A casa di Maia stavo piano piano trovando le risposte che cercavo quando all'improvviso il destino ha deciso di sveltire gli ingranaggi.
Suonò il campanello, Maia andò ad aprire ed era lui.
Entrò impetuoso come fosse casa sua.
Aveva una felpa rossa, un paio di Jeans con delle sneakers e i suoi occhiali da sole rigorosamente indossati quando il sole ora mai ha già fatto capolinea.
Salutò tutte le donne di casa e loro lo accolsero con il doppio dell'affetto che avevano riservato a me.
Si mise a girare per casa, andò in cucina a scoperchiare qualche pentola giusto per sapere cosa celassero e poi finalmente si accorse di me.
Si fermò per un secondo e gli spuntò un ghigno maligno sul lato destro del viso, ed era qualcosa di irritante, sembrava qualcosa di primordiale, come quando un predatore vuole intimorire la sua preda.
Alzò il braccio nella mia direzione e con la mano semi aperta mi indicò: "Interessane."
No, invadente.
Si diresse nel salotto, si sedette sulla poltrona e rimase in silenzio a guardare il telefono.
Le altre donne della casa iniziarono ad uscire una dopo l'altra fino a che non rimanemmo solo io, lui e Maia.
Mi sentivo fuori luogo, così decisi di lasciarli alla loro privacy, mi alzai e mi avviai a prendere la mia giacca quando Maia ci raggiunse in salotto e si sorprese della cosa.
"Dovevate vedervi voi due, stupido io che mi ero scordato"
Dal fondo della stanza tuonò: "Non lasciarlo andare!"
Mi voltai e lo sfidai: "Cosa è ? Decidi tu qui ?"
Posò il telefono e fece di nuovo quel ghigno: "Smetti di fare scene amico, non vuoi andartene veramente"
Aveva ragione, ma non potevo darlo a vedere: "Scusa non hai detto tu ieri che volevi parlare con lei ?"
"Si, ma tanto qualunque cosa lei mi voglia dire, tu la sai già"
"A parte che sei tu che ti sei auto invitato, quindi al massimo qualunque cosa tu voglia dire"
Abbassò lo sguardo verso di lei fino a intravederla attraverso gli occhiali da sole. "Vedo che non gli hai parlato ancora di me."
Cercai risposte in Maia: "Ma che vuol dire ?"
Lei sorridendo divertita e sottomessa, "Nick non provare a capire, resta e basta".
"Va bene" le dissi e lui ironico: "Ma chi se l'aspettava".
Era oltremodo irritante.
Prendemmo posto e lui iniziò il suo show.
Si alzò di scatto: "Allora bimba, dimmi un po' cosa turba il tuo cuore ?"
"Da cosa lo hai capito"
"Bimba, hai detto al tuo amico di non provare a capire e adesso fai tu il suo errore ?"
Iniziò a raccontargli la storia con il suo ragazzo e poco dopo che iniziò lui le chiese di mostrargli una foto.
Lei obbedì
Preso possesso della foto del ragazzo si piegò sulle ginocchia in mezzo alla sala, fece fare un giro alla testa per scrocchiare il collo e si tolse gli occhiali.
Guardò la foto per un secondo, un solo secondo, tanto gli bastò, eppure in quel secondo che rimase immobile sapevo che stava andando in mille posti poi si rimise gli occhiali e fece una faccia disgustata e lanciò il telefono sul divano.
"Cosa hai letto ?" Chiese lei interrompendo la storia appena iniziata.
Lui si rimise sulla poltrona, prese un respiro profondo e gonfiò il petto, poi iniziò a parlare e la sua voce era cambiata improvvisamente, era diventata più profonda e seria, la postura rigida e composta e vomitò frenetico il giudizio più accurato che avessi mai sentito...
"Figlio unico, fissato con gli amici, lo sport i motori e tutte quelle bellissime cose che disegnano lo stereotipo di un perfetto individuo affetto da maschilità tossica.
Probabilmente a casa chi comanda è la madre per cui prova affetto in quanto personalità dominante e allo stesso tempo la odia perché essendo lui maschio tossico deve avere il controllo e non può accettare che una donna lo possieda.
Superbo, spocchioso, arrogante; ossessionato dal potere.
È un poliziotto ?"
Santo cielo, a cosa sto assistendo ?
Maia gli rispose che lo era.
E io gli chiesi ovviamente come lo aveva capito e cosa c'entrasse...
"I soldati e i poliziotti sono il più grande inganno che i potenti perpetuano nei confronti dei vili ignoranti popolani.
Le guerre nascono perché qualcuno si incazza con qualcun altro per dei motivi pressoché futili e decide che qualcun altro deve combattere al suo posto e morire per i suoi ideali e per le sue scelte.
Se non esistessero i soldati, se nessuno si sacrificasse per gli ideali di qualcun altro, non esisterebbero le guerre ma solo due persone che litigano impotenti e patetiche.
Ma i soldati esistono da sempre ed esisteranno per l'illusione del potere.
Le persone ambiscono al potere, tutti chi più e chi meno, chi in un modo o nell'altro e tanto più una persona è incompetente e inadeguata a detenerlo, tanto più lo brama.
Ad Arcadia non esiste una persona che crede nella pace o voglia mantenerla, non esistono ideali, non che nel resto del mondo vada meglio, ma qui in particolare, qui i miserabili vermi che non sanno fare nulla nella vita entrano nell'arma per potersi sentire al di sopra della gente, per poter avere il controllo sulle persone e decidere per loro.
È questa l'illusione: i potenti illudono gli inetti di dargli potere e allora loro gli devono fedeltà e gratitudine e quindi obbediscono e così facendo si puliscono anche la coscienza da tutto ciò che fanno e si sentono giustificati.
Guarda l'olocausto, come rispondevano i soldati quando gli chiedevano perché lo hanno fatto ?
eseguivamo degli ordini
Perché loro volevano uccidere la gente, perché ti senti onnipotente a decidere chi vive e chi muore e ripetevano a se stessi che seguivano ordini per dormire la notte.
Il principio è lo stesso.
In questo modo hai il controllo dei peggiori e fai in modo che controllino anche quei pochi con un cervello che potrebbero contrastare davvero il potere.
Ovviamente ci sono le eccezioni, ci sono le persone che hanno il senso del dovere, della responsabilità di voler proteggere la gente, da chi ?
Dai soldati inetti.
Esistono le eccezioni ma non qui, questo è Arcadia e questo è lui.
Un misero inetto che non sa fare nulla e che brama di potersi sentire qualcuno quindi possiamo anche dedurre che il ragazzo voglia mantenere il comando in questa relazione, deve per principio a tutti costi decidere lui anche per te.
Manipolarti, raggirarti e dominarti, sentendosi realizzato come uomo quando lo fa.
Che meraviglia.
Questo è il tipo di individuo che usa le donne per sentirsi uomo, uno di quelle merde a forma di uomo che crede che il valore di una persona sia determinato da quante donne si scopa"
Aveva capito le stesse cose che avevo capito io ma non in mesi di discorsi ma in un secondo, aveva usato anche le medesime parole per descriverlo.
Poi si voltò verso Maia e le chiese ironico "Ho ragione ?" Ed era ironico perché lui non conosceva quella persona, eppure aveva la certezza di non star sbagliando.
Trovata la conferma negli occhi di Maia passò al giudizio.
"Ecco vedi, a me queste persone mi disgustano profondamente, non capisco sinceramente cosa vivono a fare e credo sinceramente che se un giorno persone così si iniziassero ad ammazzare a sangue freddo, in un modo anche brutale per restituire un po' di sofferenza indietro, credo che in quel caso il mondo inizierebbe ad evolversi a livello esponenziale e le persone a migliorare.
Questo genere di individui è il cancro dell'umanità e non meritano di esistere"
Quanto estremo odio gratuito, quanto disprezzo, però vedevo Maia che accusava ogni parola come un pugno nello stomaco e sentiva ogni giudizio su quel ragazzo come un errore suo di valutazione.
Dovevo intervenire.
"E chi dovrebbe uccidere queste persone ? Tu ?"
Si voltò sprezzante, inclinò il viso e mi sorrise: "No, lo farei fare ai soldati".
Cazzo.
"Ehi, non credi di star esagerando un po' amico ?"
Tornò per un secondo la sua voce di prima accompagnata da uno sguardo divertito e confortante ma completamente avulso da qualunque tipo di empatia bene: "Esagerando ? No, no, no ti garantisco che non sto esagerando, anzi mi scuso se non sono riuscito ad esprimere al meglio il mio sentimento, questo coso di cui stiamo parlando mi provoca un senso di schifo nervoso, non lo considero nemmeno una persona ma appunto un tumore, un cancro e perciò non avrà neanche un nome in questa storia e questo perché l'ho deciso io"
Mi faceva paura.
"Ma che razza di psicopatico sei ? Guardala la stai uccidendo"
Scoppiò in una finta e forzata risata di scherno.
Poi la sua voce si fece ancora più profonda e tonante di prima: "Perché credi che lei capirà se vai li a farle una carezzina e asciugarle le lacrime ?"
"Certo che si. Lei ha capito che lui è una persona tossica e non ci parla più e questo dopo che abbiamo parlato io e lei, e non sono sicuramente arrivato a dire le cose che hai detto tu"
Spalancò gli occhi, e mi rifece il suo mezzo sorriso sul lato destro, poi rise ancora, e questa volta sembrava divertito davvero.
Si voltò verso Maia, inclinò la testa e la guardò per un secondo e rise di nuovo: "Glielo dici tu o glielo dico io ?"
Sentii un brivido che mi fulminò e iniziai a sudare e agitarmi: "Maia cosa devi dirmi ?"
Lei ora mai stava piangendo e quel che è peggio è che non mi accorsi neanche da quanto tempo, così tra un singhiozzo e l'altro confessò: "Stamattina ero con lui"
Mi paralizzai e non riuscivo a capirne il motivo, era per Maia che era ritornata il giorno dopo con un mostro o era questo strano ragazzo che stava mettendo in discussione la mia stessa santità mentale.
Così crollai: "Fanculo, fanculo tutti, fanculo te, fanculo quello e fanculo questo tizio, non è possibile, nulla di tutto ciò è possibile, vi siete organizzati, mi state prendendo in giro, chi cazzo è questo che riesce a fare queste cose, non poteva saperlo, non c'è nulla di quello che ha detto che poteva sapere, vi siete organizzati, è uno scherzo"
Tornò umano, abbassò le spalle, rilasso lo sguardo e gli tornò la voce normale: "Ma sei serio amico ? Da quanto la conosci un mese ?"
"Siamo cresciuti insieme"
"Oh, anche tu, allora sei cieco, l'hai vista ? È totalmente succube di quell'essere, persa e se non la stacchiamo in tempo, quella rimarrà in botta per tutta la vita, legata ad un mostro che la tradirà e cornificherà a manetta senza poter mai sfuggire a questa situazione, te ne sei accorto che è innamorata almeno ?"
"Certo"
"E pensi che sia una brava persona ?"
"No"
"Pensi che Maia abbia dei valori ?"
"Certo"
"Valori che lui non ha e non aveva anche prima che io te lo mostrassi ai raggi-x giusto ?"
"Si"
"E allora vuol dire che non si è innamorata di una persona ma di un ideale"
La sua logica era innegabile atrocemente ineluttabile, era così ovvio.
Io senza parole.
"Dobbiamo intervenire e dobbiamo intervenire prima che il cumulo di merda a forma di persona riesca a scoparsela"
Mi guardava in faccia mentre lo diceva e io lo ascoltavo rapito e sconvolto ma quando disse quella cosa, il mio sguardò non cambiò, ero sicuro di essere stato immobile, ma non bastò a fermarlo.
Non fece in tempo a finire la frase che sul suo volto si dipinse un colto stupito, distolse lo sguardo e sbuffò preoccupato: "Cazzo, lo ha già fatto vero ?"
Io la guardai mortificato.
"Non gli ho detto nulla, non, non ho proferito parola, ha fatto tutto lui."
"Tranquillo Nick, lo so che non volevi."
Lui era li che si muoveva nervoso e io mi sentivo travolto da tutto, completamente impotente e senza il minimo controllo della situazione.
"Perché questa è una cosa così terribile scusa ?"
"Non lo capisci ? Guardala, è la sua prima volta, e le ragazze sono troppo emotive a riguardo, si legano profondamente alla loro prima volta, questo vuol dire che se prima era innamorata 10 e non poteva staccarsi in alcun modo, ora è innamorata 100, questa non la salviamo più, dove cazzo ero io in tutto questo ? Cazzo"
Ci fu un attimo di silenzio, avremmo dovuto pensare alla situazione e intervenire immediatamente, ma non basta un secondo per trovare una soluzione.
A lui però sì...
"Aspetta, Nick credeva voi aveste chiuso, quindi avete litigato perciò cosa sei andata a fare stamattina con lui ?"
Piangeva sempre di più, erano entrambi fuori controllo in modi diversi: "Ieri siamo stati insieme e qualcosa è andato storto diciamo, quindi, dovevo prendere la pillola ma non sono riuscita, così lui mi ha urlato addosso e sono scappata via"
Si stringeva per darsi da sola un po' di conforto e lui lo vide, così dimostrò che forse non era così psicopatico: le si avvicinò, si piegò sulle ginocchia e le mise una mano sul braccio e le sorrise con il lato sinistro del volto stavolta.
Lei disperata le si buttò addosso e lo strinse con quanta forza poteva, piangeva, urlava e tremava.
"Ho paura Naos"
Era profondamente terrorizzata come non avevo mai visto nessuno, neanche in un film, neanche in una fantasia, era indescrivibile, non riusciva nemmeno a respirare credevo stesse morendo.
Poi successe qualcosa di così straordinario che tutto ciò che era già successo era ordinario a confronto.
Lui sospirò, chiuse gli occhi per un istante e quando li riaprì stava guardano in aria; credetemi, c'è differenza tra non guardare nulla e guardare qualcosa e lui guardava qualcosa, con sguardo di rimprovero disse: "Va bene, lo faccio"
Abbassò lo sguardo verso di lei, la allontanò e la alzò, poi si piegò per essere alto quanto lei, la afferrò per le spalle, delicato ma deciso, la guardò negli occhi e sussurrò, incisivo e determinato: "Calmati".
E lei smise di tremare all'istante e quasi smise anche di piangere: "Adesso ci sono io" e lei smise di piangere completamente.
"Andrà tutto bene" e lei sorrise.
Ma chi è questo ragazzo ?
Come è possibile tutto ciò ?
Chi sei Naos ?
Chi sei ?

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L'assoluta
RomanceChe cos'è che distingue l'amore dall'infatuazione? Nick tornato per le vacanze estive nel suo paese d'origine fa degli incontri destinati a cambiargli la vita. Divenuto testimone di un amore che non è, forse, sempre in grado di comprendere, inizia a...