la prima e Sol ha proprio intenzione di godersi le celebrazioni.
Pablo e Pedro partono dalla panchina, Flick ha voluto dare spazio alle riserve anche per preservare i titolari in vista della finale europea ma Marisol è convinta che concederà loro qualche minuto nel secondo tempo, per ricevere i meritati applausi della loro gente.
Nonostante l'ammissione di colpa di Pablo, Sol non ha ancora trovato il momento giusto per parlare con Pedri e dirgli che sa tutto di ciò che è successo.
Marisol ha intenzione di mettere in chiaro che vuole assolutamente sposare Pedro, anche subito, ma considerando gli impegni calcistici di cruciale importanza dell'ultima settimana ha deciso che la cosa migliore al momento è non distrarlo.
Quando saranno in Portogallo, loro due da soli, ci sarà sicuramente occasione per mettere in mezzo il discorso.
Berta, la fidanzata di Fermín, con un urlo attira l'attenzione sulle due squadre che stanno entrando in campo.
Lo scorso anno Sol ha vissuto in prima linea la vittoria della Liga tra festa al Camp Nou, parata per le vie di Barcellona sul pullman scoperto, cena di gala, party privati e chi più ne ha più ne metta.
Visto che ci è già passata, è convinta di sapere cosa aspettarsi da quella giornata.
Non ha idea di quanto si sbagli.
La partita è bloccata sul 1-1 quando Flick mette in campo Pedri nel secondo tempo, i ragazzi hanno fretta di segnare per concludere il campionato con una vittoria e si avventano sul pallone con foga. Il Girona, che si gioca la qualificazione alle competizioni europee, non è da meno.
È circa il 72esimo minuto quando succede.
Sol ormai sa come gestire gli infortuni di Pedro ma per fortuna dalla distorsione avuta in Germania  gli sono capitati solo fastidi muscolari che l'hanno tenuto fermo per poche settimane al massimo. Non è preparata però a questo.
È raro che Pedri sia coinvolto in qualche scontro aereo, non spicca di certo per altezza tra i suoi compagni, quindi chissà per quale assurdo motivo si ritrova a saltare su una palla alta insieme ad un giocatore del Girona che è il doppio di lui.
Marisol non riesce neanche a capire come avvenga il tutto, quale mossa scomposta abbia portato entrambi i ragazzi a cadere e lo scarpino del centrocampista avversario ad atterrare con violenza sulla faccia di Pedri.
In momenti come questo Sol odia che la tribuna sia così maledettamente vicina al campo.
Dani, l'unico nella zona del rettangolo di gioco dove è appena successo il fatto, si avvicina subito a Pedro, ancora steso a terra.
Un secondo dopo fa un gesto frenetico in direzione della panchina, incitando lo staff medico ad entrare in campo.
Pablo, un metro più in là, urla a Lamine di buttare fuori la palla. L'arbitro infatti fischia, interrompendo il gioco.
Il numero #8 nel frattempo si tira a sedere.
"Pedro... puta madre stai bene?"
"Fanculo, sì che sto bene, è fallo questo" borbotta Pedri tra sé e sé, aspettandosi che al suo avversario venga mostrato il cartellino. Il ragazzo di Tenerife fa per alzarsi ma Dani lo blocca tenendogli una mano sulla spalla, intimandogli di rimanere dov'è.
"No tío non ti muovere"
Quando avverte una leggera nota di panico nella voce di Dani allora Pedri alza lo sguardo verso di lui. Il biondo, più pallido del solito, gli sta fissando il viso con un'espressione tutt'altro che rassicurante.
"Cosa? Che c'è?" chiede Pedro confuso, passandosi le mani in faccia.
Lui, oltre al tipico dolore della botta sulla tempia, non sente nulla di strano.
Quando si guarda le mani però le vede sporche di sangue. Molto sangue.
Prende un respiro, cercando di rimanere calmo.
"Che è successo?" chiede ancora, continuando a toccarsi la faccia per capire da dove stia uscendo tutto quel sangue.
Non si accorge nemmeno che Gavi si è avvicinato e gli sta premendo qualcosa sulla faccia, all'altezza del sopracciglio.
"Non alzare la testa" gli ordina il più piccolo, con una voce stranamente seria.
Quando Pedro lo vede a petto nudo capisce che è la sua maglietta quella che Pablo gli sta schiacciando sul viso.
Fa come gli viene detto e abbassa il capo, qualche goccia di sangue però colora l'erba del Camp Nou. Sanguina anche dal naso.
A quel punto Pedro un po' si agita mentre lo staff medico finalmente lo circonda, insieme ad altri dei suoi compagni di squadra.
"Qualcuno mi dice che cazzo è successo?" chiede ancora, con più urgenza.
Registra in lontananza la voce di qualche giocatore del Girona che gli chiede scusa, probabilmente l'autore del fallo.
"Pedro stai bene? Sai che giorno è oggi?" gli domanda uno dei fisioterapisti.
"Cazzo, è il venti maggio, ma siete tutti impazziti?"
Pablo lascia cadere la maglia con cui stava tamponando l'emorragia per consentire ai medici di esaminare la ferita e Pedro guarda con orrore la quantità di sangue che il pezzo di stoffa ha assorbito, cambiando praticamente colore. Il suo migliore amico poi si abbassa alla sua altezza.
"Pepi senti, probabilmente ti sei rotto il naso e ti servono dei punti sulla fronte, okay? Stai perdendo un bel po' di sangue, vogliono solo essere certi che tu non stia per svenire"
Il ragazzo di Siviglia parla piano, scandendo le parole, e la cosa innervosisce Pedro oltre ogni immaginazione.
Sta bene, perché sono tutti così apprensivi?
"Hai la nausea?" chiede un altro fisioterapista.
"No, è tutto okay, non c'è bisogno di andare nel panico" sbotta.
Un po' di sangue gli finisce in bocca, sente il sapore metallico raggiungere la lingua. Un attimo dopo uno dei dottori gli infila del cotone emostatico nelle narici.
"Devi farti sostituire" gli dice Frenkie, risoluto.
"Ma dai! Non possiamo cucirla un attimo?"
Lo staff medico gli lancia un'occhiata poco convinta che lo fa sbuffare.
"Fai come dicono loro Pedro" – stavolta è Robert a parlare e quel punto Pedri si arrende all'idea di dover lasciare il campo.
Alza di nuovo lo sguardo verso Pablo, forse un po' troppo velocemente perché per un secondo vede tutto girare.
"Quanto è brutto?"
Gavi non ha nemmeno bisogno di chiedergli a cosa si riferisce e il motivo per cui glielo sta domandando.
Quanto è brutto lo spettacolo? Marisol ha visto tutto?
Pablo ha già fatto vagare lo sguardo verso la tribuna qualche istante prima ma non vuole agitare Pedro più di quanto non sia già.
"Stai tranquillo, è tutto okay"
Pedri non è completamente rassicurato da quella risposta ma si lascia ugualmente guidare fuori dal campo da due membri dello staff medico, sotto l'applauso scrosciante del Camp Nou che per qualche minuto si era ammutolito.
Non era esattamente così che il ragazzo sperava di finire l'ultima partita della stagione.





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