capitolo 29

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ANGEL

Non ho mai parlato a nessuno del mio passato, ma Husk mi pareva la persona perfetta.
A prescindere non mi piace parlare di me, tutti mi conoscono come il pornoattore, la star, una puttana. Questo è stato il lato che nascondeva il vero me da anni, tanti anni. All'inizio faceva davvero male sentirselo dire, ma poi ti ci abitui.
D'altronde non avevano torto. La verità fa male, ma le bugie?
Ho mentito a me stesso per così tanto tempo...
Mi sono fatto male da solo. Non c'è una via dove non puoi soffrire.
Ma non rimani lo stesso per sempre. Cambi, maturi e capisci cose che non potevi capire prima.
È notte fonda. Sono qui, appoggiato all'albero a pensare mentre Husk dorme. Saranno le tre di notte.
Questo posto è stata la mia salvezza, ma nello stesso tempo anche la mia rovina.
Ma ci sono affezionato.
Accarezzo la testa di Husk.
Ritorna il crampo. Quel potentissimo dolore al petto.
Sbarro gli occhi. Cazzo.
Mi stanno venendo in modo molto più frequente di prima. E arriva quando meno te lo aspetti.
Devo vomitare.
Cerco di fare il minimo rumore per non svegliare Husk, mentre mi allontano abbastanza e trovo una pianta.
Mi chino e vomito la mia anima, fino a perdere le mie energie.
Mi accascio a terra iniziando a tossire. Mi toglie l'aria.
Cerco di calmarmi. Non è successo nulla. Stai tranquillo.
Sospiro guardando la luna rossa.
Sto... bene.
Mi pulisco la bocca con il braccio e ritorno all'albero, dove Husk sta ancora dormendo.
Mi stendo vicino a lui. Il calore che emana mi fa sentire bene, protetto.
Mi coccolo del suo profumo fino a quando non trovo la forza di riaddormentarmi.

Sveglio e pimpante, sono radioso come il sole. Non vedo l'ora che inizi una nuova giornata.
Ah! Ma chi prendo in giro? Appena apro gli occhi sono già infastidito dalla luce. Mi metto con la faccia a terra. Oggi dovevo fare un bel giretto e inizio così. Evvai.
-Buongiorno.-
Husk mi mette una mano sui capelli passando le ciocche fra le dita.
Faccio dei versi che gli zombie mi invidierebbero dalla stanchezza.
-Non possiamo stare qui, fra poco arriverà gente...-
Non mi muovo da lì.
-Eddai, Angel. Coraggio, alzati.-
Sento dei passi. Husk sta camminando? Come fa se sono letteralmente su di lui?
-Che cazzo ci fate voi due qui? È meglio che spariate subito o chiamo la polizia.-
Esagerata.
A fatica riesco ad alzare la testa.
-Signora, non ce la faccio fisicamente e mentalmente, mi dia del... EHI!-
Non posso finire di parlare che Husk mi solleva da terra.
-Me lo scusi, di mattina non è la persona più simpatica al mondo.-
Husk mi porta fuori dal parco.
-Fanculo, posso benissimo camminare benissimo da solo.-
-Non mi pare proprio, avevi detto che non eri ne fisicamente ne mentalmente pronto per nulla.-

HUSK

Mi sto seriamente preoccupando, Angel era diventato troppo leggero rispetto a prima. Essere tanto magro lo aiuta, ma è diventato davvero troppo poco, non era decisamente nella massa.
E questo non è perchè non mangia o altro. Lo sto perdendo, sempre di più. Se ne sta andando lentamente. Mi fa paura.
Lo lascio andare rischiando quasi di farlo cadere.
-Che gentleman che sei.-
Sorrido. Parte un ricordo.

-Sei un vero gentiluomo!- mi dice una signora anziana mentre la aiuto a oltrepassare la strada.
-Un vero ometto!-
Ero orgoglioso, mi sento davvero un gentiluomo.
-Grazie signora.-
Mi piaceva aiutare la gente, mamma dice che devo sempre essere educato.
Sono sempre stato un esempio per gli altri, e molti bambini erano gelosi di me. Però mi volevano bene, adoravano i miei giochi di magia. Ogni giorno ci riunivano in piazza così che potessi mostrargli un nuovo gioco di prestigio.
-Husker! Come fai? Voglio essere bravo come te!-

È stato un bel periodo della mia vita l'infanzia. Almeno fino a quando non sono cresciuto e i miei mi obbligavano sempre a trovare dei bei ragazzini per le loro stupide pubblicità...
Da lì ho smesso di credere nella magia.
Fino a quando ai miei 18 anni sono arrivato a provare il gioco d'azzardo per curiosità.
È diventata ormai un'ossessione, la prima volta ero riuscito a guadagnare ben 100 dollari, niente male.

Scuoto la testa.
-Cosa c'è?- chiede Angel.
-Niente, mi è venuta in mente una cosa, ma nulla di che.-
Mi sorride.
-Dai, andiamo. Sennò perderemo il treno.-
-Treno?-

Siamo appena arrivati alla solita stazione, quella che avevamo preso l'ultima volta ( e che non era finita molto bene).
-Che c'è, ora non mi prendi la mano per paura di "perdermi"? Che scusa del cazzo.- ride prendendomi in giro.
Divento tutto rosso. Diciamo che poteva anche essere stata una scusa, ma era sensata.
Questa volta mi prende dal polso e mi porta verso il treno. Non è ancora arrivato.
-Non posso sapere dove cazzo dobbiamo andare?-
-No, ma è in un posto che volevo vedere da un po'...-
Lo guardo scocciato. Non so quanto resisterò.
-Ti prego dimmelo.-
-No, smettila.-
Ci ho provato in più momenti, ma inutilmente.
Appena sentiamo arrivare il treno e inizia ad avvicinarsi, parte un vento allucinante, che spazza quasi via la maggior parte della gente.
-È questo?- chiedo.
Angel si aggiusta il ciuffo.
-Sì, almeno credo. Non capisco un cazzo di queste cose.-
Molto bene...
Entriamo nel treno, che era palesemente pieno come l'altra volta, e con qualche difficoltà, troviamo posto davanti a due anziani.
È decisamente stretto e mi sento a disagio, visto che la signora fissa prima me e poi Angel. Il probabile marito invece sta dormendo, e fa versi simili ad un trattore.
O ad una mucca.
La signora si decide a parlare.
-Mio marito guarda i tuoi film, anche se tu sei giovane, e lui un vecchio di seconda mano sbava davanti alla TV, e se ne è prese.-
Angel la guarda in imbarazzo.
-Beh, non era di mia volontà farli, e sono certo che sono odiato da piuttosta gente ma ora ho finito con il mio lavoro, sono libero...-
-Oh, sì sì sì, lo ho letto sul giornale. Che sei stato drogato e morirai. Condoglianze ma penso che troverai di meglio rispetto a questo postaccio.-
Angel guarda a terra.
La signora poteva anche andarci piano. Tanto è una vecchia, e i vecchi qui all'inferno non capiscono un cazzo.
La anziana posa lo sguardo su di me.
-E tu chi dovresti essere? Il manager?-
Il vecchio vicino a lei si alza di scatto.
Si pulisce la bava che gli si era formata.
-Tesoro, non lo riconosci? È l'ex overlord, quello che dicevi che era sexy. Il ludopatico!-
Sbarro gli occhi e Angel a sentire quelle parole si mette a ridere.
-Oh sì, non prendermi per il culo. Ormai sono ad età avanzata e la mia memoria non è più quella di un tempo, è davvero basso.-
Appena cerco di oppormi Angel mi zittisce.
-Concordo a pieno con lei, è un nano.-
-Non sono basso! Sei te che sei più alto del normale.-
Potevano insultarmi in tutti i modi, ma sulla mia altezza no.
IO NON SONO BASSO!
Giusto...?
-Certo che hai trovato un tipo permaloso,  mio marito dorme, scorreggia e guarda la TV, le sue giornate non sono tanto diverse. Almeno non rompe il cazzo.-
Ma è possibile che ogni volta metto piede in un treno quelli davanti a me mi devono per forza insultare?
Rimango incazzato per tutto il viaggio mentre ascolto i discorsi della nostra amabile signorina.

Il treno si ferma.
"Siamo in destinazione del girone: ira. Vi preghiamo di scendere con calma e senza spingere."
-Ira?-

SPAZIO AUTRICE
Scusate se il capitolo non è dei migliori ma è perchè sono mezza esaurita con la scuola, ma è meglio lasciar perdere.
Tiè, beccatevi un signore scorreggiatore.
Bye ;)
  

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