CAPITOLO 28

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Luglio 2008

La tasca anteriore interna del suo mantello era calda. Aprendo il diario a due vie, Draco vide che lo aspettava una richiesta piacevolmente sorprendente da parte di Hermione.

Potresti venire a casa mia stasera?

Naturalmente, scarabocchiò frettolosamente. Tutto bene?

Tutto bene, voglio solo vederti.

Se Draco potesse vedersi sorridere come uno sciocco alla sua scrivania, maledirebbe la sua stessa faccia. Di solito non trascorrevano insieme le sere dei giorni feriali; quindi, questa era una deliziosa deviazione dalla sua solita routine del martedì. Mentre l'orologio si avvicinava alla fine della giornata lavorativa, tuttavia, un pensiero più insidioso si insinuò nella sua mente.

Il suo messaggio era stato piuttosto breve, no? Abbastanza brusco? Nessuna punteggiatura emotiva, nessun vezzeggiativo... Non importa che non fossero (ancora) il tipo di coppia per quel tipo di comportamento.

Eppure, qualcosa in quella breve nota distaccata gli fece crescere la preoccupazione nelle viscere. Quando Draco uscì dal suo camino, era riuscito a convincersi che Hermione lo aveva convocato per rompere con lui.

Con suo enorme sollievo, nel momento in cui Hermione lo vide, si illuminò e gli gettò le braccia al collo. "Ce l'ho fatta! Ce l'ho fatta!"

Draco si tirò indietro e le sorrise. "Devo presumere di essere ora in presenza del nuovo Vice Direttore del Dipartimento per la Regolamentazione e il Controllo delle Creature Magiche?"

"Sì!" strillò, con gli occhi che brillavano d'orgoglio. Gli premette un bacio feroce sulle labbra. Ti amo.

"Ti avevo detto o no quel posto sarebbe stato tuo? Non so perché eri così nervosa?".

"Lo so, lo so, ma non volevo presumere una cosa del genere senza esserne certa."

"È ufficiale allora? Lo hanno annunciato?"

Hermione scosse la testa. "Non ancora. Amir è venuto nel mio ufficio poco prima di pranzo per offrirmi il posto. Ho accettato, ovviamente, ma i documenti non saranno firmati fino a domani. Juanita è l'unica altra persona che lo sa, si è fermata a congratularsi con me, prima di andarsene. Oh, Merlino, mi ci vorrà tanto tempo per eguagliare il suo passo. Dovrei fissare un colloquio con lei per esaminare i termini del passaggio di mansione e..."

"Whoa, whoa, Granger rallenta! Prenditi un minuto per crogiolarti nel tuo risultato. Via questi stracci da lavoro, festeggiamo stasera. In realtà, trattieni questo pensiero, tornerò subito".

Quindici minuti dopo, Draco uscì ancora una volta dal camino di Hermione, questa volta stringendo una bottiglia di champagne d'annata dalla sua cantina.

"Solo perché tu lo sappia, ho solo due di queste bottiglie, quindi considerati..."

Quello che Hermione avrebbe dovuto considerare da sola, non lo avrebbe mai scoperto. Il resto della frase di Draco gli morì sulle labbra mentre ammirava lo spettacolo davanti a lui sul divano. Oh cazzo, ti amo.

"È la mia camicia?" gracchiò, con la gola secca.

Le labbra di Hermione si incurvarono in un sorriso giocoso. "Credo proprio di sì""

"Solo qualcos'altro che hai rubato, eh?"

Hermione srotolò le gambe nude dal divano e camminò lentamente verso di lui. La camicia bianca con colletto le sfiorava la parte superiore delle cosce e aveva scosso i suoi morbidi riccioli dai confini del loro chignon.

Sapeva che lei si sarebbe opposta al pensiero se lui fosse stato così stupido da esprimerlo ad alta voce, così rimase in silenzio. Ma la parola che gli era passata per la mente quando l'aveva vista in camicia era: mia.

Remain Nameless - TRADUZIONE ITALIANA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora