POV LUCA 2

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Siamo appena atterrati, sono stati tutti molto gentili con me, ho viaggiato con un collega di papà che mi ha salutato nel gate perché doveva prendere un volo interno, saluto le hostess e i piloti, soprattutto quello molto carino. Peccato che sia troppo grande per me se no un pensierino l'avrei fatto.

Esco dopo il controllo e accompagnato fino all'uscita dall'hostess, vedo un cartello "LUCA, AUDITION GAY, PORNO HUB" porca miseria, è Andrea, cazzo è sempre più figo mio fratello.

Si dev'essere abbronzato un po', la pelle dorata e i capelli più lunghi legati in un codino, l'orecchino e i jeans strappati e la sua maglietta dei Ramones, lo riconoscerei ovunque, con quell'aria a metà tra un ragazzino perduto e il tipo più figo della compagnia.

Ma ha decisamente qualcosa di diverso sorride con quella sua faccia da schiaffi, mi fa morire, non fosse mio fratello gli farei la corte fino a convincerlo. Ma ci siamo già baciati una volta e tra noi non è possibile, manca la scintilla. Ma che cosa vado a pensare...

-Andrea, coglione!-  rido mentre lo travolgo in un abbraccio, poi urlo a vendetta -mio piccolo Bottom!- in inglese lui sta al gioco e mi guarda e ride. Le persone si sono girate a guardarci, ma come al solito lui mi si butta addosso e ad alta voce dice -Honey farei tutto per te!-

-Mi sei mancato cazzone-  scoppiamo a ridere mentre un gruppo di turisti italiani ci guarda scandalizzati e Andrea da bravo stronzo si gira e dice ad alta voce -Mi sei mancato ma soprattutto mi è mancato fare sesso con te ovunque, andiamo a casa che mi devi scopare- vediamo un paio di signori di mezza età che ci guarda schifati, si vede che sono italiani, chissà perché sono venuti in Thailandia, da come sono vestiti non per affari.

Lo prendo per mano e andiamo al nastro trasportatore a recuperare le valigie, un uomo che segue Andrea come un ombra prende le valigie. 

-Come stai? Ti sono mancato?- mi dice Andrea con quel faccino da bambino. 

-Certo che mi sei mancato bro, è stata una merda l'estate senza di te!-

-Ok ma adesso sei qui con me, andiamo a casa, ti fai una doccia, ti cambi e usciamo, oggi ti porto io in giro ok?"-

-Certo ma devi parlarmi di questo Ford, mi devi raccontare un po' di cose non credi!?- vedo i suoi occhi velarsi, allora gli metto il braccio intorno al collo, non me lo ricordavo più basso di me.

-Cazzo, che cosa ti hanno dato da mangiare in ospedale? Sembri più alto?- 

Scoppio a ridere,-Mi hanno dato la roba buona!- dico con un sorriso e sento la sua risata cristallina, mi è mancato questo piccolo stronzo. Adesso posso chiamarlo piccolo e rido.

-Hanno detto che devo crescere ancora in altezza, tappo-

Bangkok è una metropoli enorme, continua chiedermi di tutti e rispondo come posso, sono un po' stanco di tutta la traversata, ma non devo dormire altrimenti ci metto più tempo a riprendermi dal jet lag.

Domani andremo a scuola ma adesso voglio capire che cosa è successo, sembra strano, non ho mai visto i suoi occhi così tristi, anche se sorride, io glielo leggo dentro, mi ricorda l'Andrea delle medie dopo l'incidente, con quell'aria da cucciolo perso, che mi faceva solo incazzare di più e non capivo perché, poi l'ho scoperto, avevo una cotta per lui, ma ai tempi non ne ero cosciente, ero un ragazzino incazzato che non capiva cosa provava per i ragazzi.

Se non avessi fatto il corso sull'identità di genere, non avrei scoperto che possiamo cambiare idea, ma ora per me è mio fratello, gli voglio un bene dell'anima e chi tocca o lo fa soffrire è un uomo morto!

-Andrea, seriamente, mi dici cosa c'è che non va? Non sei il solito Andrea-

Gli dico guardandolo negli occhi, lui abbassa lo sguardo, non è un buon segno. 

Un biglietto di sola andataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora