Sono stati giorni lunghissimi.
La Spagna alla fine quell'Europeo l'ha vinto e Pedri, anche se dalla panchina, ha toccato per un istante il cielo con un dito.
Ma era come se mancasse qualcosa, come se al puzzle mancasse un tassello, ed è certo che la stessa sensazione l'abbiano provata anche Lamine e tutti gli altri.
"Dovrebbe esserci anche lei" gli ha mormorato l'attaccante del Barcellona tra i festeggiamenti, entrambi stretti in un abbraccio con le medaglie al collo.
Fino a quel momento Lamine aveva tenuto il ragazzo di Tenerife a debita distanza.
Pedri non può fare altro che dargli ragione.
Sol ha pianto davanti alla TV mentre i ragazzi alzavano al cielo la coppa ma ha pianto con il sorriso, perché sapeva che nessuno l'avrebbe meritata più di loro.
La notte del trionfo contro l'Inghilterra sembra non finire mai e Pedro non dorme neanche per un paio d'ore.
Gavi, che ha raggiunto i suoi compagni per quella sfida così importante, lo trova fuori al balcone di camera sua e di Ferrán alle prime luci dell'alba con ancora i vestiti del giorno prima addosso e il tutore al ginocchio.
Pablo si siede accanto a lui senza dire niente, anche perché è raro che loro due abbiano bisogno di parole per capirsi al volo.
Pedro avverte la presenza di Gavi accanto a sé ma non incrocia il suo sguardo.
Il ragazzo di Siviglia gli dà un colpetto di incoraggiamento sulla spalla.
Pedro spera solo che l'alba sia così bella anche in Spagna, dalla finestra della camera di Sol.#
Marisol trascorre le successive settimane a Barcellona, tra il suo minuscolo monolocale dove fa di tutto per finire di scrivere la tesi e la playa de Somorrostro, dove fa lunghe passeggiate al tramonto.
Le sue compagne di università sono tornate tutte a casa per le vacanze ma lei sente di non avere un posto dove tornare.
Sua madre è preoccupata, lo sente quando parlano al telefono, ma Sol preferisce la solitudine di Barcellona alla soffocante apprensività di Siviglia.
Barcellona in estate è caotica, piena di vita e di turisti. Marisol non si è mai sentita così sola.
Pablo è stato impegnato con la tournée estiva negli Stati Uniti e nonostante l'abbia telefonata tutti i giorni, anche agli orari più impensabili, è difficile non avere nemmeno lui lì con lei.
Ormai è agosto inoltrato e la nuova stagione del Barça sta per cominciare.
Sol si sente come se il mondo stesse andando avanti senza di lei.
Ha visto dai social che Pedri è tornato ad allenarsi con la squadra, le foto della sua riabilitazione alternate a quelle del mare di Tenerife.
Spera che lui stia bene, che essersi fatti così male a vicenda ne sia valsa la pena per far tornare la sua mente in un posto migliore.
Perché nonostante tutto, Marisol vuole soltanto che Pedro sia felice.
La parte più egoista di se stessa si chiede quando toccherà a lei, quando per qualcuno varrà la pena di sceglierla e metterla davanti ad ogni cosa.
È un lento martedì mattina, il Barcellona ha vinto l'esordio con il Villareal alla prima giornata in un match scoppiettante che Sol non ha guardato, perché è stata tutta la sera a correggere il penultimo capitolo della tesi finché gli occhi non le bruciavano.
Ciò che Marisol non si aspetta è una chiamata da parte di Ferrán, che non sapeva nemmeno avesse il suo numero.
"Ferrán?" chiede incerta, convinta che il ragazzo abbia sbagliato.
Ultimamente i giornali hanno molto da scrivere su di lui visto che la sua ex fidanzata, nonché figlia di mister Luis Enrique, è stata vista in compagnia del ragazzo durante i festeggiamenti per la vittoria degli Europei.
Marisol è certa che Sira non sia poi così tanto ex dopotutto.
"Sol! ¿Cómo estás? Tutto bene?"
Il tono di Sol si ammorbidisce nel sentire la voce dell'attaccante, allegra come al solito.
L'unico che ha sentito durante le vacanze, oltre a Pablo, è Lamine, con cui un paio di volte è andata anche a prendere un gelato. Per il resto Sol ha preferito tenersi a debita distanza ed è felice che i ragazzi abbiano rispettato questa sua decisione. Ciò non significa che non abbia sentito la loro mancanza, anzi.
"Tutto okay, a te come va? Complimenti per la partita di ieri"
Ferrán cerca di sorvolare sulla voce poco convinta di Marisol quando pronuncia le prime due parole.
Se la ragazza potesse vedere Pedro capirebbe che lui non è messo meglio e che la tristezza non ha nulla a che vedere con l'infortunio, ormai acqua passata.
È palese agli occhi di tutti i ragazzi del Barça l'errore commesso da Pedro in un momento di debolezza, che gli ha spezzato il cuore.
Ferrán però ha ancora meno pazienza di Pablo e decide di dover intervenire per salvare la situazione.
"Senti io festeggio il compleanno domani e spengo le candeline a casa mia, ti andrebbe di passare?"
Sol davvero non sa che farsene di quell'invito.
"Ci saranno solo i ragazzi della squadra, una cosa tranquilla" si appresta a specificare, anche se Marisol vorrebbe dirgli che il problema è proprio quello.
"Io... ci penso, okay?"
"Sarei davvero felice se ci fossi e sicuramente anche gli altri" rincara la dose il ragazzo, che però rimane sincero. Certo, vuole farla chiarire con Pedro ma Sol è anche una sua amica.
La mancanza di Marisol non l'ha sentita solamente Pedri ma anche gli altri giocatori del Barça, ognuno a modo proprio.
Fino all'ultimo Sol è convinta di non andare a quella maledetta festa.
Pablo ha sfoderato la tattica "labbro all'infuori ed occhi da cerbiatto" per convincerla e Marisol soltanto poco prima di cena ha ceduto, iniziando a prepararsi sospirando.
Gavi insiste per andarla a prendere ma Sol è convinta che si sarebbe ritrovata in qualche situazione imbarazzante, tipo nel sedile posteriore della macchina di Pedri, quindi declina la proposta dicendo che avrebbe preso l'autobus.
Quando arriva a casa di Ferrán è tardi, il pullman ha saltato una corsa e il centro di Barcellona come al solito è sommerso dal traffico. Arrivata sulla via di casa Torres deve camminare minuti interi con il navigatore alla mano per trovare il civico giusto e basta quello per convincere Marisol che venire è stata un'idea stupida.
L'universo le sta chiaramente lanciando dei segnali.
Quando Ferrán le apre la porta le rivolge un sorriso smagliante.
La quantità di gente presente in casa e il volume della musica spingono Sol a chiedersi cosa intendesse il festeggiato quando ha detto che si sarebbe trattato di una cosa tranquilla.
Marisol porge a Ferrán un piccolo pacchetto, facendogli gli auguri.
Il ragazzo di Valencia la guarda perplesso.
"Sol non c'era bisogno di farmi un regalo"
Marisol arrossisce.
Sa che è stupido regalare ad un calciatore miliardario un libro di cucina indiana – la nota ossessione di Ferrán, che in verità non sa cucinarsi neanche un petto di pollo – ma Sol non si è mai presentata ad un compleanno senza regalo e non avrebbe iniziato oggi.
Il ragazzo le dà un abbraccio maldestro e la invita ad entrare.
Sol saluta timidamente e con poche parole i ragazzi della squadra che conosce ma non riesce ad individuare Pablo nel salotto affollato.
Quando una mano le afferra il polso Marisol trasale ma si rilassa appena incontra il viso gioioso di Lamine.
"Sei venuta!"
La ragazza sorride del suo entusiasmo.
"A quanto pare, eccomi qua"
"Vieni ti faccio conoscere i miei amici di La Masia, sono simpaticissimi"
Sol si lascia trascinare in mezzo ad un gruppetto di ragazzini appena quindicenni e si sente un po' come una maestra all'asilo. I ragazzi – bambini, oserebbe dire – sono dolci e divertenti esattamente come Lamine e Marisol crede possano essere la migliore compagnia della serata.
Ha intravisto Fermín vicino al tavolo del buffet e ha cercato di rendersi invisibile mentre afferrava un'Estrella Galicia ghiacciata.
Dove c'è Fermín solitamente ci sono Pablo e Pedro e Marisol non è affatto pronta a questo incontro.
Quando suo cugino finalmente la trova Sol ha quasi finito la sua seconda birra e sa che non aver cenato prima di andare alla festa sarà un grande rimpianto più tardi.
"Hey ma dov'eri finita? Ti ho chiamato"
Pablo attira la sua attenzione toccandole la spalla ed entrambi si allontanano dal gruppetto della cantera del Barcellona.
"Scusa, non ho sentito il cellulare"
È una scusa debole e Pablo lo sa ma non riesce ad avercela con Sol, soprattutto non stasera.
Sta per chiederle se va tutto bene, se se la sente di restare, quando Pedri sopraggiunge alle loro spalle, inatteso.
"Gavito io sto andando...–"
Poi Marisol si gira e la voce di Pedro si spegne.
"La prendo io la torta!" interviene prontamente Pablo, strappandogli le parole di bocca, prima di mollare i due al centro del salotto.
Tutto il casino intorno a loro sembra scomparire.
Sol si è illusa che la sensazione di vuoto nello stomaco che prova ogni volta che Pedro è nelle vicinanze si sarebbe dissolta con il tempo ma a distanza di più di un mese è ancora lì, inamovibile.
"Hola" lo saluta cauta e detesta il modo in cui la voce le esce spezzata.
Pedro sembra quello di sempre, se non fosse per i cerchi neri sotto gli occhi che si abbinano perfettamente alle occhiaie di Marisol e il sorriso appena accennato che non gli raggiunge lo sguardo.
"Hey guapa... come stai?"
Sol non riesce a nascondere l'espressione sofferta.
Deve davvero farle quella domanda? E chiamarla in quel modo? Come se non sapesse già la risposta... come se non fosse già abbastanza difficile.
Per un attimo Marisol, sempre così controllata, è tentata di lanciare un urlo frustrato.
Vorrebbe dirgli che sta da schifo, perché è innamorata di lui e lui alla prima difficoltà l'ha mollata, senza nemmeno concedere a quello che potevano essere una minima speranza.
Vorrebbe dirgli che gli ha ricordato suo padre, che ha deciso di andare via prima ancora di provare ad amarla.
Vorrebbe dirgli che si sente un'idiota, un'illusa e che le ha spezzato il cuore e che nonostante questo non riesce ad odiarlo, perché tiene troppo a lui.
Marisol invece ricaccia indietro il magone e beve un lungo sorso di birra dopo un'alzata di spalle.
Un lampo ferito attraversa gli occhi di Pedri.
Non gli piace questa versione di Sol che non gli parla, che non gli dice cosa le passa per la testa, nonostante sappia di averne perso il diritto.
"Il ginocchio come va?"
Marisol è brava a fingere di non aver chiesto ogni singolo giorno a Pablo come andasse l'infortunio di Pedro.
"Dovrebbe essere tutto okay, faccio un'ultima lastra domani e se tutto va bene sabato posso giocare almeno un tempo"
"Sono felice per te, sul serio" – Marisol è sincera, come il sorriso triste che gli rivolge, e se possibile questo getta Pedro ancora più nello sconforto.
Forse l'odio e la rabbia di Sol sarebbero stati più semplici da accettare, lo avrebbero fatto sentire meno una merda.
"Sol io... volevo chiamarti quando sono tornato da Tenerife"
"Ma non l'hai fatto" conclude per lui, con lo sguardo più deluso del mondo.
Una parte di lei ha sperato ogni giorno che Pedro le scrivesse.
Pedri fa un passo avanti nella sua direzione ma Marisol arretra della stessa misura.
"Pensavo fossi a Siviglia" – è un tentativo disperato di nascondere la sua mancanza di coraggio.
I ragazzi non hanno mai parlato di Marisol davanti a lui ma dalle chiacchiere sommesse di Pablo e Lamine a Pedro era venuto più di un dubbio che Sol si trovasse a Barcellona.
"Ero qui, invece" – da sola, vorrebbe sottolineare.
Fino ad un mese fa Pedro era in grado di parlare con Marisol di qualsiasi cosa. Il terrore che prova ora nel proferire parola, per paura di ferirla ancora di più, lo avvilisce.
"Sol possiamo...–"
Marisol lo interrompe.
"Spero tu abbia trovato ciò che cercavi Pedro, davvero, meriti di essere felice" — anche se significa esserlo senza di me è un doloroso sottinteso.
Sol si allontana verso il giardino a passo spedito lasciandolo lì, come un idiota.
Per la prima volta dalla partita con la Germania Pedri è costretto a ricacciare indietro le lacrime che gli pungono gli occhi.
Anche lui vorrebbe far cadere l'aria imperturbabile e urlare che non ha trovato un cazzo, proprio nulla, perché oltre a Marisol lui non vuole nient'altro. Essere ritornato a giocare a calcio e ad allenarsi con la squadra è una mera consolazione da quando sa com'è avere Marisol accanto a sé con la consapevolezza di averla persa.
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Mi cielo | Pedri
Fanfic❝Que ya no quiero nada que no sea contigo❞ A Marisol piace il suo nome - ed anche il suo soprannome, visto che tutti la chiamano Sol - perché esalta il suo modo di sorridere alla vita. Si è sempre reputata una ragazza tranquilla e spensierata, sopra...