123

10 2 0
                                    


"Si dice che il lupo sia il più fiero degli animali e la fierezza alle volte è la più alta forma di libertà che non può capire chi non la possiede.
Chi si bea della falsa prosperità del gregge domato non può capire la libertà del morente lupo affamato.
La leggenda dice che i lupi sanguinano ma non piangono"

Lui non sapeva mentire a se stesso come i dispersi, la verità non la poteva nascondere a se stesso e perciò sapeva come distruggersi, lui non conosceva solo i suoi stessi punti deboli ma era anche chi li creava, non poteva mentirsi addosso non ha mai avuto questo vantaggio e se non lo aveva lui...
Il corpo di Selene vagava per i corridoi della scuola sfoggiando un magnifico sorriso bugiardo la sua mente non è uscita dalla stanza oggi, è ancora li a cercare la forza di alzarsi.
Ma alla fine bastava solo mentire, è facile mentire, chiunque sa mentire.
Si chiuse in bagno e ebbe la resa dei conti con la sera prima che era venuta a cercarla e il finale fu lo stesso.
Fu un respiro profondo a esiliare il dolore, una rinnovata fiducia in se stessa in cui non credeva ma che aveva deciso di avere e richiamò quel sorriso che ora pesava un pò meno.
Lo portò fino a fine della giornata e trionfante si avviò verso casa.
Sulla strada, di nuovo, Maia.
"Ciao Selene" con l'entusiasmo di chi si sente in vantaggio
"Ciao Maia" con l'entusiasmo di chi non è interessato a vincere una guerra che ha già vinto.
"Tutto bene ?"
"Si, tu ?"
"Bene grazie"
Finiti i convenevoli...
"Selene, salutami Naos"
"Ma lui non è qui"
"Stai male, arriverà"
"E tu che ne sai che sto male ?"
"Ero in bagno nel momento sbagliato"
"Non dirglielo"
"Non posso, non ci parliamo più"
"E allora come fa a sapere che sono stata male ?"
"Lo sa sempre"
E se ne andò portando con se segreti non suoi lasciandosi alle spalle i dubbi di Selene.
Quando rincasai dal lavoro lui era li troneggiante sulla sua poltrona rossa che mi aspettava con il sorriso malizioso sul lato sinistro della bocca di chi gioca una partita truccata e sa come vincerla.
"Ciao amico mio"
Lo abbraccio forte e ricolmo di gioia come abbracciassi mio fratello che credevo morto.
"Bentornato"
"Beh, non ti aspettavi mica che avrei festeggiato il mio compleanno da solo a Karnak vero ?"
"Fantastico, cosa avevi pensato ?"
"Dipende"
"Da cosa ?"
"Da l'unica che può decidere"
"Non hai ancora mollato ?"
Si alzò più sorridente di prima aprì le braccia per mostrarsi in pieno mi porse le braccia e mi chiese: "guardami. Ti sembro un fioraio ?"
"No"
"Infatti, io non raccolgo i fiori che trovo in giro perché posso"
"Non hai le mani già abbastanza insanguinate a furia di stringere quelle spine ?"
"Le mie spine, se ancora respiro vuol dire che ho ancora qualcosa da dare"
Lo guardavo e non distinguevo la follia dalla determinazione.
"Le hai scritto ?"
"Appena prima che tu rientrassi"
"E ora ?"
"Ora aspettiamo"
"E se non viene ?"
"Non se ne fa niente"
"Ma perché, no dai"
"Perché l'ho detto io"
Ha emanato la sua sentenza ora mai e quando vedi un treno arrivarti incontro non ci parli per convincerlo a fermarsi e nemmeno provi a fermarlo, ti sposti e basta.
"E Maia?
"Aspettiamo"
"Come aspettiamo ? Cosa aspetti ?"
"Che mi scriva per il mio compleanno"
"E poi ?"
"E poi chiudo questa storia una volta per tutte, e poi la spezzo"
"Ma perché Naos, non se lo merita"
"Non se lo merita ? Non ho la minima intenzione di lasciare che vada via impettita credendo di aver vinto, non avrà la soddisfazione di credere di avermi battuto"
"Ma pensi che a lei interessi ? A lei dispiace solo che ti ha perso e basta, non le importa di aver vinto o perso"
"Ha imparato tutto da me e ha tentato di usarle i miei metodi contro di me ed è giusto che si ricordi che non può vincere"
"Non vuole vincere"
"Ma io voglio che esca dalla mia vita, voglio chiudere quella porta, voglio che smetta di provare a bussare nella speranza che le apra, voglio togliere un personaggio alla trama, voglio che quando guarda Selne abbia un timore reverenziale e non le rivolga la parola.
Si è dimostrata un egoista, un arrogante egoista che era contenta ci fossi io fino a che ha potuto prendere da me, poi quando ha visto che non poteva prendere più niente, quando ha creduto di essere arrivata al mio livello mi ha gettato via senza pensarci due volte.
O per dirlo in 5 parole: mi ha fatto un torto ed è giusto che paghi come hanno pagato tutti.
La giustizia pretende il castigo"
Era quello che temevo... non potevo fermarlo.
Non potevo fermarlo io ma qualcuno poteva e allora ho iniziato a pregare che la presenza di Selene scacciasse lo spirito di vendetta come ha sempre fatto, che in lui scattasse quello stato di pace quando è con lei tale per cui perde di importanza il resto così da perdere interesse per lei e risparmiarla.
Pregai.
E poi arrivò il giorno.
E poi arrivò il messaggio di Selene che doveva declinare l'invito perché era malata.
Agrodolce messaggio.
Si gli aveva scritto come se niente fosse ma ora covava una profonda paura di essere arrivato tardi, di aver perso l'occasione, di aver perso lei, aveva paura che quel messaggio fosse solo una scusa e si iniziò a sentire inadeguato e spezzato.
E poi Maia:"so che non vuoi parlarmi ma io comunque volevo scriverti e anche se non mi saluti per strada quando mi vedi e non risponderai a questo messaggio, io volevo farti gli auguri di compleanno"
In quel momento ho visto i suoi occhi mutare e il suo sguardo passare da sconsolato e meditabondo a furente e disgustato, l'espressione sul suo volto era la stessa identica per entrambi i messaggi ma ciò che emanava era cambiato radicalmente e di nuovo mi spaventava.
Assetato di sangue come un lupo che caccia una preda troppo sfuggente che gli ha rubato tutta la pazienza.
"Adesso ti spiego una cosa: a me è concesso non salutarti, ha me è concesso tutto, pure bruciarti casa con la famiglia dentro tu avrai comunque un debito infinito nei miei confronti.
Mi dici che ora gestisci il tuo organismo e i tuoi attacchi d'ansia e mi fa piacere, davvero.
Sei diventata forte, tanto forte da poter tenere testa a me, sei diventata consapevole, abbastanza da capirti e gestirti, sei diventata determinata, tanto da decidere di mandare via tutte le stupide oche che ti circondavano e di restare sola piuttosto che circondata da vipere.
Ma forse qui ti è sfuggita una cosa semplice ovvero che tutto ciò che sei, tutto ciò che fai è, e sarà sempre, un eco di me.
Tu se il mio retaggio perché la persona che vedi allo specchio l'ho creata io.
E sai qual'è la parte più bella ? Che nessuno di questo è il regalo più grande che ti ho fatto.
No.
Il regalo più grande che ti ho fatto è stato darti la tua vita in mano, quindi se vorrai essere una fallita a 30 anni che insegue il vacuo e passa le settimane in attesa del sabato per poi passarlo al bar a ubriacarti a merda e dimenticartene, per poi guardarti allo specchio e rimpiangere che non sei niente e nessuno, come tua sorella.
Oppure se vorrai inseguire quegli ideali di amore e famiglia che mi raccontavi, sarà una tua scelta.
È questo il regalo più grande che ti ho fatto..."
Così affonda le zanne nella carne fin anche oltre quanto basta per strappare il bottino che lo soddisferebbe ma d'improvviso si frena perché non è di sangue la sete che lo spinge ma di vendetta e allora lascia il morso senza lacerare.
In queste parole io ho visto una speranza, una sorta di malinconia e rimpianto, lui dicendole così in un certo modo la stava ancora una volta indirizzando verso la strada giusta, ancora una volta la stava salvando sterebbe stato un ottimo finale che lasciava spazio a un goccio di speranza.
Se solo si fosse fermato.
Ma non lo fece.
Crudele e spietato finì
"...ma tanto non ti servirà a nulla tutto questo perché tutte le persone che incontrerai nella vita, amici, fidanzati, compagni tutti li confronterai a me, consciamente o inconsciamente, avranno tutti quel non so chè, quella sensazione, quel gesto che non li farà essere abbastanza e allora chiuderai anche con loro, perché dovranno portare il peso del mio fantasma e nessuno, nessuno è all'altezza di quell'ombra e nessuno lo sarà mai nessuno potrà mai colmare quella voragine che ho lasciato, il gesto più grande della persona migliore che incontrerai non sarà mai all'altezza del mio gesto più banale"
Allora dimostrato di poter uccidere la preda la guarda ferita e decide che non gli basta e attacca ancora per lasciare un marchio indelebile.
Penso sinceramente che questa sia la cosa peggiore che abbia fatto.
Le ha innestato un pensiero, ha preso tutto quello che sono dubbi e incertezze sul prossimo e li ha resi certezza di insoddisfazione, se non faceva questo ragionamento prima lo farà ora, lo farà sempre e il semplice averglielo detto farà si che quel ragionamento inconscio esista e parta proprio da lui che l'ha avvertita e nessuno può salvarla perché nessuno potrà arrivare al punto da creare un legame abbastanza forte con lei da farsi credere e poterla curare, perché chiunque si dovesse avvicinare abbastanza verrà scacciato da lei stessa.
E ora quando vedrà la luna sentirà sempre l'ululato.
L'ha avvelenata.
Io non potevo fermarlo, ma nemmeno lei, che rantolante tentò di ferirlo:"tu sei un egoista, tu hai sempre avuto bisogno di sentirti dire che è tutto merito tuo ed è tutto grazie a te perché vuoi dimostrare continuamente che si il più forte e il migliore e tutto ciò che hai fatto lo hai fatto per fomentare il tuo ego infinito.
Ma la verità è che sei solo e sarai sempre solo e Selene vedrà il mostro che sei"
Oh no.
Che errore.
Disperata tentò di colpirlo al cuore ma il problema di quando punti al cuore di un lupo in caccia è che se non lo colpisci, lo fai solo arrabbiare di più: "hahahaha che tenera che sei, credi di potermi ferire, credi di avere una minima possibilità di dire una qualunque cosa che possa toccarmi, tenera illusa.
Io che tento di dimostrare di essere il migliore, e a chi dovrei dimostrarlo ?
A te ?
Tu non sei niente.
Io lo so che sono solo, sono sempre stato solo ed ero solo anche con te e lo hai dimostrato anche ora
Tu invece ?
Quanto ci resterai male quando ti accorgerai che così come non ho mai sbagliato non sbaglio nemmeno ora ?"
Non non ha nemmeno il rispetto di finire la preda, la lascia li a morire dissanguata dall'ultima crudele profezia.
...
Prese e si strappò il bracciale di Maia dal polso, come un servo si strappa una catena troppo pesante portata per troppo tempo, lo gettò per terra e dichiarò: "ora, è un capitolo chiuso"
Non osai avvicinarmi, avevo la sensazione che fosse talmente teso che si sarebbe scagliato contro chiunque.
Aveva troppi non detti irrequieti che lo abitavano e ora la porta era aperta e potevano uscire per tutti, nel mezzo del ciclone di distruzione che lui stesso stava scatenando, reclamava giustizia e se non l'avesse porta il cielo, lo avrebbe fatto lui.
Era li in piedi in mezzo alla stanza, sguardo basso, brace negli occhi spalancati, bocca serrata e l'aura di una belva a caccia, stringeva i pugni stringeva i pugni perché non poteva urlare, sanguinava perché non poteva piangere.
Bastava quello a permettergli di riprendersi, troppo irrequieto per meditare e poi nel silenzio reverenziale che il mondo portava per il lutto di Maia una voce spaccò la pace...
"Chi è ora ?" Chiese tonante.
Andai a prendere il telefono e riferii:"è Elio, ti fa gli auguri di compleanno"
"Solo ?"
"Si"
"Nick, solo ?"
"Questo è l'importante"
"Nick"
"Dice che sei stato un pessimo amico e un egoista perché lo hai abbandonato e lui aveva bisogno di te"
Di scatto alzò la testa, sgranò ancora gli occhi e sorrise fino a tirare le guance, fino a farsi male.
Ettore quando ebbe la chiamata alle armi, l'ultima chiamata alle armi, indossò il suo sontuoso elmo, l'elmo  della battaglia e che lo rendeva irriconoscibile e spaventoso persino agli occhi di suo figlio, così per lui quel sorriso, il suo vessillo di battaglia e quando lo indossa cerca il sangue.
"Dammi il telefono"
"Cos'altro vuoi fare ?"
"Il piano prevede che scriva a Selene un messaggio stupido per vedere se risponde e come risponde"
Glie lo porsi.
Si calmò di botto in un fulmine si era infuriato e in un altro fulmine si era sopito come se si fosse dissipata improvvisamente tutta l'ira, si bloccò un secondo e guardò se fosse il migliore dei messaggi possibili e accertatosene inviò.
La mossa era fatta ora toccava aspettare, irrequieto e impaziente come era gli serviva distrarsi in qualche modo ed Elio aveva sbagliato momento per richiamarlo.
Indossò il vessillo in volto e scese in arena...
"Ehi bimbo, come va ?"
La risposta fu immediata.
"Che vuoi ?"
"Che modo brusco di rispondere"
"Adesso prendi e riappari e ti aspetti che ti accolga con un abbraccio ?"
"Mi aspetto rispetto"
"E perché ? Mi hai abbandonato" Spalancò gli occhi e sorrise diabolico, pessima scelta di parole.
"Ti ho abbandonato ? Dove sei ?"
"A casa"
"Vieni ad Arcadia, ti offro un gelato"
"Ti sembra il momento di un gelato"
"Oh si, e ti faccio vedere quanto sarà amaro sto gelato, il gelato più amaro della tua vita"
"Cosa intendi"
Non rispose più e lo aspettammo.
Affilava l'acciaio.
Arrivò in fretta, non era nella posizione di farlo aspettare, mi faceva pena quel ragazzo, ho sperato non si presentasse, ho sperato per lui potesse chiudere il telefono, non rispondere più e andare avanti con la sua vita.
Mi dispiaceva vederlo andare al patibolo, conoscevo quello sguardo e quella forza sapevo che lo avrebbe spezzato.
Ma con il senno di poi, forse fu meglio così.
"Allora ? Perché mi hai fatto venire ?" Cercava invano di dimostrare sicurezza e spavalderia ma non poteva, non davanti a quegli occhi assassini.
"Siediti" ordinò impassibile e solenne.
Era seduto sulla poltrona con i gomiti appoggiati sui braccioli, le mani giunte e appoggiate davanti alla bocca, si vedevano solo gli occhi infettati di sangue trepidanti come fiamme impazzite che zampillano.
Troneggiava.
"Ripeti cosa hai detto bimbo"
Era terrorizzato.
"Non so a cosa ti riferisci"
"Hai detto che ti ho abbandonato se non sbaglio, spiegati meglio" era calmo ma non era calmo.
"Mi hai abbandonato quando io avevo più bisogno di te con Acli, lei stava male e mi respingeva, a casa andava tutto storto, mio padre mi tratta come l'ultimo degli scemi, mia madre dice che mi schifa e mia sorella non mi parla nemmeno, e tu sei sparito nel nulla senza dare spiegazioni"
caricò il colpo
"Adesso ti rivelo un segreto bimbo, e ti renderò un pò meno bimbo.
Tuo padre e tua madre non ti devono rispetto solo perché sei loro figlio
Tua sorella non ti deve lealtà perché è tua sorella
Acli non ti deve affetto perché tu glie ne dai
Io, non ti devo, nulla
La vita non ti darà una ricompensa solo perché fai il bravo bambino, nessuno ti ripagherà degli sforzi, vuoi una cosa ?
Prenditela non pretenderla.
Io non sono tenuto ad aiutarti, tu non mi dai nulla in cambio, l'ho fatto un paio di volte per mostrati la via ma non vuol dire che io debba farlo e che lo farò, sei tu che devi gestirti la tua patetica amichetta frignona, non io, a me non interessa..."
Si scagliò rude si, battagliero si, forte si ma non ferale, strategico e non sapevo quale fosse peggio.
"E adesso ti do un altra news incredibile, ti ho detto 100 volte di lasciarle i suoi spazi, di non starle addosso, di lasciarla respirare ma tu ogni volta facevi di testa tua e facevi peggio, sai dove siamo arrivati adesso ?
A questo..."
Gli mostrò i messaggi che le aveva scritto Acli una sera.
"... dice che si sente obbligata a volerti bene, dice che sei opprimente, dice anche che spera ogni giorno che tu non venga a scuola per avere un po' di pace"
Lo trafisse in un colpo al petto trapassandolo.
...
"Stai dicendo che lei sta bene senza di me ?"
"No, io non dico nulla, è lei che dice ste cose, sono parole sue, e non ha detto che sta bene quando non ci sei, assolutamente no, ha detto che sta meglio se non ci sei, che è peggio, tu sei diventato la causa del male"
Girò la spada nella ferita.
"Cazzo se fa male" disse tremante e in lacrime cercando sostegno sulla sedia.
"E ho appena iniziato..." disse con un sorriso innaturale.
io lo fermai "ehi, guardalo, basta"
Riuscii a placarlo.
Si appoggiò allo schienale, gli balenò uno sguardo assente e iniziò a fissare il nulla.
Non eravamo più interessanti, era tornato alla sua partita.
Il silenzio si espanse rapido, Elio si volse al vuoto per riguardare i suoi errori e seduto, trafitto intento solo a tossire sangue gli sfuggi un audace commento.
"sapete, penso che l'orgoglio delle persone sia una cosa orribile".
Avevo paura potesse destarlo, così gli risposi io:"non è l'orgoglio che la spinge Elio, lei non ammette che ti ricambia perché è una sciocca e non sa cosa vuole"
Elio parlava con me ma guardava lui e lui non c'era, lui era a venerdì, giovedì o chissà quando che parlava con la sua lei, pensava a cosa risponderle, a come comportarsi e a cosa fare per sistemare le cose
Elio invece continuava a sfidarlo, forse cercava di essere giustificato per le sue azioni, forse cercava la sua pietà, forse voleva dimostrargli qualcosa e allora non si arrese e singhiozzante rantolava "io lo faccio per farla stare bene" disperato.
Naos impiegava tutte le sue forze per tentare di leggere Selene e capire cosa fosse meglio fare e dire, perché lei lo richiedeva, e allora rapito come era da ansia, paura e senso di inadeguatezza; decise di non lasciar correre quell'esclamazione o forse non ne era in grado.
Spalancò gli occhi, serrò la mandibola, inspirò profondamente e violento si destò tonante
"Puttanate !
Lei aveva bisogno di spazio e tu l'hai oppressa perché non vedevi l'ora di sbaciucchiartela, lei tentava di sfuggirti quando litigavate e tu le scagliavi contro qualcosa da cui non poteva scappare, lei dice di avere bisogno di tempo per elaborare la sua relazione precedente e tu hai preteso lei fosse pronta per te.
Io l'ho convinta che è innamorata di te ma tu ti sei reso così dannatamente difficile da amare, a lei non passerà così facilmente, perché sono bravissimo
E la conclusione di tutto ciò è sempre lei che soffre e sta male, malissimo.
Tutto questo è stato fatto per te, per permetterti di giocare con le bambole, mi hai chiesto un giocattolo, te l'ho dato ma non lo sai gestire.
Tutto è stato mosso dal tuo egoismo e l'hai persa perché sei stato così egoista da pensare solo a te e guarda quanto le è costato..."
Lo aveva distrutto, trafitto e ucciso, risorto e ucciso ma non gli bastava nemmeno.
"...tu non sei il maledetto eroe della storia, tu non puoi salvare nessuno"
Elio si sentì colpito nell'intimo del suo orgoglio, lui che fino a poco fa era così convinto di se stesso, delle sue potenzialità adesso era stato catapultato in un'altra dimensione, non stava discutendo con Naos, non più, si trovava faccia a faccia con la verità fatta carne, che lo uccideva a ogni parola allora all'angolo tentò una fuga disperata:"perché tu puoi farlo e io no?"
Era dall'inizio della conversazione che aspettava questa domanda e ha fatto in modo che accadesse.
Abbassò leggermente la testa e rispose sprezzante:"la differenza tra me e te è che io per salvare le persone che amo sono disposto a rinunciare a loro e a morirne.
Tu non sei un eroe perché non sei disposto a sacrificarti per lei e non la ami, perché non sei disposto a rinunciare a tutto pur di renderla felice, non desideri vedere un suo sorriso anche a costo di pagarlo col sangue.
Tu hai l'arroganza di volerla solo se il prezzo da pagare lo paga lei"
Ora, dopo averlo ucciso tre volte, era più che morto, era spezzato.
Ma ancora non bastava.
"Esistono 3 tipi di amore bimbo
Quello semplice delle persone semplici che fanno cose semplici e quello passionale e travolgente; non tutti hanno un amore travolgente ed è giusto che non lo abbiano, un amore che sussurra non è sbagliato, non possono essere tutti uguali se no perderebbero di senso.
Tu devi smetterla di cercare quello travolgente perché credi sia quello giusto, tu devi accettare il fatto che quello che ti spetta è di altra natura, quando lo capirai e accetterai forse potrai smetterla di imporre un sentimento innaturale
Se non vuoi accettarlo morirai come un miserabile cane abbandonato"
Ora Naos era soddisfatto.
"E il terzo tipo ?" Chiese remissivo Elio ma lui non rispose.
A quel punto Naos si alzò e andò a pagare, Elio immobile e ferito sconvolto io invece ora mai avrei dovuto essere abituato eppure stavolta, stavolta era andato oltre.
Prese il resto, lo ripose nel portafogli e mentre lo riordinava rivolto verso di noi guardava le conseguenze di ciò che aveva fatto, sorrise e si girò avviandosi all'uscita.
Se si fosse girato avrebbe scoperto che Elio non era un lupo.
"Io la amo come amo la mia famiglia e come amo voi" tentò un ultima giustificazione con le ultime forze che aveva, nella speranza che non gli rispondesse per illudersi che il suo silenzio potesse rappresentare una fievole speranza a cui aggrapparsi; ma non gli lasciò neanche quello.
Naos si fermò un secondo sull''uscio e senza neanche voltarsi gli dedicò un ultima carezza esplosiva:"...e questo non è amore, l'amore è oltre ogni cosa"
...
Rincasammo, si sedette sul suo trono e mi guardò bramoso della mia condanna.
E lo accontentai
"Non pensi di aver esagerato un pò ?
Non puoi martellarli come hanno fatto con te
Non siamo tenuti a essere forti come te"
Impassibile:"No.
Ma siete tenuti a provarci e poi se non ci riuscirete sarò io a salvarvi ma fino ad allora non vi farà male spezzarvi"
Non era il tempo delle parole, non lo era per nessuno.
Il giorno dopo andai da Elio a cerare di raccogliere i pezzi.
Nessuno aprì la porta ma non potevo andarmene con quel peso così insistetti e al mio appello rispose Zora.
Venne ad aprire e senza aspettare che io entrassi si voltò rapida e andò in camera sua ma non fu sufficiente a impedirmi di scrutare i suoi occhi sfiniti dalle lacrime.
La situazione era peggio di quanto pensassi.
Elio era immobile sul divano, catatonico.
"Elio, mi dispiace per quello che ha detto"
Si morse il labbro superiore con quanta forza gli era concessa ma nemmeno bastò.
Mi urlò disperato con la voce strozzata
"Beh forse non ti dispiaceva abbastanza Nick, se veramente ti fosse importato lo avresti fermato, perché non lo hai fermato ?
Perché Nick ?"
"Tu lo sai cosa ha fatto prima di venire da te ?
Ha attaccato Maia e ha fatto peggio di quello che ha fatto a te, di gran lunga.
Con Maia è una sorella per me, le voglio bene come fosse sangue del mio sangue, tu invece sei parte della mia famiglia Elio, quando non c'era abbiamo parlato tanto e di tanto ci siamo divertiti e confidati, mai come con lui ma abbastanza da creare qualcosa.
E lo sai, sai quanto vi sono legato, vengo da esperienze di amici che avevano come hobby principale quello di parlare alle spalle gli uni degli altri, la disonestà e le bugie erano il mio pane quotidiano quindi sai quanto sono sincero, quanto devo esserlo per me stesso, per distinguermi da chi mi ha ferito ed è con quella sincerità che ti dico che non lo potevo fermare.
Avrei voluto, avrei voluto avere non tanto il coraggio perché quello non è difficile da trovare e quanto ne avevo bastava, quanto i mezzi per contrastarlo, non li avevo e non li ho.
Non li ha nessuno, non si può fermare e non perché è più forte di noi ma perché ha ragione.
È verità pura e sa di esserlo"
Forse feci di peggio.
Non trattenne più le lacrime e si sfogò.
Ripresosi alzò lo sguardo in cerca del mio:"alla fine quale fu la mia colpa ? Non è forse lo stesso amore che arde in lui a spingermi ?"
Tutti vorrebbero essere speciali infondo, tutti i migliori, tutti i protagonisti, solo che se lo fossimo tutti, non lo sarebbe nessuno.
"E se non lo fosse ? Deve essere per forza paragonato al suo ?
Forte come il suo ?
Se fosse di altra natura renderebbe vano lo sforzo ?
Non per forza devi cercare l'amore che brucia e ti consuma o quello che ti travolge e ti stravolge o il suo, se fossi destinato ad un amore Placido calmo e semplice non lo vivresti ?"
"Ma certo che lo vivrei"
"Allora non cercare di interpretare segnali che non esistono per trovare somiglianze con qualcosa che non è tuo"
Si calmo e nella pacifica lucidità trovò il mio demone:"ti rendi conto che se domani lui dovesse impazzire e decidere di spezzarci tutti non potremmo fare niente per impedirglielo ?
Dobbiamo trovare il modo di spezzarlo"
Queste erano le parole che invece aspettavo io:"Elio ti prego no, questa è da quando lo conosco la mia più grande paura ma tu devi avere fede del fatto che ciò che ha fatto lo ha fatto per un motivo più alto che noi non comprendiamo e non vediamo, non ancora.
Non servargli rancore, non contrastarlo, lo so che fa male e so quanto, fa male, ma devi lasciare che il dolore ti trasporti dove lui vuole farti arrivare se no sarà stato vano.
E ti prego smettila di pensare di batterlo
lo hai visto ?
Gli hai guardato attentamente gli occhi ?
È vetro, non c'è più nulla dentro, non lo puoi spezzare perché è già spezzato"
Con la speranza che ciò che feci potesse bastare me ne andai.
Purtroppo quello che dissi io era vero, non potevamo contrastarlo, era troppo al di sopra, troppo più forte, non potevamo ucciderlo, non potevamo spezzarlo e non potevamo ferirlo nemmeno, nessuno poteva...
Lo trovai sdraiato in una stanza buia intento a guardare il soffitto nell'attesa che gli fu concesso di dormire.
"Ti ha risposto ?"chiesi contrito.
"Si"
"Non verrà vero ?"
"No"
...Nessuno può sparare in un petto vuoto nella speranza di colpire un cuore.
Nessuno...
Se non, colei che lo detiene...

L'assolutaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora