d o d i c i

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"Andiamo, non puoi restare nella tua stanza per il resto della tua vita." pregò Ashton dall'altro capo del telefono.

"Posso provarci." borbottai, aprendo il quaderno di storia.

"Possiamo almeno uscire a bere un caffè? Puoi studiare lì." implorò.

"Non voglio uscire, Ash." mi lamentai.

"Vengo io da te, allora." decise Ashton e attaccò il telefono prima che potessi ribattere. Sospirai e appoggiai pesantemente la testa sul quaderno.

Non capivo come qualcuno potesse innamorarsi a prima vista, era totalmente ridicolo, avrei potuto essere una stronza totale e lui non l'avrebbe neanche saputo. Luke mi confondeva. Non voleva stare con me così sarebbe tornato ad essere un ammirato solitario, e poi prova a riprendermi. Ovviamente era stato offensivo da parte di Luke pensare che io avessi incasinato il suo posto nella gerarchia sociale, ma ha iniziato lui tutto, non io. Ora ero solo confusa, non sapevo se essere arrabbiata con Luke, o triste per il fatto che avesse rotto con me.

Pochi minuti dopo sentii bussare alla porta, corsi al piano di sotto per aprirla. Fortunatamente, non era Luke, era Ashton.

"Ti porto a prendere un caffè, non mi importa cosa dici, quindi prendi i tuoi quaderni o qualunque cosa tu voglia leggere e raggiungimi in macchina." mi salutò Ashton.

"Va bene, accidenti." alzai le mani in segno di resa. Corsi di sopra e presi i quaderni di storia e matematica, e corsi di nuovo al piano di sotto.

Corsi fuori e scivolai nel sedile del passeggero della macchina di Ash. Dalle casse usciva la musica di qualche band di cui non conoscevo il nome, ma non mi preoccupai di chiedere.

"Come stai?" chiese Ashton, mantenendo gli occhi sulla strada.

"Bene, credo." alzai le spalle e controllai sul telefono i messaggi. E anche se non volevo ammetterlo, speravo in un messaggio da parte di Luke. Sospirai, quando vidi che non ce n'erano di nuovi.

"Non penso che ti parlerà per un po'." disse Ashton dolcemente, sapendo chiaramente perché ero così turbata all'improvviso.

"Qualche volta vorrei davvero che mi parlasse." mormorai.

"Sei tu quella che continua a dirgli che non tornerai con lui." mi fece notare Ashton.

"Lo so, ma non posso fare a meno di desiderare che mi faccia cambiare idea."

"E' stato simpatico quando l'ho incontrato, a parte il fatto che voleva staccarmi la testa." scherzò.

"Era un po' iperprotettivo, credo." risi tristemente. Ashton parcheggiò la macchina e uscì. Sospirai e presi i miei quaderni.

"Eravate fortunati ad avervi." concluse Ashton, tenendo la porta aperta per me.

"E' solo che, sono stata una stronza con lui qualche giorno fa, non immagino come si sta sentendo ora." sospirai e mi sedetti ad un tavolino.


- l u k e -

"Sei patetico, Luke." borbottò Michael sedendosi accanto a me sul divano.

"Stai zitto, Mike." lo fulminai con lo sguardo, stravaccandomi ancora di più.

"Ti ho detto di non inviare quel fottuto messaggio, Luke. L'hai inviato, non provo assolutamente compassione per te." mi derise, tirandomi uno schiaffo sulla nuca. Gemetti e guardai male Calum, che stava entrando nella stanza.

"Hey, Cal, indovina chi odia il mondo ora?" chiese sarcastico Michael. Calum alzò le spalle e si sedette sul divano accanto a me.

"Vengono alcune ragazze più tardi." disse Calum entusiasta. Michael sospirò e si passò una mano in faccia.

"Calum, ora non è proprio il momento per delle ragazze." disse tra i denti.

"Andiamo, è tutto ciò di cui Luke ha bisogno. Viene anche Jenna Fields." Calum mi sorrise.

"E' una puttana." dissi senza particolare emozione.

"Esatto." sorrise ancora raggiante Calum.

"Sei un coglione, potrei davvero iniziare ad uscire con Ashton." lanciai un'occhiataccia in direzione di Calum.

"Devi solo lasciarti andare un po', scrivo a una delle ragazze di portare da bere." rise Calum, e tirò fuori il telefono.

***

Ciò che avrebbe dovuto essere alcune ragazze si tramutò in un'enorme festa. C'erano persone ubriache ovunque, a ballare su una musica di merda e ridere, e baciarsi, ed era da sentirsi male. Le feste erano sempre state divertenti, ma ne ho avuto abbastanza in Australia, e mi sono guadagnato un soprannome per quelle feste. Quello, e andare a letto con ragazze che incontravo a quelle feste. Pensavo di averlo superato, ma chiaramente sbagliavo.

Mi schiacciai tra alcuni copri sudati e trovai un posto sul divano, tra due coppie che si baciavano.

"Amico, bevi qualcosa." incespicò verso di me con un bicchiere rosso in mano.

"Non voglio." ruotai gli occhi.

"Andiamo, prendilo, lasciati andare." Calum spinse il drink verso la mia faccia. Alzai gli occhi al cielo e lo presi. Un drink non mi avrebbe fatto male.

Un'ora dopo, comunque, avevo mandato giù tre shot due bicchieri di birra, e tutto era sfocato. Continuavo a inciampare in giro e a sorridere a delle ragazze. E poi mi scontrai con Jenna Fields, che mi stava chiaramente cercando.

Era con un gruppo di amiche, che stavano tutte ridacchiando, finché non mi videro. Jenna si voltò e mi sorrise.

"Ciao Luke." ridacchiò.

"Jenna." biascicai.

"Ti ho cercato tutta la sera." sorrise, e le sue amiche risero. Non era bella quando Beth, e Beth non era  così sfacciata, ma non m'importava, avevo bisogno di qualcuno per distogliere la mente da Beth. Non potevo più amarla perché lei non ha mai amato me e non vuole tornare con me. Ho fatto un casino, e non potevo farci nulla.

Dovevo solo promettere a me stesso una cosa. Questo Hemmings sarebbe tornato solo quella notte, poi sarei tornato ad ignorare tutti.

Anche se non stavamo più insieme, riuscii a pensare una sola cosa prima che Jenna mi portasse in una camera da letto.

Mi dispiace Beth.

mr. punk rock - l.h. au (traduzione italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora