Capitolo XXIII

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L'alba di un nuovo giorno rischiarò il mondo, una guerra era alle porte, ma la natura ignara, cantava felice per salutare il giorno nascente.

Ghilbert aveva dormito profondamente, la breve trasformazione della sera prima, durata solo due ore, lo aveva stancato immensamente e alle prime luci dell'alba gli salì la febbre.

Malcom preoccupato, chiamò il capo dei maghi, Calab.

"Il tuo amico sta morendo, il veleno sta entrando in circolo, da oggi in poi sarà sempre più debole e le trasformazioni, se ne avrà ancora, lo sfiniranno sempre di più!" Disse Calab, schiettamente.

"Quanto tempo ci rimane?" Chiese allarmato Malcom.

"Una settimana, forse meno, dobbiamo sbrigarci, trovare l'erba magica e portarlo sulla montagna del Sole!" Disse Calab.

"Già, ma la montagna del Sole è dall'altra parte del mondo, non arriveremo mai in tempo!"

Malcom disperato si sedette a fianco di Ghilbert e si prese la testa fra le mani.

"Non si abbatta così sire, dimentica che noi siamo maghi, trovata l'erba della Luna vi apriremo un passaggio magico che vi condurrà ai piedi della montagna del Sole. Da lì, avrete solo una giornata di cammino per raggiungere la sommità e quindi l'altare!"

"Questa è una bella notizia, ma il libro per il contro incantesimo è nelle mani di Draugdin, ultimo mago del fuoco e discendente del grande mago che fuggì dalle prigioni dei draghi e attualmente non ho idea di dove si trovi. Siamo stati separati e ci siamo dati appuntamento sulla montagna del Sole, ma pensavamo di avere più tempo, almeno un paio di mesi; se lui non sarà lì con il libro, tutto sarà inutile".

Calab divenne pensieroso, le mani dietro la schiena e la testa bassa, camminava avanti e indietro nella piccola stanza, cercando una soluzione.

"Il Palantil!" Esclamò d'un tratto come folgorato.

"No! Non possiamo usarlo per sapere dove si trova il mago, anche i draghi ne hanno uno e riveleremmo loro la posizione di entrambi!" Disse Ghilbert alzandosi faticosamente sui gomiti.

"Hai ragione, non ci avevo pensato, ma con il rivela maghi, non correremo quel pericolo, sì possiamo farcela!" Disse infine Calab, spiegando che il rivela maghi era una pozione che rendeva il Palantil in grado di trovare un mago, senza che nessun altro lo scoprisse.

Sorretto da Malcom, Ghilbert si alzò dal giaciglio e insieme seguirono il mago nel suo laboratorio.

La stanza era stata scavata nella roccia e mille nicchie ospitavano ampolle e flaconi colorati; una lunga libreria carica di libri di magia, chiudeva metà entrata, mentre il rimanente spazio era chiuso da un tavolato di legno scuro e una porta verde, riccamente intarsiata con incise delle rune magiche di protezione.

Ghilbert e Malcom, estasiati come due bambini in un negozio di dolci, si guardavano attorno, non prestando la minima attenzione ai movimenti del mago, intento a preparare una pozione, su di un grande tavolo, posto al centro della stanza.

"Per favore, avvicinatevi, ho bisogno del vostro aiuto ora!" Esclamò ad un tratto Calab, alzando appena la testa dal tavolo.

"Dovreste pensare intensamente a Draugdin e appoggiare le mani sul Palantil mentre io vi verserò questa pozione sulle mani. Le gocce che cadranno sulla mappa del mondo, andranno a fermarsi nel luogo in cui si trova il mago.

Malcom affermò di non poter essere d'aiuto, avendo conosciuto il mago solo il giorno prima, lasciando tutta la responsabilità sulle spalle di Ghilbert, che barcollando per la febbre raggiunse Calab e pose le mani sulla sfera, con visibile titubanza.

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