Capitolo 20

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Oggi andiamo a scuola di nuovo insieme, non vedo l'ora di presentargli tutti. Usciamo prima degli altri, Luca non vuole vedere Snow e Can, mi ha detto che è meglio se non ci vedono uscire e neanche io ho voglia di incontrarli.

Ho chiamato già un taxi, adesso dopo quasi due mesi riesco a dare l'indirizzo della scuola e farmi capire, poi uso il traduttore sul telefono, devo dire che sta diventando un abitudine.

-Luca ricordati che qui parlano o tutti thai o inglese, le lezioni sono tutte in inglese, anche le lezioni di letteratura che seguiamo noi sono in inglese!- mi fa di si con la testa.

-Dai non ti preoccupare, ci sono io con te, affrontiamo tutto insieme!-.

Lo guardo con gli occhiali da sole e la divisa da Dora l'esploratrice, devo fargli una foto di nascosto e mandarla a suo padre. Comunque sta diventando sempre più figo, sembra più calmo e riflessivo rispetto al Luca di qualche mese fa.

-Andrea, sono un po' in ansia!-

-Stai tranquillo, andrà tutto bene... ah non te l'ho detto siamo in classe insieme!- gli faccio l'occhiolino.

Lo vedo rilassarsi sul sedile del taxi, ma quando questo entra nel giardino della scuola lo vedo agitarsi, vede gli edifici bianchi allineati, e sembra stupito.

-Ma scusa questa è tutta la tua scuola?-

-No Luca, un enorme scuola privata per ricchi!- 

-Si un enorme parco giochi per ricchi.-

Il taxi si ferma nel parcheggio dell'università ma va bene lo stesso, faccio un po' di fatica a capire il tassista, ma alla fine tra inglese e thai riesco a pagare la cifra corretta.

Questa mattina è piena di gente, mi sento stranamente gli occhi puntati addosso, da quando tutti mi hanno fatto notare che mi osservano, cavolo è vero.

Un paio di ragazzi più grandi mi sorride, e riesco a capire qualche parola, del tipo che bel bocconcino, o che culetto... ma ti pare che mi devono trattare così.

Luca si accorge del mio nervosismo e mi mette un braccio sulle spalle, come a marcare il territorio e lancia occhiatacce, sì ma stai calmo amico mio, nessuno mi mangia.

-Ti sei accorto che ti guardano? Ti sento nervoso? Stai tranquillo ci sono io!-

-Si ma Luca un po' meno, dai siamo a scuola cosa vuoi che mi succeda.-

Arriviamo davanti al nostro edificio che sento un bisbigliare dietro le mie spalle e poi vedo Colette correre verso di me che cerca di abbracciarmi e Luca che mi sposta dietro di lui 

-Chi sei? E cosa vuoi?- le dice in inglese.

-Chi sei tu?- risponde lei stizzita.

-Chi sono non ti riguarda!- poi si gira verso di me ed in italiano mi dice -Chi è? È lei?-

Faccio di sì con la testa e lui la guarda dritta negli occhi.

Poi a voce alta in modo che tutti possano sentirlo dice in inglese -Chiunque voglia qualcosa da mio fratello deve prima chiedere il permesso a me! E solo se io concordo potete parlare con lui.-

Quasi scoppio a ridere, Luca il dittatore è tornato.

-Esagerato- gli sussurro

-Andrea, basta farti rovinare la vita da chi non sa sistemare i problemi da solo e ne crea altri a chi chiede aiuto- abbasso la testa, questa frase mi fa male.

Mike mi si mette al fianco e dice -anche con me! Ve la dovete vedere, sia chiaro!- si guardano ed è come se in un giorno mi ritrovo due guardie del corpo al prezzo di uno.

Colette mi guarda di soppiatto.

-Andrea tesoro, ma cosa succede pasticcino?-

-Pasticcino il mio culo- le fa il verso Luca cercando di imitare il suo accento francese.

-Calmatevi- urlo mentre cerco di riportare la situazione alla normalità, oggi muoio se continuano così.

-Colette, mi dispiace, ma non mi piace mentire anche se è per salvare un amica, e non avrei dovuto accettare sin dall'inizio, puoi dare il mio numero a chiunque te lo chieda, ma tanto le cose non cambiano. Ho già una persona che mi piace, e non sono incline a tradire la sua fiducia, sei una mia amica ma non posso sacrificare il mio cuore per te.-

Lei abbassa la testa -Mi dispiace-  sussurra - ho cercato di sfruttare una brutta situazione per avere una possibilità con te- 

Le accarezzo la testa. -Va tutto bene, Colette. Mi dispiace non poter ricambiare i tuoi sentimenti ma grazie per avermeli detto.-

La vedo che si asciuga una lacrima con la manica della felpa, e poi mi sottovoce mi dice -Ciao a dopo-  ci lascia tutti lì.

-Ciao sono Mike e tu sei?-

-Piacere Luca, sono il miglior amico di Luca e sono italiano come lui-

-Davvero, però hai un accetto così british, parli un inglese impeccabile-

-Ti ringrazio, merito di mia madre, è insegnate d'inglese e mia nonna è Londinese, quindi tutte le estati le passavo con Andrea a Londra.-

Sunny non parla, continua a guardare Luca e cercare di non dare nell'occhio ma il mio amico l'ha già notato.

-E tu piccola meraviglia come ti chiami?- è partito all'attacco, non avrei mai pensato che gli potesse piacere un ragazzo come Sunny, che sembra molto più femminile del suo ultimo ex.

Sunny abbassa lo sguardo e arrossisce, non credevo potesse essere così timido, Luca si avvicina a lui, siamo tutti in silenzio e rapiti da questo attimo, più che altro vogliamo capire se risponderà.

Ma Sunny afferra la borsa e il mio polso ed inizia a correre.

-Fermati, ti prego fermati Sunny, mi fai male-

Si blocca di colpo e si gira e mi guarda negli occhi.

-Lui è Luca?!- sussurra, faccio di si con la testa.

-Non devo stare nello stesso posto con Luca, chiaro?-

-Perché? Cosa c'è che non va in lui?-

Lo guardo un po' stupito da questo suo comportamento irrazionale.

-Andrea, lui...-

- Lui? Ti piace?- dico sorridendo

-A me non può piacere nessuno- vedo i suoi occhi diventare tristi improvvisamente 

-Perché?- è l'unica parola che riesco a dire.

-Perché è così e basta-

Arriviamo alla classe vuota, per fortuna Mike ha accompagnato Luca nella nostra classe, vedo Sunny torturarsi le mani, ma che gli prende. Poi gira lo sguardo nella direzione opposta e vedo Luca che mi guarda con aria interrogativa, alzo le spalle per dire boh.

Le lezioni passano veloci e la giornata finisce in fretta. In tutto il giorno Sunny ha evitato Luca, cercando di sedersi lontano da lui, sembravano giocare al gatto e al topo.

Mentre torniamo a casa vedo Luca inquieto.

-Cosa succede? Spara!-

-Andrea, non capisco, cos'ho sbagliato?-

-A scuola? Non lo so, ti hanno rimproverato?-

-No, scemo. Con Sunny? Ho cercato di essere gentile, si ho fatto un approccio diretto, non andava bene? L'ho offeso?-

-Non credo che tu l'abbia offeso in qualche modo, forse è solo stranito, loro non sono diretti come noi! Prova a scusarti domani e si gentile e rispettoso!" "non lo so, e che mi ha colpito subito-

-In che senso?-

-Ma si l'hai visto? Sembra una bambola di porcellana, così fragile, da proteggere, è ancora più carino di come me l'ero immaginato nei tuoi discorsi!-

Gli stringo la mano, l'imperturbabile Luca si è preso un colpo di fulmine, ora voglio godermi la loro storia.

Sembrerà anche una bambola di porcellana si ma con un coltello dietro la schiena, ahahah, devo prepararmi i popcorn e godermi la scena.

Chissà Ford cosa sta facendo, mi manca quello stronzo.

Un biglietto di sola andataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora