121 Nowere

12 1 0
                                    



Ti porterò dove la luce non teme di accarezzarti
Dove la fantasia non è una bugia.
Dove non c'è differenza tra quello che hai provato e che ti é restituito
Dove ciò che ferisce poi ti guarisce e per ogni lacrima che cade hai un bacio
da raccogliere
Ti porterò dove se non ci sei il sole non splende mai
Dove è il tramonto che conta e non giudichi il mare da una singola onda
Dove la luna ti protegge anche quando si immerge
Dove il sole per sorgere ti aspetta perché l'eterno non ha fretta
Ti porterò dove la logica non è poetica e a Fanculo la metrica
Dove la marea sussurra il tuo nome ad ogni bacio infranto sulla costa
Dove le stelle guardano il tuo sorriso per illuminare la notte
Dove la pioggia è solo il cielo che ti sfiora
Ti porterò dove tutto è in equilibrio sulle nostre anime in disordine
Ti porterò dove il tuo sorriso è del colore del mio sangue
Ti porterà in un posto che non esiste e manterrò la bugia che ti ho promesso

Per raccontare il mito Selene userò le parole che non ho trovato, ti narreranno altri occhi...
Si dice che gli dei avessero forgiato i suoi occhi dalle stelle e che le rose si vergognassero di sbocciare in presenza delle sue labbra di rubino.
Si dice che si vedesse solo nei giorni di luna nuova perché un miracolo è più grande quanto meno accade.
E io non so descrivere la sua bellezza a parole e se ci riuscissi non mi crederesti.
Era bella ma non per qualcosa di così effimero come la bellezza.
Era bello il suo modo di pensare, che fingeva superficialità ma osservava gli abissi.
Era bella con gli occhi trepidavano di scintille quando parlava di qualcosa che amava.
Era bello il suo sorriso che rivelava ogni volta un segreto.
Camminava sicura con la fierezza di una regina, impassibile per non far cadere la corona con passi da passerella.
Sguardo dritto a ciò che desidera senza guardarsi indietro la guardano ma l'aquila reale non volge lo sguardo ai passeri, non gli interessano, non se ne avvede, non esistono, fissa solo la preda e il cielo.
E tutto ciò non è che, caligine per occhi miopi.
Ho passato la mia intera vita ad affinare la tecnica per poter scorgere al di là delle barriere che la gente ci pone innanzi ho sempre avuto l'abilità di leggere tutto della gente al primo sguardo arrivando ben oltre laddove loro stessi non riuscissero a vedere di se stesse.
Occhi capaci di vedere nel buio e nella nebbia al di la dei limiti, ipocrita sarei a millantare falsa umiltà negandolo.
Ma comunque non mi sarebbe servito a nulla davanti a lei.
Sarei potuto essere l'ultimo dei miserabili dispersi e comunque avrei visto lo stesso ciò che mi si parava innanzi.
E vedere lei che solca la via inarrestabile, spartendo gli sguardi affamati della gente come le acque del mare, che la scrutavano e giudicavano senza scalfire la sua colossale indifferenza.
Vedere lei che come una spada passava in mezzo a tutti e tutto e guardava me mentre mi venia incontro, con quegli occhi che sembrava avessero aspettato me da tutto il giorno e che non riuscissero ad aspettare neanche quei pochi passi di distanza, quello sguardo che sembrava credere in te più di quanto una divinità con il suo culto voglia ispirare fede, sarei potuto morire in quel momento e mi sarebbe bastato, esistono vite intere che non riempiono un secondo e quello sguardo che riempiva tutta la vita, cosa potevo desiderare di più, quante notti avrei dovuto sognare per concepire qualcosa di più grande ?
E poi quel sorriso, eterno e ineffabile, sarei potuto risorgerei dalla morte che mi stringeva in catene al suo ventre per quel sorriso, sarei potuto risalire dall' abissò più buio e dimenticato dell'inferno passo dopo passo.
Ed è da quegli sguardi che scappiamo, andiamo per la vecchia Arcadia, quella silenziosa e vuota, antica come i segreti che mantiene e noi che ora eravamo uno in più di quelli.
La guardavo e per la prima volta non vedevo nulla che potessi leggere, e per la prima volta non mi interessava, inerme mi abbandonavo cullato nell'abbraccio di ciò che lei mi voleva mostrare e delicatamente scucivo la tela dei miei segreti.
Eravamo seduti nella piazza abbandonata, quella stessa piazza che è stata teatro dei miei faccia a faccia con la luna, ora era sipario della sua storia e con la mia vecchia amica come testimone venivo rapito dal tessuto dei miei ricordi che scucivo e ne vedevo il senso più profondo.
Maia e la sua richiesta d'aiuto che mi ha permesso di conoscerla, i miei genitori e la loro inadeguatezza le loro vessazioni, i loro errori e le conseguenze degli stessi che mi hanno fatto venire voglia di fuggire per rifugiarmi qui, i vecchi amici traditori e l'invidia degli insoddisfatti che mi hanno fatto isolare nella ricerca di lidi migliori e vado indietro fino al bambino di 10 anni seduto per terra, solo, avvolto da un buio di cui ha paura e la sua chiamata alle armi che gli chiedeva di crescere e lui che rispondeva con il sangue perché sapeva che un giorno sarebbe stato me, qui, fermo a guardarlo perché la vita è una guerra sempiterna, crudele, spietata, atroce e nessuno le nega ma il segreto per andare avanti è la fede che possa migliorare e anche se non mantiene la promessa, la speranza ti permette di continuare un altro giorno, ma li ora, potevo percepirne la bellezza collaterale, perché il senso di tutto il dolore è stato ciò che ne conseguiva e tutto che mi aveva portato a quel momento esatto.
Come un capitolo solo può dare senso a tutta una storia, ora tutto aveva un senso e tutto ciò che c'era prima lo ha perso, una vita intera in apnea per arrivare a quel momento in cui mi sussurrava: respira.
Passeggiavamo per ore senza sentire la stanchezza a raccontarci a una persona che già ci conosceva, io lei, lei me, e quelle strade abbandonate, decadenti e sporche erano l'Eden.
Ma ogni sogno per essere tale richiede di svegliarsi, così al rintocco delle 23:00 la accompagno e la saluto "a domani" le prometto.
E ora...
Ora ti devi svegliare, ora è lei il sogno e questa la realtà.
Prendo in mano il telefono e vedo un messaggio di Maia ma non mi interessa, così vado a casa, e mi metto a letto consapevole che qualunque cosa avrei trovato non sarebbe stato abbastanza dolce.
La mattina dopo mi svegliai con una paura attanagliante ma vedere il messaggio di Maia mi tolse i dubbi e mi assicurò che ciò che c'è stato, c'è stato.
"Ho saputo che tra due giorni parti, volevo parlarti prima che te ne andassi"
Domani parto.
E come farò a Karnak ?
Non ho intenzione di sprecare neanche un secondo del tempo che ho con Selene per Maia quindi organizzo per le 17:00, così ho il tempo di tornare, lavarmi, cambiarmi e andare da lei per le 20:00.
Perfetto.
Ci vediamo in quella piazza che senza luna e senza luna era così vuota e così priva di significato.
Maia cercava di giustificare la sua reazione spropositata, cerca di dimostrare che mi sbaglio e che non è vero che lei non si è mai preoccupata di me, io sento ma non ascolto, ogni tanto rispondo senza neanche appellarmi alla logica per tentare di ottenere ragione, tanto non l'avrei mai ottenuta, e ogni mia risposta non è che un pretesto per accusarmi di essere incoerente, di essere come mio padre e che sono sbagliato per qualche motivo.
Ma io non sono li, non sono con lei, come potrei mai, dopo tutto quell' "ora!" di ieri sera che cosa sei tu ? Tu sei niente !
Tutti siete niente, anche tu sei niente! E allora non ho intenzione di perdere altro tempo con il niente...
"Vuoi che ti dimostro che non ti è mai importato nulla di me ?
Vuoi che ti dimostro che non sono stato altro che un mezzo e che una volta che ti ho resa forte abbastanza non ti servivo più e mi hai buttato ?
Cosa ti ho sempre detto ?
Ogni volta che avevi un crollo, ogni volta che volevi rinunciare a fare pianoforte, ogni volta che crollavi ?
Che se tieni a qualcosa, combatti e non importa quanto tutte le condizioni siano avverse, non importa se la partita è finita, combatti se ci tieni.
Tu cosa hai fatto quando ho detto quella frase che non ti è piaciuta ?
Sei scappata, l'hai presa come scusa per arrivare e chiudere con me per sempre, e il nostro rapporto non va bene, e se continuiamo così dipenderò sempre da te, sveglia principessa, non è colpa mia se hai sviluppa ti una dipendenza affettiva nei miei confronti.
Ma chi se ne frega, e di te che parliamo e a te serve allontanarti, giusto ?
E io devo stare a tutto quello che ti pare giusto ?
Pensavi ti avrei inseguita ?
No"
"Io non ho combattuto perché ti conosco e sei sempre stato impassibile, tu se chiudi chiudi, non ha senso provarci"
"Ehi, io ho messo sotto scacco mio padre che è così potente che non ero neanche maggiorenne battendolo sul suo terreno, la giurisprudenza alla quale ha dedicato tutta la vita, sono andato contro all'intera istituzione scolastica solo per un ideale, ho curato te da qualcosa che neanche i medici riuscivano a identificare, ho spezzato un piccolo essere inutile solo con un messaggio, ho sradicato un ideale.
Tutto ciò che ho fatto erano imprese impossibili, la mia intera vita, compreso il rapporto con te è solo un elenco di situazioni impossibili dove non valeva neanche la pena provare a risolvere.
Eppure come è finita ?
E tu invece cosa avevi come ostacolo insormontabile ?
Il mio broncio ?
...
...
Vaffanculo"
Mi giro e me ne vado.
lei tenta di raggiungermi a parole:"cosa fai, scappi ?"
"Vaffanculo"
"Sei come tuo padre"
"Vaffanculo"
"Scappi perché sai di avere torto"
"Vaffanculo"
...
Sono libero, sono perfettamente in tempo, tutto come previsto, ora posso tornare a sognare...
Io esule ramingo in terre che non mi appartengono, rinnegato da gente che mi giudica ignara.
Io inseguito da un passato che mi perseguita e non mi permette di riposare e ombre che mi ghermiscono nel buio.
Io spezzato tra gli spezzati.
Ora, alla corte della luna rapito di tutti i miei segreti con il mio arreso consenso.
Giudicato dal plenilunio.
L'unico in grado di sostenere lo sguardo della fiamma incarnata è reso re tra la gente.
Andiamo a cenare al centro della piazza, perché li c'era posto, ma non ci sarebbe stato altro posto quella sera.
E gli sconfitti vennero ipocriti a porgere riverenza e maledizioni.
Passavano i suoi compagni di scuola e si fermavano, volevano vedere chi ha potuto ciò che laddove loro hanno fallito con sorrisi mendaci, li sentivo chiedersi cosa avessi che a loro mancava e il loro sguardo che sfuggiva al mio era la risposta.
Passavano i miei amici, volevano vedere chi era capace di piegarmi, felici di scoprire che anche io ho una debolezza, ma non c'è vergogna in un re che si inchina alla regina perché tanto, nessun altro può piegarlo.
Venne a rendere omaggio anche la stella ferita ma il suo anatema attecchì poi.
Iniziamo a passeggiare incuranti e lei mi indica chi ha fallito e uno dopo l'altro li sento appoggiarmi i loro sguardi nella convinzione che io possa avvertirne il peso.
Fino a quando si avvicinano al troppo:"ma possibile che stasera devo collezionare auguri di morte da mezza Arcadia ?"
"Non è colpa mia se a te piacciono le ragazze belle"
Inoppugnabile.
"E perché li hai respinti tutti ?"
"Mi scrivono e poi non hanno il coraggio di parlarmi quando mi vedono, allora io non rispondo nemmeno a quelli che mi scrivono"
"Ma io ti ho scritto eppure sei qui"
"Questo cambia tutto allora"
Mi ripetevo di essere in grado di reggere un bilanciato testa a testa ma sentivo che ero nelle sue mani e aveva già vinto.
La sera divenne notte e la gente che non esisteva, a poco a poco spariva.
Fino a quando anche la luna stanca si avvia.
Lei fa tardi come non ha mai fatto e io un'altra sua eccezione.
Erano le 4:15 la guardavo e cercavo la forza di baciarla, ma non l'ho mai trovata.
Non era il momento.
E poi appena prima di poter afferrare il mio sogno, arrivò l'ora della veglia.
Un battito di ciglia ed ero a Karnak.
Non le scrivo subito, devo mantenere un minimo di strategia alla fine ancora non è mia.
Nel silenzio dei sensi aspetto 3 giorni per risorgere e poi le scrivo e iniziamo a parlare e da allora non abbiamo più smesso.
Tutto il giorno
Tutti i giorni
Un messaggio ogni tanto al mattino e al pomeriggio e poi una conversazione serrata dopo le 21:00.
E io alle 21:00 non importava con chi o dove fossi, dovevo tornare a lei perché a lei non rispondo quando ho tempo ma creo il tempo per risponderle.
E avanti fino alle 23:00 precise.
Qualche sera le rubo pochi minuti e le sere più dense rintoccava la mezzanotte e ogni rintocco per me era un successo perché ero riuscito a farle dimenticare le lancette.
Poi sempre più spesso.
In quei messaggi c'era Seneca e le facce buffe dei neonati, cerano i suoi cioccolatini preferiti e le sue tisane.
Karnak che per me fu sempre prigione che spezza spirito e speranze, ora era palcoscenico del castello che stavo costruendo, e tutto, la solitudine, i miei genitori indecenti che tentavano di versarmi convinti di averne il potere, il vuoto, l'assenza degli affetti, ora era tutto attesa tra un messaggio e l'altro.
Dinnanzi alla corona i demoni scappano
E poi...
E poi accadde che mi sposai indissolubilmente a lei.
Ogni giorno mi potevo svegliare e sapere con certezza come stava senza che lei me lo dicesse mai.
Non so e non mi interessa spiegarlo.
Non mi interessa, non conta come si è formato l'uragano, conta quanto è potente.
Io dai messaggi, da come mi suggeriva la luna, da quanto ci metteva a rispondere, non importa, io sapevo come stava e ogni giorno che la sentivo sofferente le chiedevo cosa ci fosse che non andasse e lei integerrima rinnegava tutto e tremavo al pensiero di aver sbagliato, ma pochi giorni dopo confessava e non sbagliavo mai.
Lei si chiedeva e mi chiedeva come facessi sempre ad accorgermi di tutto, e io non sapevo risponderle se non che ero attento.
Come lo spieghi che si era impossessata di metà di ciò che restava della mia anima e che viveva in lei e perciò respirava con lei.
"Sono attento"
Io mi svelavo senza remore le raccontai i miei più profondi segreti perché un segreto è tale solo se ha importanza ma ora ciò che venne prima non ce l'ha più.
Lei cala un velo dopo l'altro fino a mostrarmi le sue paure ma non le avrebbe mai chiamate con il loro nome e tra quelle Maia.
Io le raccontai di tutto il mio trascorso con lei, certo che appartenesse ad un eco lontano che non si sente più.
E lei ne vide l'incarnazione di ciò che più temeva, così scappò.
"Mi dispiace per lei" mi diceva "mi sento la sostituta" ripeteva "perché non fate pace ?" Chiedeva "avete litigato per colpa mia" si rimproverava.
Io tentavo di cambiare una scelta già presa e farle rinnegare un idea ora mai radicata.
E in quelli che erano i miei fantasmi si incarnarono i suoi.
Mi raccontò di quella figura che apparve al suo compleanno.
"Lui è Nasciro mesi fa affrontai un brutto periodo e mi invaghii di lui, per un pò abbiamo parlato nient'altro, non siamo mai usciti e ogni volta che lo vedevo non mi salutava neanche poi lo vedevo ogni volta con una ragazza diversa intento a pavoneggiarsi con gli amici.
"Perché hai pianto ?"
"Perché lui rappresenta un periodo della mia vita che voglio dimenticare e avevo paura volesse rovinarmi il compleanno"
Ho visto mille mostri e nessuno può ferirmi.
Ho letto mille disgustosi figli di puttana indegni dei piaceri della vita che schiferebbe anche l'inferno e non me ne avvedo.
Ho affrontato mille demoni e non ho mai perso.
Ora bastava un sussurro a farmi tremare, ora l'ultimo dei vermi poteva rinnegarmi ciò per cui ho sempre lottato e inutile è la furia di un uomo già morto.
E il peso di quella corona ora esisteva.
Le ombre scappavano si ma la paura costante ora era di me e dei miei sbagli, ogni passo poteva farla cadere e all'orizzonte vedevo un terremoto.
Ma se ho quelle gemme sulla testa è perché me le sono guadagnate, mi basta affrontare i suoi demoni al posto suo, come sempre.
No amico mio.
Stavolta no.
La regina non muove come gli altri pezzi e non la puoi affrontare come gli altri.
Ogni volta che mostrava una debolezza se ne spaventava e la celava dietro a bugie.
La storia di Nasciro cambiò 3 volte per 3 volte che glie la domandai e Maia una paura ingestibile.
Così scappò.
Scappava e scappava e scappava.
Man mano ho visto ciò che mi rendeva unico per lei venirmi strappato via.
Non raccontava più di lei, non ammetteva più che avevo ragione quando mi accorgevo che qualcosa in lei non andava e lei si ritrovò a insistere a farmi riappacificare con Maia.
Per lei ciò che si stava creando era soverchiante, si rese conto che più si legava, più mostrava fragilità e non era una cosa che poteva tollerare.
Non poteva tollerare di soffrire ancora.
E io non potevo fare nulla, la storia la scriveva lei, io ero personaggio di ciò che lei narrava.
Così tornai ad Arcadia per le feste natalizie, dovevo riprendermela, dovevo dimostrare qualcosa.
Le feci una sorpresa, andai sotto casa sua e le mandai una foto del suo vialetto come le sere in cui uscivamo per farle capire che la aspettavo.
E andammo al nostro solito bar, al nostro solito posto con la nostra solita tisana e i miei soliti biscotti.
"Devi dirmelo quando vieni, così dico alle mie amiche che non ci sono e posso stare tutto il tempo con te"
"Così non è meglio ?"
"No, sconvolgi i miei programmi"
"E non è bellissimo ?"
"No"
"Sicuro è più romantico"
"Odio le cose romantiche"
"No non è vero, tu le adori"
"E tu che ne sai ?"
"Perché ero io quello dall'altra parte del telefono con cui scrivevi, puoi fare retromarcia e coprirmi di bugie quanto vuoi, ma io ti ho visto e mi hai fatta entrare tu"
"Ed è stato un errore"
"Perché ?"
"Perché quando sei fragile la gente lo usa contro di te"
Nel dirmi che non voleva svelarsi, si svelò.
Se ne accorse e sfuggì
"Ma dove stai ?"
"Beh sto da mia nonna"
"Ha una stanza in più ?"
"Si e no, la stanza in più c'è ma è troppo fredda, quindi io sto sulla poltrona a dormire, in realtà aspetto la mattina in cui mio zio si sveglia e esce e poi mi addormento perché russa troppo"
"Hhahahahahhahah"
"Tu ridi perché non hai vissuto il trauma"
"Almeno mangi"
"E chi te lo ha detto ?"
"Tua nonna non cucina ?"
"Ha 80 anni, l'unica cosa che fa e lavorare a maglia la sua sciarpa e anche li c'è qualcosa che non va perché la fa tutti i giorni tutto il giorno ma dopo 4 anni ancora non è finita, alzarsi per andare in bagno e ogni tanto passa, mi vede, crede che sia chissà chi, mi insulta e mi maledice e poi torna a lavorare a maglia"
"Hahahahahahahhaahahhahah" "e cosa mangi"
"Questa tisana sarà la mia cena, pranzare già non pranzo quindi non è un problema"
"Ma come fai a sopportare tutto questo ?"
"Beh vedi, non è questione di <<cosa sopporti>>, perché quando il <<per chi>> è abbastanza grande potrei arrivare a dormire per strada, cosa alla quale mi sono avvicinato data la temperatura di quella stanzetta"
"Hahahahahahahahahah" ride ancora ma la risata è diversa e nasconde goffamente un sorriso dietro a una tazza.
"Hai parlato con Maia ?"
"Perché dovrei parlare con Maia ?"
"Perché lei mi guarda storto tutte le volte che mi vede, sento proprio che mi odia e poi avevate così un bel rapporto"
"Non sono d'accordo"
"Perché non le scrivi ?"
"Perché non voglio"
"Non è vero, non hai il coraggio"
"Sul serio ? Tenti di manipolarmi con questi biechi trucchetti ? A me ? Pensi che soffra di maschilismo tossico e voglia dimostrare di essere un maschio alfa che non ha paura di nulla, assolutamente no, ma sai che c'è, le scrivo di vederci stasera, perché così la smetti di tirare fuori l'argomento e dimostriamo qualcosa"
"Allora io me ne vado"
"A domani"
"A domani"
La vidi allontanarsi nel freddo abbraccio di dicembre, non distolsi lo sguardo fino a che mi fu concesso, poi mi voltai pronto alla battaglia, un'altra.
Arriva celere, andiamo a mangiare una pizza e temporeggiamo con domande di cui non ci interessa la risposta per tentare di riempire questi 3 mesi di silenzio.
"Come va con il ciclo e gli attacchi di panico ?"
"Oh beh il ciclo ora ho imparato a regolarizzarla e gli attacchi di panico a gestirli" chissà come ha imparato ?
E poi tenta di mostrare sicurezza, tenta di mostrare di potermi fronteggiare:"se abbiamo finito i convenevoli... perché sono qui ?"
"Me lo ha detto Selene"
"Non prendermi in giro..." audace sicura vede che non ci sono pericoli allora si addentra nel bosco "... io conosco chi ho davanti..." quanto sbagli "...nessuno ti dice cosa fare, nessuno lo ha mai fatto, non fu tuo padre, non fu la scuola, non furono le persone, nessuno piega Naos, nessuno è abbastanza forte e non sarà Selene a riuscirci, quindi perché sono qui ?"
Cucciola troppa audacia ti ha portato alle fauci della verità e hai ragione, non sei abbastanza forte, però sei venuta comunque e ora ne pagherai le conseguenze.
"Volevo capire chi ero"
Mi guarda perplessa, allora mi cambia lo sguardo, si svelano gli occhi e continuo..."perché dopo un anno così intenso, dopo tutto ciò che ci è stato non potevo credere di riuscire a cancellarti con questa semplicità allora volevo vedere che effetto mi avresti fatto"
"Allora ?" Chiede, cerca speranza, non l'avrà.
"Allora se quella sedia dove sei seduta fosse un posto vuoto, per me sarebbe uguale"
Provvidenziale la chiamata di Mira che la aspettava fuori.
Così colpita laddove fa più male scappa prima di mostrare ciò che le graffia il volto, ma si guarda indietro e lo palesa e a me non importa.
Avevo un demone, o almeno lei credeva io lo avessi, ora l'ho spazzato via, vediamo i suoi.
Il giorno dopo la storia che avevo da raccontare fremeva dal nascere, solito orario, solito posto, solita tisana, soliti biscotti.
Le racconto tutto lei sorride ma si racconta delusa, bugiarda.
"Sai perché l'ho fatta venire ?"
"Perché te l'ho detto io" dice soddisfatta e compiaciuta.
"L'ho fatta venire per dimostrarti qualcosa, le ho scritto ed è venuta subito, come le altre, quindi, se voglio stare con te, non è perché ho litigato con Maia, non è perché sei la sostitua, perché voglio essere qui e perché tra tutte le persone con cui potrei essere, lei compresa, in tutti i posti in cui potrei essere, ho scelto di stare qui con te ora"
In quella frase le parole che non ho mai detto e che perciò non posso rimangiarmi e che lei ha sentito.
Lusingata le scappa un sorriso troppo esplicito allora fugge e mi ruba un biscotto.
"Perchè continui a prendere i biscotti se non li mangi mai ?"
"Perché tu ogni volta dici che non vuoi niente, poi ti siedi, iniziamo a parlare e distratta mi rubi 3 biscotti"
E ora il sorriso troppo esplicito è il mio.
Per oggi va bene così, domani affronteremo i suoi demoni, ora voglio solo guardarla sorridere...
Ma domani arriva sempre.
Introduco l'argomento e anche se lei tenta di essere sfuggente a riguardo, la mia determinazione è superiore.
Mi mostra una foto e faccio la mia magia...
Megalomane, egocentrico, attaccato agli amici, crede di avere valori che non ha come la famiglia, fissato con lo sport.
Risponde:"lo so"
Lo sa ?
Mi mostra un'altra foto.
Problemi con la madre, evidentemente è lei che porta i pantaloni in famiglia e ciò cozza con il suo egocentrismo, aggiungiamo un padre inutile e senza palle ed ecco delineato il profilo perfetto di un misogino.
Questo è al livello dell'ex fidanzato di Maia uno di quelli che crede di poter avere tutte le donne che vuole solo perché ne ha avute alcune, uno di quelli che mercificano la donna finanche a renderla un mero trofeo da aggiungere alla competizione di chi ne ha di più e che una volta stancato le butta via.
Ho visto un mostro, un altro, ho visto una ragazza che ha sognato troppo, un'altra, ma ora la situazione è molto peggiore Selene è infinitamente più forte di Maia, ed è infinitamente più fragile, se non sradico questa idealizzazione in tempo, se arrivo tardi come con Maia, lui diventa il re della collina e ha il trofeo che nessuno ha, lei, lei... lei muore.
Maledizione, sei stata tu vero ?
Ti diverti molto a spingermi ogni volta al limite ?
Cosa altro devo dimostrarti ?
...
Immagino non abbia scelta ormai...
Non servirà a nulla ma provo a parlarle, devo andarci piano pero.
Iniziò a descrivere ciò che ho visto...
"Wow, si hai ragione su tutto e hai capito questo da una foto in un secondo ?"
"Ci farai l'abitudine, sai cos'altro ho visto ?"
"Dimmi"
"Te"
"Raccontami allora"
"Tu, tu sei una di quelle che è cresciuta con le favole belle e felici, quelle dove ad un certo punto arriva il bel principe azzurro in sella al cavallo bianco, risolve i problemi e ti porta al tramonto per vivere il vostro felici e contenti, poi però la vita ha iniziato a mostrare che non è così gentile e inizia piano piano a tirare botte, fino a che crolli.
Crolli quando ti tradiscono le amiche di una vita perché alla fine sono invidiose di te, perché sei più bella, sei più forte e sei la protagonista e la storia non è clemente con i personaggi secondari, ma commiserarti e trovare qualcuno a cui dare la colpa per la propria inadeguatezza è più facile che rimboccarci le maniche e cambiare le cose, anche perché se no non sarebbero personaggi secondari giusto ?
Tu però sei troppo forte per arrenderti e diventare come tutti quei dispersi che prendono e si fidanzano con la frequenza con cui io (maniaco dell'igiene) mi lavo le mani solo perché hanno paura della solitudine, hai tropo rispetto per te stessa.
Ti aggrappi disperatamente all'idillio a idea di amore che hai, l' altissima idea di amore che hai anche se tutto e tutti stanno cercando di dirti che non esiste: i tuoi genitori che si separano, tutti i giorni le pagine di gossip parlano di star con figli con partner diversi e divorzi continui, tutte le tue amiche che si lascino, le persone che conosci che si lasciano e ciliegina sulla torta di merda, i ragazzi morti di figa che ti scrivono a ruota libera spudorati e svergognati sia quelli che ti fanno complimenti fisici che quelli che si cimentano in versi di poesia non troppo dantesca e ti additano come puttana solo perché non glie la regali.
Ma tu non molli, tu vuoi continuare a credere a quell'idea di amore assoluto che ti riempie e ti svuota e allora alterni i momenti con più speranza e con meno perché deve esistere per forza, se no che senso ha vivere ?
Per forza esiste almeno una storia che se nasce poi non finisce"
Silenzio...
Sapeva delle mie abilità ma si dubita sempre fino a che non si tocca con mano.
"E come avresti fatto a capire queste cose di me ?"
Avresti, non mi da soddisfazione di niente.
"Sai Selene, descrivere te, il tuo lato più profondo e celato ti assicuro che è la cosa più facile del mondo, ma non fraintendere, non perché tu sia facile da leggere, ma semplicemente perché non ti ho letto, mi è bastato descrivere me stesso, perché in questa storia come te, io sono il protagonista"
"Tutto qui ?"
"No, ho visto anche che lui è arrivato in un momento particolare, lui è apparso in quello che tu potresti definire il tuo momento più buio fin'ora, il tuo giorno 0, in cui hai toccato il fondo e per risalire hai dovuto abbandonare l'innocenza e costruire in fretta l'adulta che saresti stata, in quel momento di fragilità assoluta lui è comparso e si è preso un posto nel tuo cuore che non gli appartiene, hai visto in lui, l'amore che cercavi e non perché lo fosse ma perché tu volevi credere così, lo hai idealizzato e hai creato qualcuno che non esiste e gli hai dato il suo nome e come ogni idealizzazione è radicata, forte e non sentirai ragioni fino a che non sbatterai forte"
"Stai parlando ancora di te ?"
"Parlò per esperienza"
"Davvero ?"
"Merope"
"Merope ? La sorella maggiore di Maia ?"
"Proprio lei"
"Lei era la mia idealizzazione"
"E come l'hai superata ?"
"È arrivata la verità e mi ha tirato una mazzata fortissima sui denti"
"Quindi ci devo sbattere la testa"
"Quindi... le cose peggioreranno..."
"Io non penso che mi passerà presto, lo sogno ogni volta che sogno, in ogni sogno c'è sempre da qualche parte, io di solito sogno le persone che mi mancano e non mi è mai mai mai capitato di sognare nessun altro"
Non funzionano proprio così i sogni però a che serve dirglielo ?
Mi rassegno, non sarà così che la salverò, non con una chiacchierata al bar.
Ma non è il momento della paura, non è il momento della battaglia è natale.
Ci scambiamo i regali, non lo apro, non qui, stasera la devo salutare, devo tornare a Karnak.
La accompagno sotto casa, lei cammina avanti per lasciarsi guardare e io memorizzo ogni attimo come fosse l'ultimo, come faccio con tutti gli attimi con lei, il cappotto beige, i pantaloni neri a zampa di elefante, il magione rosso sempre un dettaglio rosso, la sciarpa dove quasi ci affoga dentro, i capelli sempre legati perché non le piacciono mai e deve essere sempre perfetta, stasera però erano sciolti, mossi e su ogni onda mi girava la testa, rossetto rosso, occhi che rispondono alla domanda su quale sia il senso della vita.
Si gira mi viene in contro per salutarmi.
Si avvicina e mi fa farebbe meno paura se avesse una pistola e volesse uccidermi, il cuore batte tanto forte che sembra impazzire, non basta il petto per trattenerlo, batte talmente forte che credo si possa sentire i tonfi che fa anche da fuori.
Sudo sconvolto, non sono pronto, non l'ho mai fatto, lo devo fare, dicono che sia naturale, come le metto le labbra ?
Ho visto un sacco di film, scegline uno e fai come fanno loro
E chi ce la fa a concentrarsi su un film ora
E se non sono bravo
E se non le piace
Ho letto una ricerca fatta da donne per donne che dice che le donne capiscono se sei l'uomo della sua vita dal bacio.
Al diavolo non lo ha mai fatto neanche lei.
Saremo sulla stessa barca.
E se non funziona la faremo funzionare.
Ora o mai più.
...
...
...
Una macchina compare dal nulla e mi passa a un millimetro o poco più dal piede, si ferma affianco, abbassa il vetro, ed è il padre che le dice di salire in macchina.
"Ti ho cercata dappertutto, perché non rispondi al telefono, sono venturo a cercarti"
Il telefono, il maledetto telefono che si è spento perché era scarico.
Lei sale, mi salutano e si avviano per casa.
Resto immobile qualche secondo per rendermi conto che sia successo davvero ciò che è appena successo: "fai sul serio ?
Ti stai divertendo ?
Non succedono neanche nelle commedie di serie B queste cose, davvero ?"
Al diavolo non posso farci nulla.
Torno a Karnak
Entro nella mia stanza e mi immergo nel buio assoluto mi distacco dal corpo, trascendo me e per un momento posso vedere ciò che accadrà e si avevo ragione, le cose peggioreranno e poi peggioreranno ancora, vedo Elio con una ragazza a fianco, vedo Nick, vedo Maia, ancora maia, vedo me e non so se arriverò alla fine.
Apro gli occhi di scatto come quando ci si sveglia da un sogno all'improvviso, mi ricordo della bomboniera del suo compleanno, aveva un nastro, lo lego al braccio e diventa parte di quel braccio come le vene e le ossa che lo compongono, abbiamo bisogno di simboli, abbiamo bisogno di ricordarci, ogni tanto, perché ci alziamo al mattino e ora quel nastro starà li a ricordarmi tutte le mattine che per quanto sia tortuosa la strada, deve arrivare prima o poi e quel nastro mi ricorda dove.
Nastro...
Rosso

L'assolutaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora