36. QUESTIONE DI SINTONIA

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Nelle belle giornate di sole Alessandro amava passare la pausa di mezzogiorno nel parco di fronte al suo ufficio. Portava il pranzo, una bottiglietta d'acqua, e se ne restava seduto su una panchina a guardare il cielo, il laghetto con le papere e la gente che passeggiava. A volte chiudeva gli occhi per qualche minuto e sonnecchiava un po'. Sentire il sole sulla pelle lo rinvigoriva e rilassava, e gli dispiaceva dover tornare a rinchiudersi nel suo cubicolo.

Anche la mattina del 16 maggio fece la stessa cosa. Scelse una panchina vicino agli alberi, dove poteva godere di un po' di ombra, e si mise a mangiare. Ma quando allungò le gambe e iniziò a guardarsi intorno la sua attenzione fu catturata da un'anziana coppia che procedeva lenta lungo il sentiero di ghiaia che girava intorno al lago. L'uomo era molto vecchio, e nonostante il caldo portava un lungo cappotto color cammello e un cappello in testa. Si muoveva zoppicando e sorreggendosi a un bastone e a sua moglie, una donnina piccola, molto magra, vestita con un abito di lana pesante, con una nuvola di capelli bianchi che le incorniciava il viso e grossi occhiali rotondi dalla montatura rossa molto vistosa. I due stavano venendo da sinistra, e l'uomo doveva avere al collo un ciondolo, una collana, una pietra di qualche tipo, che dondolando produceva un forte bagliore rosso che arrivava fino agli occhi di Alessandro. Ma le stranezze non finivano lì. L'anziano signore infatti zoppicava ora da una gamba e ora dall'altra: per qualche secondo trascinava la sinistra, e poi faceva lo stesso con la destra. Mentre Alessandro lo guardava, di colpo si alzò dritto e allungò il collo come se volesse guardare qualcosa di lontano; e per un attimo ad Alessandro sembrò che quel collo rugoso come quello di una tartaruga, e pallido, pallidissimo, si allungasse di molto, sporgendo oltre il bavero del cappottone. Strizzò le palpebre per osservare meglio, ma proprio in quel momento la moglie dell'ometto gli si avvicinò e gli sussurrò qualche parolina: subito il nonno riabbassò la testa, tornò a piegare la schiena e riprese a zoppicare.

Alessandro lo fissò con attenzione. Ma quei baffi, lunghi, folti, bianchissimi, il signore li aveva anche prima? Gli sembrò di no. Comunque riprese a osservarlo, fingendo di guardarsi intorno senza un obiettivo particolare. Man mano che avanzavano, i due anziani si avvicinavano a lui: la signora gli pareva pressappoco normale, la classica nonna che fa la pasta in casa e va a messa la domenica. Suo marito invece... per quanto a prima vista non avesse nulla di particolare nel corpo o negli abiti, appariva in qualche modo diverso... strano. In quel momento zoppicava con la gamba sinistra: d'un tratto inciampò con il piede destro su una radice: barcollò forte, si strinse a sua moglie, e lasciò cadere il bastone. Poi, quando ebbe riacquistato stabilità, si chinò un po' in avanti, allungò un braccio... quel tanto che bastava per afferrare l'oggetto con la punta di lunghe dita sottili e scure, ornate di grossi artigli neri e lucenti. Il movimento fu rapidissimo, ma la donna, che aveva visto tutto, si avvicinò di nuovo all'orecchio dell'uomo e gli sussurrò qualcosa, il viso teso in una smorfia contrariata. Poi si guardò intorno, come a controllare che nessuno l'avesse visto.

Alessandro distolse lo sguardo e gettò all'indietro la testa, fissando con impegno una nuvoletta di passaggio. Rimase fermo per qualche istante, sperando di essere passato inosservato. Poi, quando la curiosità fu troppa, fingendo di doversi grattare la cima del cranio, la riabbassò. I due nonni stavano ancora avanzando lentamente nella sua direzione, e il signore col bastone ora... era di nuovo senza i baffi. Alessandro lo vide alzare di scatto la testa e far vibrare più volte le narici, come se stesse annusando l'aria. In quel momento stava passando un grosso insetto volante, forse una libellula. Il nonno aprì la bocca, fece saettare una lunga lingua rosa, da camaleonte e in un istante se le fece sparire tra le labbra. Sua moglie stavolta emise un piccolo grido e gli diede un buffetto sulla mano, alzando poi un dito ammonitore e fingendo di rimproverarlo. Il vecchio annuì più volte, solennemente, e le sorrise leccandosi le labbra. La donna iniziò a a ridere.

QUARANTASEIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora