Capitolo 13

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La notte è stata tranquilla, dormo sempre bene tra le sue braccia, niente incubi, niente risvegli, solo un sonno lungo e sereno.

Ford dorme ancora, è appoggiato al mio collo, sento il suo respiro regolare, vorrei rimanere qui, ma oggi tocca  a me occuparmi di lui. Voglio preparargli la colazione, scivolo fuori dal letto, metto i pantaloni della tuta e vado in cucina.

Preparo un vassoio con frutta, un caffè americano amaro come piace a lui, e del pane tostato con la nutella. Mentre sto mettendo in ordine in cucina e lavo quello che ho utilizzato sento due mani appoggiarsi sui miei fianchi, e sorrido, sento il suo bacino dietro di me che spinge contro il mio fondo schiena.

Mi metto a ridere -Dai Ford non è il caso-

C'è qualcosa di strano però perché non parla e una strana sensazione si impossessa di me, come un fastidio mentre sento il suo respiro caldo sul collo e le sue mani che mi spingono di più contro il suo bacino...

-Ford smettila mi dai fastidio-

-Micino, non arruffare il pelo!-

Chi cazzo sei? Non è Ford! Mi si spalancano gli occhi e la porta viene improvvisamente sbattuta dietro.

-Lascialo immediatamente- urla Ford, mi cerco di spostare anche se il panico si sta diffondendo in me, sono come paralizzato, ora capisco Luca quando mi dice che si sente come congelato quando ha paura, per me è una sensazione nuova, non sono mai stato così sensibile.

Ford avanza, lo sento dietro di me, che sposta fisicamente.

Can che non parla ma ride.

-Andrea- dice Ford con una voce tra l'arrabbiato e il preoccupato, ma quando mi gira vede il mio volto e si impietrisce e mi stringe forte.

-Va tutto bene, amore mio, calmati.-

Sono sotto shock, non credevo potesse succedermi una cosa simile.

-Oh quante storie, per un semplice abbraccio. In fondo siamo amici io e il micino!-

Sento le parole di Can arrivarmi ovattati, ma qualcosa mi si sblocca dentro.

-Noi non siamo amici e non lo saremo mai, non so quale siano i tuoi problemi, ma curati!-

-Prendi il vassoio- ordino a Ford che fa immediatamente quello che gli dico, poi mi giro verso Can.

-Ringrazia che ti ha salvato il mio ragazzo se no a quest'ora saresti per terra!-

Alle mie parole Ford si illumina mentre vedo che Can rimane impassibile. Che problemi ha questo ragazzo, spero che serva per farlo calmare un po', cercherò un altro insegnante di Thai, non voglio avere a che fare con lui, o cercherò di tenermi a debita distanza da lui.

Mentre rientriamo nella mia stanza, mi sento sempre più in imbarazzo, ho permesso ad un altro di toccarmi come fa Ford, mi sento sporco e mi sento in colpa, ma in fondo io non ho fatto nulla, ma non gli ho mai detto di no chiaramente.

Vorrei la mia mamma, lei avrebbe saputo cosa dirmi, come farmi stare meglio, spiegarmi dove avevo sbagliato, ma non ho fatto neanche in tempo ad avere la prima ragazza che lei non c'era più, chissà cosa mi avrebbe detto di Ford?

Mi avrebbe accettato per quello che sono? Ma sono così diverso da prima?

-Andrea- la mano di Ford mi accarezza il volto.

-Va tutto bene piccolo? Che succede?-

-Io...- le parole mi muoiono in gola.

-Andrea, va tutto bene-

-Io... mi dispiace Ford, pensavo fossi tu, puoi non credermi, ma davvero...- ed inizio di nuovo a piangere.

-No babe non piangere, non hai fatto niente di male, Can è uno stronzo, lo sin da quando eravamo piccoli. È cresciuto così, viziato e senza rispetto! Lo so che non è colpa tua!- ma sento dentro che qualcosa non va e non so cos'è.

Ho paura di perderlo, non ho mai avuto paura di perdere nessuna delle mie ragazze, anzi ero io che le allontanavo, iniziavo ad ignorarle, facevo lo scemo con altre, sperando che mi mollassero. Era meglio essere mollati, più facile da gestire, invece che passare per lo stronzo, si meglio leggermente che totalmente.

Abbasso lo sguardo, -Non lasciarmi ti prego-

Non so perché sussurro queste parole, sento Ford che mi stringe forte, -non lo farò mai amore- mi bacia la fronte.

Quando sollevo lo sguardo vedo le lacrime che scivolano sulle sue guance, sta piangendo.

-No ti prego Ford non piangere, non essere triste, è tutta colpa, non voglio che piangi per me. Dio mi sento uno stronzo-

Ford mi bacia con forza, mi tira a sé, inizia ad accarezzare i miei fianchi, bacia la mia mascella, il collo, scende in ginocchio e mi sposta la maglietta ed inizia a baciarmi i fianchi.

Sento i brividi lungo la schiena -No Ford, non voglio adesso- si ferma e si siede per terra. Sembra affranto, mi siedo accanto a lui.

Mamma aiutami a spiegarmi.

-Ford, sei l'unico uomo che voglio che mi tocchi, che mi baci, che mi protegga, non l'ho mai permesso a nessuno da ormai quattro anni, mi difendo da solo. Con te io sono a casa, io credo che tu sia ...-

Vedo che mi guarda intensamente.

-Non mi fare dire qualcosa per cui non sono pronto- prendo la sua mano tra le mie -Sappi che tu sei tu e non sono interessato a nessun altro o altra-

-Grazie Andrea, ammetto che avrei voluto spaccargli la faccia, ma tu mi hai detto che sono il tuo ragazzo, e per me tu sei importante sopra ogni cosa, mi hai reso felice e non voglio che tu ci stia male per colpa sua. Smetti di far girare la tua testolina e stai qui con me- nel mentre mi tira tra le sue braccia.

-La nostra prima volta sarà speciale, te lo prometto Andrea-

-Basta che vai piano, mi fa paura- lui sorride e mi abbraccia più forte. Il mio uomo, oddio cos'ho pensato, posso dire che è mio?

-Sei mio- gli dico nell'orecchio e poi lo bacio scappando via da lui che rimane con la bocca aperta, si alza di scatto ed inizia ad inseguirmi per tutta la stanza, io rido e gli lancio i cuscini contro.

-Tregua, tregua- lui si ferma e sorride sornione.

-Ok ma solo se ...-

-Solo se? Che cosa?-

-Solo se ti fai baciare come si deve!- dice con un sorriso trionfante. Vado vicino a lui e lo bacio ma suona il mio telefono e mi stacco di corsa.

È mio padre e ti pareva, chi altro poteva interrompermi in un momento simile.

-Pronto Andrea, te lo dico velocemente-

-Si papà-

-Luca verrà da noi appena starà bene, ci vorranno un paio di mesi, intanto sarà seguito a casa nello studio da suo padre-

-Davvero? Grazie, grazie, grazie. Dimmi cosa vuoi in cambio e lo faccio!-

-Non voglio nulla, a parte che studi e cerchi di andare d'accordo con tua sorella, so che ha un carattere particolare ma cerca di capirla ok?-

-Agli ordini!-

-Buona giornata Andrea- mi chiude il telefono, ma chi se ne frega almeno avrò con me Luca.

Sorrido a Ford che mi guarda dubbioso "buone notizie?" "ottime direi, dobbiamo festeggiare!" e lo butto sul letto dandogli piccoli baci sul collo. "Andrea alzati, così è pericoloso" ma mentre lo dice mi attacco a lui come un koala.

La giornata passa tranquilla, mentre Ford studia, io recupero le lezioni perse, per fortuna sono sempre stato bravo a scuola. L'unica cosa che non riesco spiegarmi e cosa ci facesse Can a casa nostra la mattina così presto.

Un biglietto di sola andataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora