Qualche giorno dopo
KNOX
La sabbia si sta rinfrescando piano piano, anche se il sole non è ancora sceso sotto l’orizzonte.
C’è un enorme telo bianco a pochi metri dalla siepe che divide la villa dalla spiaggia, sormontato da un grosso arco di fiori. Dietro, si intravede il mare e i colori infuocati del cielo, che sfuma dal rosso, al rosa, all’arancione.
È la serata perfetta.
E io non potrei essere più agitato di così.
«Gli verrà un colpo» commenta Alison, alla mia destra.
Indossa uno splendido vestito celeste, leggero ed estivo. Ha detto di averlo portato per qualche cena elegante e non potrebbe essere più perfetto neanche se lo avesse comprato di proposito.
È sempre stata molto magra e nonostante sia alla dodicesima settimana di gravidanza, la curva della pancia non si vede per niente. Non vedo l’ora di poterla sentire con la mano. Non vedo l’ora di poter parlare con mio nipote attraverso di lei e percepire le sue risposte sotto forma di piccoli calci.
È proprio per via della notizia, che mi è venuta in mente questa follia.
Ci ho rimuginato tutta la notte successiva e quella dopo. Quando ho fatto l’amore con Noah, quando mi sono addormentato con le braccia intorno a lui, quando ho guardato il suo viso rilassato al mattino.
Alla fine, ho optato per l’approccio alla “Knox”.
Basta riflessioni, basta paranoie.
O la va o la spacca.
Quindi, eccomi qua.
Indosso pantaloni lunghi e una camicia bianca, aperta sul petto. Il vento mi soffia tra i capelli e sono venti minuti che stropiccio il pezzo di carta che ho in tasca, quello con su scritta la promessa.
A dire il vero, la so a memoria, ma ho paura di andare nel panico, quindi ho preferito metterla nero su bianco, per qualunque evenienza.
Noah non lo sa.
Non sa niente.
Julian lo ha fatto uscire con la scusa di voler fare una corsetta sulla spiaggia di Santa Monica.
Hanno preso la macchina, sono andati a Los Angeles e sono tornati solo un quarto d’ora fa. Julian mi ha raggiunto per dirmi che Noah era appena andato a farsi la doccia. In teoria penserà lui a farlo vestire per l’occasione, inventando un’altra scusa, in pratica non mi interessa com’è vestito.
Spero solo che non si spaventi.Spero solo che non si arrabbi perché ho preso questa decisione al posto suo.
Voglio dire… può dire di no. Può dire di sì e scegliere di fare la cerimonia in un altro momento, con i suoi genitori e altri amici. Quello che vuole, lo accetterei.
Solo che… non sono riuscito a trattenermi.
Cazzo, ho esagerato.
È troppo.
Non gli piacerà.
«Stai assumendo uno strano colorito da vampiro» commenta Aiden, fermandosi davanti a me.
Controlla i miei capelli, mi sistema la camicia. «Se ti viene da vomitare, chinati per bene. Non macchiare il vestito, che costa più di casa tua».
«Vaffanculo, riccone antipatico. Non te l’ho chiesto io».
«Veramente sì. Mi hai chiesto un vestito».
«Un vestito normale. Non ti ho mica detto di andarlo a comprare nel negozio più caro di Los Angeles».
«Cose da specificare, per uno come me».
«Vaffanculo di nuovo e restaci».
Incrocia le braccia, la testa piegata da una parte, come un cane che studia qualcosa di strano.
«Sul serio, che ti prende?»
Rilascio un sospiro disperato. «Non gli piacerà». Un altro. «Mi sono spinto troppo in là. Dovevo prima chiederglielo. Vorrebbe i suoi genitori alla cerimonia, è sicuro».
«Ci saranno, in video chiamata».
Sgrano gli occhi. «Ma che cazzo dici? C’è il fuso orario e poi...»
«Senti, razza di idiota dei miei stivali, ieri mi hai detto che volevi sposare Noah, giusto? Sulla spiaggia, con la musica e tutto il resto. Che ti ho risposto?»
«Penso a tutto io» mormoro, confuso.
«Esatto. E quando dico tutto, intendo tutto. Ora… lasciando perdere che hai appena insultato la mia importante scelta sul vestiario, posso ricordarti che ho contattato un violinista all’ultimo secondo e gli ho offerto il triplo della solita paga, per liberarsi da altri impegni e venire qui. A proposito, tra cinque minuti arriverà». Abbassa lo sguardo sul polso, controllando sull’orologio del padre, simile a quello di René.
Anche Aiden non lo toglie mai.
«Posso ricordarti, inoltre, che l’officiante è già sotto l’arco floreale, che ho voluto io, ringraziami e inchinati al mio gusto, e che stanno per arrivare Jed, Ezra e gli altri amici della combriccola. Ho
dimenticato i loro nomi, ma Jed è il fotografo, no? Quindi, chi se ne frega del resto».
René scoppia a ridere, interrompendo la tempesta di informazioni che ha distrutto la mia mente in pochi secondi.
«Sì, lo so. Fa paura» commenta, indicando il fratello.
Aiden ci rivolge un sorriso arrogante. Praticamente il suo marchio di fabbrica.
«Sto aspettando un grazie».
«Grazie» ribatto, a corto di parole.
Gli sono grato sul serio, ma quando sfoggia le sue capacità in questo modo, mi fa venire voglia di insultarlo e basta.
«Bene. Adesso togliti quell’espressione da condannato a morte, perché appena Jed arriverà, inizierà a scattare foto. Vuoi che ti prenda a schiaffi per farti tornare un po’ di colore?»
«Voglio che tu la smetta di parlare».
«C’è solo un modo per farmi stare zitto e non puoi metterlo in pratica tu. Mi dispiace, tuo fratello è impegnato con l’altro sposo. Quindi, sopportami».
«Non voglio sapere quello che gli fai con quella bocca».
Mi fa l’occhiolino. «Magie, mon chéri».
Mentre si allontana, René appoggia una mano sul mio avambraccio e rivolge uno sguardo distratto a Ellie, seduta su un altro telo bianco a poca distanza dall’arco di fiori. Indossa un vestito rosa cipria, che sta bene con i capelli biondi.
«Pensa che farà quando mi sposerò io».
«Tuo fratello? Beh, ha già organizzato le nozze reali quando si è sposato con Julian, quindi non aspettarti niente di meno. Ma se sei in grado di fargli un bel bagno in un quintale di umiltà, fai pure.
Sai che ti appoggio, vero?»
«E io appoggio te. Sei l’unico sano di mente, qui». Scrolla le spalle.
«Ora, però, ascolta Aiden, che per una volta ha ragione. Un respiro profondo, rilassa i muscoli e goditi il momento. Ok? Non vorrai venire male in foto, vero? Aiden te le farà rifare tutte da capo».
«Dio, no, per carità».
Mi fa l’occhiolino, raggiunge la ragazza e tutti e due intavolano una conversazione sommessa con John.
Non possiamo parlare troppo forte, altrimenti Noah potrebbe sentirci.
«È arrivato Jed» mi avverte Alison.
Sposto lo sguardo sul gruppo di nuovi arrivati.
Jed è il ragazzo davanti a tutti, con i capelli biondi, le punte arricciate e il taglio sbarazzino.
Un anellino sul naso, uno sul labbro inferiore, una camicia blu, aperta sul petto liscio e pieno di tatuaggi. È dimagrito un po’ da quando ha smesso di gareggiare, ma ha sempre un fisico da paura.
D’altronde, anche Noah non ha perso un colpo, anzi, ora che è cresciuto, è ancora più grosso e sexy.
No, non devo pensarci.
Dietro Jed, compare Ezra, la sua altezza imponente lo mette in risalto in mezzo agli altri. Anche lui indossa una camicia sul blu, ma di qualche tonalità più chiara, sopra a un paio di pantaloni beige attillati.
Tiene tra le mani due grossi zaini, che immagino contengano l’attrezzatura di Jed. Non pensavo che i fotografi professionisti avessero bisogno di tutta quella roba, ma non giudico.
Basta che le foto vengano bene, perché so quanto ci tiene Noah.
Quanto ci terrebbe, cioè.
Se solo lo sapesse.
Il resto degli invitati è composto dal gemello di Jed, biondo come lui, ma più basso e con gli occhi marroni, e la sua ragazza Rebecca; Braxton, altro componente della squadra di nuoto ancora in attività, e Michelle, la sua fidanzata stilista; Daniel, il migliore amico di Ezra, Ben e Ollie, amici di
Jed e infine Finley, il fidanzato di Ollie.
Sì, è anche il mio ex compagno del liceo che si portava a letto qualunque donna respirasse.
La vita è strana.
L’intero gruppo non è qui per noi, ovviamente, sarebbe stato impossibile farli arrivare dall’Europa con solo un giorno di anticipo. Erano già in vacanza sulla costa californiana, solo un po’ più a sud, e quando Aiden stava cercando un fotografo, mi è subito venuto in mente.
Loro sono arrivati già da una settimana e tra un paio di giorni partono, perciò non abbiamo avuto molte alternative con le date. Fortuna che Aiden è bravo a fare pressioni alla gente, altrimenti non
so come avrei rimediato la musica e l’officiante.
«Ehi! Tutto ok? Pronto?»
Jed sbatte la mano sulla mia e poi mi cattura in un rapido abbraccio.
Inspiro, espiro.
«No, per niente».
Sorride, ricordandomi l’atmosfera familiare che aleggia intorno a me. Le persone che frequento di solito, compresi lui ed Ezra, gli amici di sempre, i nuovi affetti, un posto che mi piace.
È tutto come vorrei che fosse.
Solo che non riesco a placare la tempesta nel mio cuore, perché ho una paura fottuta di rovinare tutto.
Jed mi dà una sistemata ai capelli e si mette a preparare l’attrezzatura, mentre Ezra solleva le sopracciglia, studiando la tensione sul mio viso.
«Vuoi il mio portafortuna? Lo porto con me a ogni gara».
«Il bracciale, vero?»
«Sì. Puoi metterlo in tasca e ridarmelo dopo».
È una catena d’acciaio ricoperta da una patina nera. So che ha un incisione all’interno, ma Ezra non ne parla mai con me e Noah. Jed ha detto che è un ricordo della madre.
Per questo non gli permetterei mai di prestarmelo per un motivo simile, però apprezzo il pensiero.
Davvero, davvero tanto.
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CRAZY FOR YOU
Romance🏳️🌈Romance MM - Spin-Off di Fall For Me🏳️🌈 ✨Per Knox, Noah é il migliore amico di suo fratello. Più piccolo di lui, grandi occhi azzurri e un sorriso vulnerabile, che ha sempre avuto l'istinto di proteggere. Ma Noah é stato innamorato di suo...