Capitolo 12

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Toc toc -Posso entrare?- la porta si apre ed è Ford, bellissimo come sempre, corro tra le sue braccia e non so neanche il perché.
Mi sento come un bambino che corre appena il papà ritorna, ma tutto quello che voglio e godermi un abbraccio, tiro su la testa e lo guardo negli occhi.
-Andrea, tesoro, se fai così facciamo tutt'altro invece che uscire!- mi dà un bacio sulla guancia e un flash back di quello che è successo il mattino con Can mi passa attraverso gli occhi. Cosa devo fare? Gliene parlo o taccio?

-Ford...- -dimmi, ho fatto qualcosa di sbagliato?- mi sento in colpa, ma so che non è dipeso da me, ma per quel poco che lo conosco ho paura che reagisca male, non lo so, mi sento come uno di quei fidanzati la cui ragazza ha sognato che lo tradiva e viene punito tutto il giorno, non so come comportarmi.
Muovo la testa per dire di no, mi stacco da lui con un bacio leggero sulle labbra e prendo il mio portafoglio, -Usciamo!- dico con un sorriso.

Lui mi prende la mano, la bacia e mi trascina fuori di casa. Andiamo a passeggiare nei dintorni, camminiamo insieme abbastanza rilassati, la mia mano nella sua e nessuno sembra dirci nulla.

-Mi sembra così strano Ford...-
-Cosa Andrea?!-
-Poter camminare così, senza nessuno che ci guarda male o che ci dice qualcosa?-
Ford mi stringe la mano e mi trascina in un abbraccio e mi bacia la guancia, un gruppo di ragazzine lancia un urlo e ridono, cerco di liberarmi dal suo abbraccio e mi guardo intorno preoccupato. A parte le ragazzine ed una signora anziana che mi sorride nessuno sembra far caso a noi.

Mi prende per la mano e sorride, il mio cuore sembra fondersi dal calore che sento dentro di me, abbasso lo sguardo perché mi sento andare a fuoco -va tutto bene piccolo, stai tranquillo, qui nessuno ti farà del male e poi ci sono io a proteggerti.-

Faccio di sì con la testa, sento le mie guance avvampare di calore, cosa sono queste sensazioni, mi piace per una volta essere coccolato e protetto, è qualcosa che non provavo da tanto tempo.

Mi trascina in un posticino tranquillo, per un caffè ed una fetta di torta, parliamo di tutto, della sua infanzia, di mia madre e del nonno, di Torino, di come mi piacerebbe camminare lungo il fiume in autunno, con le foglie che cambiano colore e di come in questo periodo tutta la collina della mia città si tinge di giallo e di rosso.

Della cioccolata calda, delle brioche la mattina con il cappuccino, mentre parliamo senza che me ne accorgo si avvicina sempre di più.
-Mi dispiace Andrea, posso solo immaginare come ti possa mancare la tua vita prima, so che non posso colmare quel vuoto-abbassa lo sguardo sul suo caffe e poi mi guarda di nuovo intensamente.
-Farò tutto quello che mi è possibile per rendere la tua vita più felice possibile qui a Bangkok.-

-Grazie- sussurro e non so perché predo la sua mano sotto il tavolo e la stringo, sento le sue dita intrecciarsi con le mie, vorrei baciarlo.

-Andrea voglio portarti in un posto...-
-Ok andiamo...-

In poco tempo arriviamo a casa, -Scusa Ford? Non capisco, cosa vorresti fare?-
Lo guardo con uno sguardo tra il divertito e il curioso... cos'hai in mente?

-Tranquillo Andrea, certo che vorrei fare altro, ma non è quello che pensi tu.-
Mi guarda divertito.

Entriamo nell'ascensore e arriviamo all'ultimo piano, e mi porta sul tetto.

Apre la porta e trovo qualcosa che non mi aspettavo, una coperta e un cestino da picnic, la città si illumina sotto i miei occhi mentre il buio della notte. È semplicemente meraviglioso.

Mi mette una cuffietta e poi si mette l'altra lui è fa partire la musica  e mi stringe in un abbraccio, mentre una canzone ci accompagna balliamo insieme sotto le stelle.

Credo che questa sia la serata più romantica che io abbia mai vissuto, mentre balliamo mi sento così al sicuro e calmo anche se il suo volto è così vicino al mio che le nostre labbra si sfiorano appena, mi stringe a sé, mi sembra di sciogliermi, la sua bocca, le sue labbra, il suo respiro si fonde con il mio.
-Sei bellissimo Babe- e mentre lo dice inizia a baciarmi, un bacio dolce, delicato. Non pensavo di poter vivere tutto questo, mi sento così bene.

La serata passa tranquilla mangiando frutta e snack vari e mi lascia anche bere un birra, ridiamo e parliamo fino a che non è ora di rientrare.

Mentre entriamo in ascensore gli butto letteralmente tra le sue braccia -Ford, grazie, sei incredibile-

Lui mi accarezza il volto ed io spingo la mia guancia contro la sua mano e lui fa quel sorriso dolce e sexy a cui non so resiste, lo bacio, dapprima in modo dolce appena sfiorando le sue labbra con le mie, poi la mia mano scivola sul suo collo e inizio ad inseguirlo e lui che si lascia trascinare in questo bacio che sembra una danza delle nostre anime.

Fino a che la porta si apre e mentre siamo fusi l'uno nell'altro -Oh ciao Andrea, che bello vederti, così- tremo sentendo la voce di Can in italiano.
-Mi sa che sei un gattino voglioso, devi provare me non lui, io sono 100 volte meglio, puoi chiedere ai suoi ex- continua, mentre con fare protettivo Ford mi spinge dietro di sé... non avrà capito una parola ma la tensione tra loro è palpabile.

-Fottiti- sono le uniche parole che riesco a dire.
-No tesoro io voglio fottere te!-sgrano gli occhi e prendo la mano di Ford e lo trascino in casa mentre Can ci segue ridendo...

Mi tremano le mani mentre cerco di far leggere l'impronta alla serratura elettronica.
-Tranquillo Andrea ci sono io-dice Ford mettendo il suo indice sul lettore.

La porta si apre e senza aspettare che si chiuda trascino Ford in camera mia e chiudo la porta a chiave.
-Ti prego non lasciarmi qui da solo- Ford mi stringe forte tra le sue braccia, -non ti lascio Andrea, sono qua!-

Poi mi inizia a spogliare, -cosa fai?- dico alzando un po' la voce e cercando di spostarmi -tranquillo adesso ci facciamo una doccia e poi ci mettiamo a dormire-.

Sento il volto in fiamme, mi vergogno in questo momento -Andrea ho visto tutto di te, stai tranquillo-

-Vai a farti una doccia, io ti aspetto qua.-

Neanche mezz'ora dopo siamo sotto le coperte con Ford che gioca con i miei ricci e canta All of you di John Legend, e mi bacia la tempia, sembra che il mondo sia diventato un posto così tranquillo, ed io mi sono dimenticato di tutto, di tutti i problemi, di mio padre, di Marco, di Can, ma non di Luca. Devo solo avere pazienza domani richiamo suo padre.

Un biglietto di sola andataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora