Capitolo 2

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Sento bussare alla porta della mia camera, e mi sento chiamare "Khun Andrea posso entrare?" mentre sto per rispondere la porta si apre, peccato che sono solo in boxer e mi sto mettendo la divisa, mi sembra assurdo che nel 2023 debba vestirmi come Dora l'esploratrice con il camiciotto di mio nonno e i pantaloncini da fattorino della FedEx uff...
-Entra-dico in fondo siamo entrambi maschi e non mi vergogno del mio corpo, anzi di solito piaccio molto alle ragazze.

Ford mi guarda e guarda la mia camera che sembra un campo di battaglia, quante litigate con il nonno sull'ordine e sui vestiti. Inizia a raccoglierli da terra e li appoggia sulla sedia, si dirige verso il mio letto ed inizia a sistemarlo
-Ehi, cosa fai? È la mia roba lascia tutto così!- lui si gira mi guarda -se la tua camera non è in ordine dovrà metterla in ordine mia nonna ed io non voglio che lei si stanchi troppo! Ha un po' di mal di schiena ultimamente e mi dispiace vederla piegare per raccogliere le mutande sporche di qualcun altro-
Mi sento come un bambino rimproverato dal padre, anche il nonno si lamentava sempre per questo, non ho mai pensato che per lui fosse faticoso raccogliere i miei vestiti da terra, non ho mai pensato a lui come una persona che si può stancare, mi manca il nonno, anche se ultimamente era un po' andato con la testa.

-Ho capito Phi, scusami non ci avevo pensato- lo vedo sorridere in modo sincero, mi piace quel sorriso, credo che lo considererò come un fratello maggiore, non ne ho mai avuto uno, sarebbe stato bello averlo, almeno mi avrebbe aiutato a picchiare Luca quando ero alle medie, era così odioso allora!

-Dai Nong, sono contento che hai capito, mi sembri un bravo bambino! Andremo d'accordo spero!! -

-Bambino?- dico con un'aria incazzata!
-Bambino? Guarda che ho compiuto a giugno 17 anni, sono quasi maggiorenne e se fosse successo un anno più tardi non sarei stato catapultato in questo paese del terzo mondo da medioevo!- lui mi guarda basito e sembra risentito, maledizione alla mia boccaccia, forse non dovevo insultarlo, ma dai la Thailandia non è così avanti, è come se fosse il terzo mondo per me che arrivo da Torino, dall'Italia, noi siamo cultura, arte e cibo, siamo il paese del bel vivere... qui cosa c'è di bello oltre la povertà che ho visto ieri!

-Ok!- dice soltanto e mi sento ancora peggio!

Prendo il mio zaino, saluto mamma e lo seguo.... Scendiamo in garage e prendiamo la sua auto, e ci immergiamo nel traffico, una città caotica, piena di odori e rumori, persone che urlano per strada, poi ci avviciniamo ad una grande struttura, credo che siano raggruppate più scuole insieme, è enorme, vedo il pulmino delle elementari e delle medie, poi vedo due cartelli uno indica il parcheggio per High School e l'altro per l'università. Ford va a parcheggiare in quello dell'università e poi mi guarda e mi sorride.

-Ci siamo- mi dice. Scendo dall'auto e mi sento osservato, diversi ragazzi mi guardano ma perché cos'ho che non va, forse staranno guardando lui... perché dovrebbero guardare me.

Un ragazzo alto quanto Ford arriva, gli sorride e si gira verso di me, -Ma che bel bocconcino abbiamo qui, è una tua nuova conquista Ai 'Ford?- scoppia a ridere, i miei occhi si stringono -Scusa? Che stai dicendo idiota?-
-Ehi porta rispetto al tuo Phi piccoletto!- non mi faccio chiamare così da nessuno, soprattutto da uno cosi -Ehi coglione, guarda che fai solo più rumore quando cadi!-.
Ford mi guarda incuriosito, mentre l'altro sta per allungare una mano per afferrarmi il colletto della camicia io mi sposto all'indietro con un balzo, la mia innata eleganza, quella della scherma, tutte e due rimangono stupiti, sembravo un ballerino, con un braccio teso e uno dietro la schiena. Pronto a lanciare il mio zaino sulla faccia di quello stronzo e poi gli avrei sferrato una bella falciata dietro il ginocchio e così sarebbe stato alla mia altezza e avrei chiuso la questione.

Il bello di aver avuto una madre così tosta era che mi aveva fatto praticare tantissimi sport da piccolo, anche se non si sarebbe mai detto dal mio fisico, in fondo nell'ultimo anno non avevo fatto più nulla e non ero più così definito. Mi divertivo di più ad uscire con le ragazze che andare in palestra, forse qui potrei riprendere a fare qualcosa, non credo di avere molte possibilità con le ragazze, la mia parlantina funziona in Italia, qui è sprecata.

Un biglietto di sola andataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora