Capitolo 5

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Guardo la mia immagine riflessa nello specchio del bagno, guardo il mio viso, il pallore che sembra essere sceso in me, come se nelle vene mi scorra ghiaccio e fuoco nello stomaco, non capisco cosa mi succede.

Più penso alle sue parole, più mi sento a disagio, le cose non sembrano migliorare, mi lavo la con l'acqua fredda sperando di tornare in me, ma se qualcosa doveva andare storto ecco che da dietro alle spalle mi sento toccare la spalla, -Ahhh- quasi cado per terra della paura, -Ehi Andrea tutto bene?- - si- sussurro mentre vedo il volto di Sunny, mi guarda in ansia, poi abbassa lo sguardo.

-Ehi... che succede? Qualcuno ti ha dato fastidio?-

-No...- continuo a rispondere a monosillabi, mentre lui non sembra la stessa persona che mi avrebbe ucciso in classe se avesse potuto.

-Vorrei parlarti di una cosa importante Andrea, ma non so come dirtela, in fondo noi non siamo amici- lo guardo con aria interrogativa, oggi non c'è un attimo di tregua a quanto pare.

-Volevo ...-
-ANDREA!!!- entra urlando Ford -Stai bene???, dove sei?- neanche un uragano mi travolge così, Ford entra sbattendo la porta, -sì...- rispondo con un filo di voce, lui mi abbraccia e mi ritrovo avvolto al caldo e finalmente mi sento un po' meglio, vedo Sunny uscire dal bagno con la testa bassa.

-Nong ti porto a casa, fammi chiamare il tuo referente, si vede che non stai bene- mentre lo dice praticamente tutto inizia a diventare sfocato, e poi improvvisamente tutto nero.

Silenzio, il ronzio leggero del condizionatore, mi sento toccare, chi mi sta toccando? tutto questo non va bene, mi alzo di scatto sgranando gli occhi, -Stai giù ragazzo!- e sento una mano fresca sulla spalla.

-Dottore cos'ha?- sento la voce di Ford, inizio a mettere a fuoco, e lì in piedi vicino ad un uomo con un camice bianco.

-Niente di grave, direi, sembra stanchezza- poi mi guarda -Da quanto tempo questo ragazzo vive in Thailandia?-

Ford mi guarda -Sono circa 45 giorni-

-Capisco, dovrebbe rallentare un po' il suo stile di vita, prenderla con più calma, sembra molto affaticato! Lo accompagni a casa e si assicuri che faccia dei pasti leggeri ma nutrienti, lo faccia riposare il più possibile e gli dia questi sali minerali, dovrebbero aiutarlo a questo cambiamento climatico, a quanto ho capito non si è ancora abituato al nostro clima. Poi mi dia il numero di telefono dei genitori, è stato un comportamento irresponsabile non dare il giusto riposo e il tempo di adattarsi ai cambiamenti per un ragazzo con un fisico così gracile-

Oddio sta dicendo che sono anoressico? Io che mi mangio anche un bue nei giorni pari e pure in quelli dispari?
Vorrei rispondergli a tono ma so che mi metterei nei guai e tutto sommato l'idea di dormire un paio di giorni non mi dispiace affatto.
Potrei guadagnarci da questa situazione, il vecchio si sentirà in colpa, visto che mi ha sfiancato e mi ha portato qua per occuparsi di me ed invece io mi ammalo per colpa sua, godo, posso scappare in Italia per la sua incompetenza? Potrei fare come quei ragazzi che fanno causa ai genitori, chiedere l'emancipazione, ma qui c'è? Mi faranno tornare in Italia.

Il dottore esce e Ford mi guarda con un aria spaventata, si avvicina a me, mi sposta una ciocca di capelli
-Babe ti porto a casa- sussurra e mi aiuta a sedermi ed invece di farmi scendere mi abbraccia -ho avuto tanta paura che ti sentissi così male per colpa mia, che cosa è successo?-

Mi abbraccia, questi abbracci sono così caldi e rassicuranti, cosa mi succede, mi viene voglia di piangere, ma io non piango mai, ma da quando sono in questo paese sembra che non faccio altro, perché...

Sento le dita di Ford che mi sfiorano le guance, -non piangere Andrea, sono qua, va tutto bene, ci sono io- e mentre mi asciuga le lacrime con un dito mi sfiora le labbra.

Un biglietto di sola andataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora