Andrai nella città di carta e non tornerai più indietro.


22

"Perché non mi hai detto di Selene ?"
"Io ti ho detto di Selene, se non avessi voluto dirtelo avrei inventato una palla."
"Ma non me lo hai detto subito."
"Non me lo hai chiesto subito."
"Naos sono 3 giorni che va avanti questa storia segreta."
"Maia, allora lo sai già, sapevi dove ero quindi perché me lo hai chiesto ?
Per vedere cosa avessi risposto, ti aspettavi ti mentissi, volevi mettermi alla prova, e perché avresti dovuto farlo, cosa volevi dimostrare ?"
"Che non mi dici tutto."
"Ma io non ti dico tutto, non ti ho mai detto tutto, ci sono mille e mille cose che non sai e che non saprai mai che accadevano oltre la videocamera."
"E perché non me le dici ?"
"Perché ti farebbero solo male, io devo portare il peso sulle spalle, io devo essere la roccia."
"Ma io mi aspettavo che mi dicessi le cose che riguardano te."
"E perché avrei dovuto ? È venuto fuori una sera e tu e tua sorella mi sfottevate, prima che ci uscissi ogni volta che passava sfottevate, e poi io e te non siamo fidanzati, io non sono tenuto a dirtelo, te lo direi se mi sentissi di dirtelo ma non volevo."
"Perché?"
"Perché in un anno intero si è parlato solo di te, tu eri la protagonista e nessuno si chiedeva come stavo io o che succedeva a me, perché io ti facevo compagnia fino a che ti addormentavi tra due guanciali bella felice e tranquilla, poi però si chiudeva la chiamata e i miei demoni li dovevo affrontare da solo, il tuo dolore, il peso che portavo, quegli stronzi dei miei che non facilitavano niente, salavano te e salvavo me, perché a me non mi salvava nessuno, perché non ti importava.
Vuoi la prova ?
Tutti i segreti che non ti ho detto, ho cercato di farteli intuire, lasciavo indizi, ma tu niente e questo mi da ragione oltre ogni ragionevole dubbio."
"Io e te non possiamo più avere questo rapporto io non voglio avere un rapporto con una persona che non mi considera."
"Non ho detto questo."
"Tu sei solo un egocentrico che vuole dimostrare a tutti i costi che ha ragione e che è forte..."
"A chi cazzo dovrei volerlo dimostrare ?"
"... tutto quello che hai fatto lo hai fatto per rinfacciarmelo e prendertene il merito..."
"Merito di cosa ? Con chi ? Perché ?"
"... tu hai fato il discorso dell'ottanta percento perché tu speravi io potessi arrivare a cento così che sarei stata perfetta per te."
"Sai che c'è, a quanto pare hai già tutte le risposte che ti servono, quindi, vaffanculo e parla da sola."
Si alzò e se ne andò verso casa, lei raccolse le sue cose e lo raggiunse.
Lo afferrò per il braccio con quanta forza aveva in corpo: "fermati ! Fermati, fermati e parla da adulto."
lo prese a schiaffi, lo tirò, lo strattonò ma lui avanzava indifferente senza neanche guardarla, avanzava con la sicurezza e la forza di una nave.
Lei insisteva e tentava con tutto ciò che le veniva in mente di fermarlo ma niente non gli interessava, era già oltre e se si fosse trattato di chiunque altra sarebbe già stata una storia conclusa, ma non era chiunque altra, così si fermò.
"Scappi perché non hai come rispondere."
"Te l'ho detto, tu ti sei fatta il tuo bel film in testa e te ne sei convinta, quindi, non c'è nulla che io possa dire per farti cambiare idea e anche se volessi provarci ogni cosa che dico sarebbe per te un contorto modo di darti ragione di nuovo, quindi, che io ci sia o no, che risponda o no, non cambierà ciò che credi di sapere, allora parla da sola."
"Sei uno stronzo."
"Si lo so, te l'ho detto e non l'ho mai nascosto, il particolare da notare è con chi: io sono un arrogante, un egoista, un bastardo e tutto ciò che di male ti viene in mente, lo so, ma non lo sono non lo sono mai stato e mai lo sarò con le persone a cui voglio bene, tu mi accusi di tutte queste cose, ok ma non hai mai provato sulla tua pelle cosa voglia effettivamente dire doversi confrontare con me.
E ora scusami ma mi devo preparare per stasera che esco con una ragazza."
Paralizzata gli permise di rincasare e indifferente al mondo che bruciava, quella sera usci con Selene e avulso da tutto ciò che accadeva intorno riuscì a sorridere.
I fantasmi delle questioni irrisolte sarebbero venuti a bussare la mattina dopo, ora esistevano solo loro due, il resto era sfondo sfocato e lontano.

23

Il messaggio arrivò alle prime luci del giorno:" Io e te abbiamo chiuso".
Mai vidi tale imperturbabilità nel suo animo e agli occhi di un osservatore qualunque non si sarebbe mai potuto asserire che stesse combattendo una simile battaglia, forse perché per lui non era neanche più una battaglia, ma il cadavere di una storia già finita che non aveva più voglia di trascinare.
Ed è nella totale imperturbabilità dell'animo che le rispose: "Tanto tutte le volte che litighiamo per te è finita, questa è solo una volta in più, solo che non ti inseguirò più".
Quanto può essere tedioso avere di fronte un avversario che non accusa minimante i colpi inferti, così la rabbia di Maia non poté che crescere:
"Sì, è vero che ogni volta che litighiamo me ne esco con 'non mi parlare mai più' ma è anche vero che ogni volta ne esco anche più convinta e consapevole di quello che dico.
All'inizio, il mio, non voleva essere un allontanamento drastico, ti ho fatto un discorso, senza prepararmelo, con tutta la calma e la naturalezza che abbia mai avuto ogni qual volta avrei dovuto parlare con te.
Il problema è che tu non riesci a guardarti allo specchio e vedere anche i tuoi di comportamenti.
Non ho mai avuto l'onore di averti sentito ammettere anche qualche tua colpa che, garantisco, c'è tutte le volte che litighiamo.
Non si arriva mai allo scontro per il comportamento solo di uno, se dici che questa è la conseguenza del mio comportamento, il mio comportamento è conseguenza del tuo.
Non puoi farti da parte e credere di essere sempre nel giusto, perché rimarrai solo e sempre attaccato a queste tue vane convinzioni, che solo tu hai in testa.
Che non so 100 cose di te, non è una mia mancanza, ma alla fine non è neanche vero.
Anche tu tutte le cose che mi accadono non le avresti mai sapute o casualmente intuite se io non te le avessi dette.
Ero io che ti ho sempre confidato tutto.
Tutto ciò che sai di me, parte da me.
Sono io a confessarti queste cose.
Se avessi avuto mal di testa, te lo avrei detto io, ma perché non avresti mai potuto dire di punto in bianco, se non te lo facevo notare, 'hai mal di testa?'
Quante volte dicevo 'mamma mia che mal di testa' e poi tu facevi, 'come mai?' e io ti rispondevo 'da stamattina che ce l'ho' e tu 'e perché non me l'hai detto?'.
Ecco, è esattamente questo il discorso.
Quindi non mi venire a dire non sai questo e non sai quello o che le poche cose che sapevo le venivo a sapere dopo.
Ma di che stai parlando?
Ma menomale che hai introdotto questo discorso, altrimenti io non avrei mai saputo la vera considerazione che tu hai di me".
Si dice che se ti arrabbi ancora con qualcuno per qualcosa è perché ci tieni ancora, infondo chi non ci terrebbe a una relazione così, dopo avere vissuto un anno insieme, dopo aver superato quelle cose assieme, come potrebbe mai essere possibile cancellare tutto dalla mattina alla sera ? Come si può cancellare tutto ?
Non si può.
Quindi tutto era giustificabile come reazione alla lettura di questo messaggio, un urlo, un pugno al muro, una risata isterica, sta perdendo la persona più importante della sua vita santo cielo, perché sorride ?
Perché posa il telefono e prepara i vestiti per la sera con Selene ?
"Nick amico mio, secondo te con quale maglietta sto meglio ?"
"N, ma tutto ok ?"
"Perfettamente"
"Maia ?"
"Non me ne frega assolutamente niente"
"Ma scusami ..."
"Non me ne frega assolutamente niente, ha dimostrato di essere ciò che è,  e a me non interessa, non mi serve neanche fare chissà quale discorso per stopparla, guarda, ha preso quello che è stato un mio insoddisfatto, un mio malessere ed è riuscita a raggirarlo per fare in modo che si parlasse di lei, così facendo ha dimostrato che ho ragione, anzi che prendere e affrontare la cosa, chiedere i motivi, capire, ha preferito aggredirmi e prendere il tutto come una questione personale e un affronto a lei e a me non interessa.
Io non penso di avere le parole per esprimere quanto poco mi interessi questa conversazione con lei"
"Quindi è finita così ?"
Scoppiò sinceramente a ridere: "Assolutamente no, mi scriverà ancora perché vorrà in tutti i modi avere la presunzione di poter turbare il mio animo al punto di rovinare le mie serate con Selene, cosa che non può fare"
"Come lo sai ?"
"Perché il suo modo di combattere, è il mio, con l'aggiunta della disperazione"
Ed era forse questa la sua di disperazione ?
Eppure, era imperturbabile al contrario di me che non riuscivo a far passare la giornata.
"Nick, amico mio, ti devi rilassare, cos'hai, aspetti il messaggio di Maia ? Sei in ansia per cosa possa scrivere ?
Se proprio non riesci ad aspettare tieni..."
Mi tirò il suo telefono e tre mente come ero lo feci cadere ma lui non si girò neanche a guardare continuò semplicemente a sistemarsi l'outfit.
"E come fai a vederti con Selene ?"
"Ci vediamo alle 21:00 sotto casa sua e non ha mai tardato di un secondo"
Stizzito gli chiesi che cosa significasse questo gesto e lui ancora una volta impassibile: "Interessa più a te che a me"
"E non ti sei chiesto perché ?
Con Maia ci sono cresciuto, tu invece sei un fratello per me e in qualunque modo vada a finire questa storia qualcuno soffrirà e mi dispiace"
Pronto, sorride allo specchio, si gira verso di me, mi lanciò il suo ghigno con il lato sinistro "E questo ti fa onore amico mio", poi uscì.
Nel suo sguardo non mi concesse di vedere niente, ora era anche il silenzio che mi assaliva con il buio che mi abbracciava, sentivo il peso di ogni singolo minuto fin anche a concentrarmi sul ticchettio dei secondi perché non mi restava altro a cui pensare ero sicuro che lui stesse soffrendo, ne ero certo ma allora perché non me lo diceva, perché non lo mostrava...
Il treno dei pensieri venne bruschinante arrestato da dall''avverarsi di ciò che aveva predetto...
"E poi vedi, ecco come viene fuori la tua scusa: il fatto che tu mi hai nascosto le uscite con Selene perché poi ti avrei sfottuto.
Non è questo il motivo, sarebbe anche peggio se lo fosse. Perché tu mi consideri come chiunque altro, mi hai messo al pari delle persone che veramente sfottono.
Io le battutine che ho fatto le facevo proprio perché vedevo i tuoi atteggiamenti contrastanti quando già mi nascondevi le cose.
Invece semplicemente non me l'hai detto perché tu non hai la considerazione che io ho di te di "porto sicuro" quando devo dirti qualcosa.
Semplicemente perché tu in fondo non vuoi che io mi faccia i cazzi tuoi, io per te sono esattamente uguale a qualunque altro. Tu dici che io ti tratto male, che esagero con le parole, ma tu hai fatto di peggio e io ora me ne sto rendendo conto.
Dovresti sapere quanto interesse ho avuto con tutte le mie amiche, quanto ogni volta tenevo a star loro vicine nel momento del bisogno.
E sentirmi dire, da te, che non me n'è mai fregato un cazzo di te o che se avessi saputo le cose, comunque, le sarei venuta a sapere dopo quindi arrivavo in ritardo oppure che se non me n'è mai fregato perché dovrebbe importarmi ora, non mi fa sentire tua amica perché io non sono così, non è affatto in linea con il mio modo di essere. Ed essere messa al pari degli altri non è giusto se io ti ho sempre considerato diverso e migliore. Tu ti offendi per lo stronzo, l'immaturo, il bugiardo,  lo psicopatico e tutti gli altri aggettivi che vuoi, ma tu mi hai fatto un'offesa ancora più grande e ancora più pesante di tutte queste inutili parole che restano circoscritte al momento del litigio.
Tu mi hai offeso dicendo di non avermi mai sentita come amica, come migliore amica, mai come quella che fa passi verso di te ma come quella che se n'è fregata.
Io non ho mai fatto tanto con gli altri,
io ci sono se me lo chiedi,
io ti aiuto se me lo permetti.
Tu mi hai appena detto che tutto questo è sempre mancato e a me mancano le parole per descrivere quanto sia stato inutile esserti amica.
Ecco cosa sono, inutile.
Dici sempre che le cose che fai le fai perché le vuoi, e poi la prima cosa che dici quando parli con me è mettere in una tabella le cose che fai tu per me e le cose che faccio io per te, e quella colonna ogni volta è vuota. Io non ti ho mai chiesto niente, non ho mai chiesto nulla a nessuno, anzi, mi sono sempre sentita di troppo con te e non mi va di illudermi di esserti amica.
Tu non hai bisogno di me perché sono come chiunque altro e io non ho bisogno di una persona che di questo me ne deve fare una colpa"
Leggendolo ho pianto le stesse lacrime che lei ha usato per scriverlo, mi sembrava di vederla, lì nel letto con un nodo in gola che rilegge e rilegge gli stessi messaggi per essere sicura di aver detto tutto e di essere arrivata al cuore.
Lui invece era fuori con una tizia qualunque a ridere e scherzare, dovevo fare in modo che ammettesse di stare male, dovevo prenderlo in contropiede, metterlo all'angolo, così aspettai.
Appena qualche minuto dopo la mezzanotte potei smettere di trattenere il fiato.
Si svestì e si diede una rinfrescata, senza guardarmi, senza parlarmi, poi si mise sul letto.
Superato lo sconvolgimento della cosa lo aggredii: "Tu sei un figlio di puttana lo sai, Maia ti ha scritto e neanche hai la dignità di uomo di risponderle"
Fece un sospiro scocciato e poi diede uno sfoggio di abilità come solo lui sapeva fare, mi chiese di prendere il telefono, di sbloccarlo e di aprire gli appunti, mi disse di cercare la nota intitolata 23, di copiarla e mandarla a Maia.
Lo feci e lessi sconvolto: "Tu prendi tutto quello che è stato il mio comportamento con te e lo annulli perché non ti considero come vorresti che ti considerassi ?
Prendi tutte le volte che ci sono stato e le dimentichi perché ti ho detto che non ti sento interessata dei mei problemi. Se tu ti confidavi con me, se mi consideravi come mi consideravi è perché IO con il MIO comportamento nei tuoi confronti sono riuscito ad ottenere questo risultato, il posto nella tua vita me lo sono conquistato IO con il mio supportarti
Se io non mi sento di dirti quando o perché sto male, perché dovrebbe essere colpa mia ?
Tu mi accusi del fatto che non ti considero come tu credevi che io ti considerassi
Come fa ad essere colpa mia ?
Magari se tu avessi avuto un po' più di considerazione di me, un po' più interesse, un po' più di preoccupazione, magari io mi sarei sentito di dirti di più. Ma se io non sento interesse da parte tua, se non mi sento importante, se mi sento così è per via del tuo comportamento.
Tu pensi che sia un mio problema, non che era una tua responsabilità.
Prova a comportarti in modo diverso con me, magari inizierò a dirti le cose, ma non lo farai come non lo hai fatto fino ad ora perché non ti interessa, non ti importa.
Dici che non è vero?
Che mi sbaglio?
Dimostramelo, come ho fatto io, non pretenderlo. Ma ti ho detto: ciò non implicava che io mi sentissi di voler chiudere il rapporto per questo.
Ti ho detto che semplicemente implicava che da me avresti avuto 80% di ciò che posso darti. Se tu adesso mi dici che la considerazione che hai di me cambia in base a quella che io ho di te, è una patetica scusa per scappare come fai sempre.
Perché è una tua responsabilità non mia e perché ancora una volta stai basandoti sul nulla, su un'ipotesi quando l'unica cosa che devi giudicare è il mio comportamento nei tuoi confronti. Io ti ho supportata
Ti ho aiutata.
Ti ho consolata.
Ti ho ascoltata.
Ero l'unico in grado di capirti.
Ero l'unico in grado di consolarti.
Ero l'unico di cui ti fidavi.
E tutte queste cose le ho fatte nonostante non mi sentissi considerato da te.
Adesso che lo sai in che modo cambia ? Te lo dico io non cambia niente
Non cambia né ciò che ho fatto né ciò che sono.
Cambia ciò che credevi di essere tu che, ripeto, dipende da te non da me.
Perché quelle cose LE HO FATTE PER UNA PERSONA CHE SAPEVO NON LE AVREBBE MAI FATTE PER ME e non mi interessava, le facevo comunque, le ho fatte comunque.
Ciò ripeto non cambia ciò che ho fatto o ciò che ero. È una scusa del cazzo basata sul fumo come tutte le tue scuse per allontanarti Continui a non giudicare ciò che faccio ma ciò che credi che io possa fare o pensare"
Rimasi 5 minuti interi a rileggerlo.
"Ma come hai fatto?"
Rannicchiato sotto le coperte, con gli occhi chiusi, fingeva di voler dormire, fingeva un finto fastidio perché non vedeva l'ora che lo chiedessi.
"Non ho bisogno di leggere cosa ha scritto per sapere cosa mi voleva dire, lei come ti ho detto mi incolpa per non considerarla come le mi considerava, mi incolpa per non essermi fidato; ha preso un mio problema che lei ha creato e lo ha reso un affronto personale, non c'è niente che lei possa dire di più che non sia conferma di ciò che ho appena detto, infatti se ci fai caso il messaggio che ho scritto sarebbe andato benissimo anche come risposta a quello che mi aveva inviato prima, questo è solo un riverbero e non ho voglia di sentirlo"
"N, tu stai scappando dalla faccenda, a te fa stare male la cosa ma non riesci a gestirla così scappi e ti rifugi in altro come è quella povera ragazza, che è solo un mezzo, un oggetto..."
Aprì di scatto gli occhi, li palancò, inspirò con il naso, gonfiò il petto e si tirò su, poi mi guardò stizzito.
"Ti sembra che io non riesca a gestire questa cosa ?"
"Mi sembra che ti importi più di quanto vuoi far credere."
"E perché mai questa supposizione ?"
"Perché le hai comunque preparato il messaggio di risposta" avevo vinto, ero riuscito a leggere l'uomo indecifrabile, avevo superato la sua barriera e avevo visto oltre oppure gli avevo mostrato un lato di sé che non sapeva esistere ero fiero di me.
Durò 2 secondi.
"Le ho preparato il messaggio perché sono un maledetto orgoglioso del cazzo e non esiste che Maia vada in giro credendo di aver vinto, perché non ha vinto, non può vincere e ci tengo a ricordarle che non sarà mai all'altezza di poter avere anche solo l'onore di morire in uno scontro alla pari con me."
Si sdraiò di nuovo e chiuse gli occhi, si sopì, ma io dovevo togliermi il dubbio perché non sapevo più chi era l'uomo che avevo davanti: "Mi stai dicendo che Selene non è solo un mezzo, una scusa, che non la stai usando ?"
Sorrise, aprì delicatamente gli occhi, si girò sul lato per guardarmi e con la voce con il quale un padre spiega il mondo al figlio che per quanto semplice non lo capisce, con quell'affetto e istinto paterno mi disse: "Domani aspetta la mezzanotte in un locale, una cosa giusto per, vieni anche tu."
"Che stai dicendo, non posso imbucarmi ad un compleanno"
"Il compleanno è il 25, e non ti preoccupare, non ti stai imbucando, fidati, domani vieni con me"
Passai ciò che rimaneva delle energie che non mi permettevano di rimanere sveglio a chiedermi spasmodicamente cosa volesse dimostrare.
Chi sei Naos ?
Chi sei ?

24

Mi svegliai confuso, ricordo di aver creduto persino di aver mischiato i ricordi veri all'onirico, non avevo più certezze l'uomo che me le aveva infuse era riuscito con la stessa facilità a sradicarle con violenza, fino ad allora ho sempre creduto che ciò che lo spingesse fosse una sorta di vocazione, confidavo che ciò che faceva lo faceva per fare in fine del bene, ora non più.
Il comportamento avuto con Maia, tutto quel disinteresse, quasi come si sentisse talmente tanto superiore da non volersi neanche degnare di affrontare la cosa, come se non meritasse lo sforzo né tantomeno attenzione.
Usare Selene come passatempo per evitare la cosa, perché doveva essere per forza così, non poteva essere altrimenti, fino alla settimana scorsa avrei giurato che ne era innamorato, ora invece aveva messo da parte tutto e tutti per questa ragazza, che aveva conosciuto solo da pochi giorni, tra l'altro, non penso si sia innamorato, non è possibile, non così, allora le sta mentendo e basta.
Provavo un sincero senso di disgusto che era grande quanto la stima che lo precedeva.
Ma questo non è un uomo, è come quei maledetti mostri che racconta, come tutti quei ragazzi da cui si discosta così tanto e dalla quale tentava di metterci in guardia e ciò lo rendeva anche peggiore di loro.
Avevo perso la voglia di fare ogni cosa tanto era la delusione, non volevo andare alla festa, non gli volevo dare quella soddisfazione, non la meritava, non volevo vedere il suo gioco perverso alle spese di una nuova vittima ignara, fu solo per la sua martellante insistenza che acconsentii.
Arrivammo in orario e stavamo per entrare al locale quando mi fermò.
"Cosa stai facendo ?"
"Il principe si fa aspettare, dalle il tempo di accorgersi che non ci sono..."
Arrogante.
Passai mezz'ora a disprezzarlo in silenzio fissando il suo sorriso compiaciuto e poi gli arrivò un messaggio.
Il suo sorriso si fece ancora più grande e ci avviammo, trovai il coraggio di parlargli: "Cosa stai facendo N., cosa vuoi ottenere da questa ragazza ?".
"Lei è quella giusta amico mio, lei è ciò che cercavo anche quando avevo Maia, lei è ciò che nessun'altra potrebbe mai essere"
"Non puoi essere sincero, non puoi pensare davvero questa cosa, come puoi esserti innamorato in così poco, come puoi dire con così tanta sicurezza che è quella giusta, tanto da essere pronto a mettere in secondo piano tutti per lei, come fai ad avere questa sicurezza, sei solo uno sciocco, tu più di tutti dovresti saperlo, mi fai pena"
Poi...
Poi...
Poi la vidi.
Tacchi alti rossi che luccicavano sotto un lungo vestito nero che sembrava non finire mai, in una sagoma delicata come i drappeggi di una tenda al mattino presto mossa solo dalla fievole brezza frizzante del mattino mentre danza con i raggi solari.
La luce la emanava lei.
Poi si voltò verso di lui e sorrise di un sorriso incontenibile, gli occhi luminosi che catturavano lo sguardo, anche il più sfuggente, con la forza di un buco nero anche la luce non poteva fare a meno di guardarla.
Alta, bella, più di venti persone costipate in un locale minuscolo ma si vedeva solo lei, e poi quando riuscii a fuggire da quegli occhi che non guardavano me vidi i capelli neri, neri come la notte senza stelle, mossi come maree che terminavano con delle punte rosse, rosse come... come il fuoco e all'improvviso era tutto limpido.
Mi voltai verso di lui; sorrideva di un sorriso che in vita mia ebbi il privilegio di vedere solo 2 volte, raccontava tutto in quel sorriso e lo riassumeva in un silenzio.
Quella ragazza, quei capelli, lei, spazzò via ogni dubbio che ebbi su di lui, ogni remora e trovai la sua stessa certezza.
I suoi occhi fiamma pura trepidante e con lo stesso vigore con cui mi guardava mi disse la frase che cambiò le nostre storie.
"Tu hai dubbi ?
Io no !"

L'assolutaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora