26.Per questa gelosia

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NOAH


13 Maggio


Un solo attimo.
Una frazione di secondo.
E il controllo di Knox va in pezzi.
Quando appoggio le labbra sulle sue non mi rendo conto di quello che sta accadendo, di questo tornado che ci rimesta le viscere e ci avvolge nella stessa furiosa passione.
Mi spinge subito a sdraiarmi e si stende sopra di me, tutto il suo peso mi schiaccia, mentre la bocca forza la mia ad aprirsi.
Sento la sua lingua invadermi, il respiro che sa di menta, le labbra carnose
divorano le mie come se la semplice pressione non fosse abbastanza, come se il contatto non mi stesse fondendo le ossa, riducendomi a un ammasso di desiderio tremante.
Lascio la gamba destra stesa, l’altra la apro verso l’esterno, piegando il ginocchio. Knox spinge il bacino in avanti e ringhia dentro alla mia bocca, sorreggendosi con le mani sopra la mia testa.

Infilo le dita tra i suoi capelli, stringo le ciocche per aggrapparmi, perché sono
certo che mi perderò.
In verità, credo di essere già perso.
In questo scontro di denti e lingue, in questa danza bruciante che mi consuma centimetro dopo centimetro.
Knox bacia come se stesse assorbendo la vita dalla mia bocca.
E poi si muove con un dondolio sinuoso su tutto il mio corpo e io mugolo, stringo tutto quello che posso toccare, impreco e lo tiro più vicino.
Ho bisogno del contatto con la sua pelle, ho bisogno di avvertire il suo calore diffondersi su di me, come una macchia d’olio che si espande.
So che avevo detto di aspettare e voglio farlo, ma sentivo il bisogno di baciarlo da quando ho incrociato i suoi occhi, questa mattina.
Ed è appena tornato a casa con un nuovo tatuaggio che porta le cifre del suo giorno di nascita e del mio.
Stupido, sconsiderato e assolutamente senza senso.

Non so cosa voglia dire, ma solo un paio di giorni fa gli ho chiesto di restare con me qualunque cosa accada e credo che il suo gesto sia una specie di conferma.
Knox non parla, preferisce dimostrare ciò che sente, è sempre stato così.
Avrei potuto trattenermi di fronte a quel cerchietto sul naso che lo rende ancora più sexy del solito, anche se appena l’ho visto ho sentito il cazzo contrarsi per uno spasmo improvviso, ma quando gli ho chiesto del tatuaggio e mi ha risposto con quel tono di finta indifferenza, ho ceduto.
E non me ne pento.
Per niente.

L’unico rumore nella stanza è lo schiocco dei nostri baci, la stoffa che striscia e i gemiti che mi sfuggono, accompagnati dai suoi versi frustrati.
È come se stesse cercando di contenersi e a ogni mio lamento perdesse la lotta.
Abbasso le braccia per afferrare la stoffa della sua t-shirt e lui intuisce subito la mia richiesta silenziosa. Si raddrizza per sfilarla, stando attento al tatuaggio sulla spalla.

Dio, quanto è bello.

Lo voglio, cazzo. Non voglio aspettare. Lo voglio subito, dentro di me.
Mentre ci penso, la sua bocca si stacca e scende inclinandomi la testa di lato per arrivare al collo.
Quando succhia, trattengo il respiro.
«Se non mi fermi, ti strappo i vestiti» mormora, la voce roca che mi vibra sulla pelle mandando scosse elettriche in tutto il corpo.

Indosso un paio di pantaloni della tuta e una maglia di cotone e le sue mani stanno già vagando sotto l’orlo, per accarezzarmi i fianchi.
Cristo.
È fantastico.
È una sensazione che mi fa esplodere il cervello.
«V-volevo solo...b-baciarti» balbetto, lui lecca la mia pelle sensibile di nuovo.
«Questo è l’effetto che fa un tuo bacio».

Incastra il braccio sotto la mia gamba piegata e con uno strattone mi tira più giù, facendo sbattere il cavallo dei nostri pantaloni.
Ce l’ha duro come il mio, lo sento.
I suoi fianchi si muovono in avanti, aumentando l’attrito, poi si allontanano simulando il movimento che farebbe se stesse sprofondando dentro di me.
Lo sto bramando.
Sento l’eccitazione vibrarmi anche sotto alle palle, la tensione accende il fuoco in ogni centimetro di me. Potrei supplicarlo per farmi scopare, preghiere che si fermano sulla punta della lingua.
Ma non sarebbe giusto.
Nei confronti di Marc, nei confronti di Knox stesso.
Devo chiudere una porta prima di poter spalancare questa e per quanto sia già stato azzardato baciarci, fare sesso è molto oltre il limite.
Molto oltre l’amicizia, molto oltre un rapporto recuperabile.

Sono certo di desiderarlo.
Durante la notte i pensieri si sono inginocchiati di fronte a quella voce che sussurrava il mio nome, hanno preso una forma e hanno dissipato i dubbi che mi affollano la testa da mesi. Però un conto è volere qualcosa, un conto è averla.
C’è troppo in ballo.
Questo… questa forza, questa passione, questa esplosione di sensi e battiti…
Dio mio, è tutto.

Le sue dita tirano su la stoffa, lui scivola lungo il mio corpo e mi scopre l’addome e il petto, posando baci intorno a un capezzolo e poi passandoci la lingua umida.
Mi inarco, mordendomi le labbra per non urlare.
È uno dei miei punti deboli e Knox lo rende centomila volte più intenso di quanto non sia mai stato.
Ho desiderato così tanto questo momento che mi sembra di frantumarmi sotto il suo tocco. Ansimo mentre i suoi polpastrelli accarezzano la scanalatura degli addominali, la bocca che succhia
l’altro capezzolo prima di prenderlo tra i denti.
«Knox» gemo.

Dolore e piacere si mescolano, ho il cazzo così duro che potrei morire adesso.
Si sposta più in basso, riscrivendo le regole di ciò che ho sempre pensato fosse desiderio.
È come se avessi provato le sensazioni attraverso un vetro, come se le mani che mi hanno toccato fino a ieri fossero divise dalla mia pelle attraverso un sottile strato impalpabile, che mi permetteva di provare qualcosa, ma non abbastanza.
Mai abbastanza.
Knox, invece, mi frantuma i vetri addosso e con le sue carezze mi scava dentro, bacio dopo bacio.

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