Capitolo XVIII

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Ghilbert e Malcom, protetti dalla magia del tempio, non vennero individuati e dormirono sereni, ignari dei pericoli che i loro amici stavano correndo. All'alba vennero però svegliati di soprassalto, l'intero tempio venne scosso da un forte tremore, seguito da un potente boato e proprio nel centro del grande cerchio, comparve una statua di pietra dalle sembianze umane, rannicchiata in posizione fetale su di un piedistallo di cobalto blu.

"Un'altra magia, suppongo, ma cosa o chi rappresenta?" Disse Malcom, staccando d'istinto una spada dal muro e avanzando circospetto.

"Attento, se è magica potrebbe anche ..." non ebbe il tempo di completare la frase, la statua, come aveva previsto, si animò.

Una spada si materializzò nelle sue mani e prorompendo in un potente urlo di battaglia, si scagliò contro Malcom.

Ghilbert prese anch'egli prontamente una spada dal muro e si lanciò in aiuto del re.

Il duello che ne scaturì fu duro e senza esclusioni di colpi, la statua si rompeva e si ricomponeva ogni volta che la colpivano e li incalzava sempre con maggior impeto e abilità. Entrambi erano ormai al limite delle loro forze, mentre la statua non mostrava segni di cedimento.

"Non resisteremo ancora per molto!" Disse Malcom in un momento di tregua concesso dalla statua.

"Lo so! Hai qualche brillante idea?" Rispose Ghilbert ansimando.

"Proviamo a staccargli la testa!" Propose Malcom mimando il fendente.

Senza sprecare altre parole, si misero fianco a fianco, si guardarono negli occhi e si scagliarono all'unisono contro la creatura magica, menando un doppio fendente al collo.

La testa ruzzolò sul pavimento e una sonora risata riecheggiò nel tempio, facendoli sussultare; con loro grande sorpresa la statua camminò verso la sua testa, la raccolse e se la rimise sulle spalle.

"Bravi! Erano tanti anni che nessuno veniva più a sfidarmi, da quando i maghi partirono per la guerra contro i draghi! Unendo le vostre forze siete riusciti a battermi. Onore a voi, valenti combattenti!!" Disse la statua inchinandosi profondamente.

"Chi sei?" Chiese Ghilbert abbassando la spada.

"Mi chiamo Gorgolor e sono un allenatore di maghi, sono fatto di pura magia, creato all'inizio dei tempi dal gran mago, signore di tutti i maghi, il grande Calamaso. Dalla vostra domanda deduco che voi non siate dei maghi!" Rispose sedendosi a terra con estrema naturalezza e invitando i due giovani a fare altrettanto.

"No! Io sono un ...uomo e mi chiamo Ghilbert e questi è il re di Zolforol, Malcom. Eravamo diretti verso il regno di Zefil, per chiedere aiuto; la battaglia contro i draghi è ripresa!" Disse Ghilbert con lo sguardo perso.

"Sento dalla tua voce tremolante che c'è dell'altro, avverto in te una potenza non comune! In quanto a lei, giovane re, sono onorato di aver avuto il privilegio di conoscerla!" Rispose Gorgolor facendo un altro inchino col capo, per poi rivolgere lo sguardo nuovamente su Ghilbert.

"Hai sentito bene, sono un uomo, ma sono anche un drago, a causa di un sortilegio sono stato condannato ad una vita a metà e se non riesco a spezzare l'incantesimo entro l'anno, morirò!".

"Conosci il modo per spezzarlo?" Chiese Gorgolor senza battere ciglio.

"Sì! Devo andare sulla montagna del Sole e un mago o un drago dovrà pronunciare un contro incantesimo..."

"C'è dell'altro?" Incalzò Gorgolor, facendo coraggio a Ghilbert.

"Su di me pende anche una maledizione, che solo lo scorrere del mio sangue placherà; se spezzo l'incantesimo, morirò a causa della maledizione e se non spezzo la maledizione, mi ucciderà l'incantesimo! Praticamente sono già morto!" Disse infine Ghilbert, prendendosi la testa tra le mani.

"Non disperare! Conosco la maledizione della montagna del Sole e può essere spezzata senza per questo morire! Esiste un'erba, chiamata Sangue Lunare, cresce sul monte Luna, non lontano da qui! Trovate quell'erba, appoggiatela sull'altare sacrificale e fate scorrere su di essa alcune gocce del tuo sangue, ma attenti, dovrete farlo nel giorno giusto e solo al chiarore della luna piena!".

"E quale sarebbe il giorno giusto? Come troviamo questa erba, come...?"

"Mi dispiace, non posso esservi d'aiuto in questo, posso solo indicarvi la strada verso il monte Luna; il monte stesso vi darà tutte le risposte alle vostre domande! L'ultima cosa che posso fare per voi è regalarvi le due spade con cui mi avete battuto, sono magiche e ogni volta che un nemico si avvicinerà o un pericolo incomberà su di voi, esse si illumineranno di rosso, avvertendovi per tempo. Sono state forgiate con un materiale praticamente indistruttibile, portatele con onore e che la magia sia con voi!"

Detto ciò, indicò loro la direzione da prendere, poi, tornato sul suo piedistallo, si pietrificò nuovamente e scomparve in una nuvola bianca.

"Bene, andiamo?" Disse euforico Malcom, staccando il fodero della spada dal muro, imitato prontamente da Ghilbert.

Rinvigoriti dalle buone notizie e dal sole che filtrava tra i rami della foresta, uscirono sugli scalini del tempio; il livello dell'acqua era sceso, lasciando il posto ad una miriade di rigagnoli e ad una leggera fanghiglia, che però non mutò il loro buon umore. Guardatisi negli occhi annuirono all'unisono e si incamminarono con passo deciso nella direzione indicata da Gorgolor.

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