Esiste un concetto per definire l'amore quando raggiunge una certa intensità ed è quello di "anima gemella".
Un anima gemella è un anima con la quale tu sei affine e in sintonia e che ti accompagna per un periodo della tua vita.
Il legame che si crea tra anime gemelle è un legame fortissimo che possiamo descrivere come "l'altra metà della mela", quella che secondo il mito di Platone è la l'altra metà di quello che era il te stesso originale, è ciò che ti serve per essere completo e dovrebbe esistere una sola anima gemella per la vita, ma gli spezzati funzionano in modo diverso, gli spezzati vivono diverse vite e quindi può esserci un'anima gemella per ogni vita che vivono.
Quindi non è il tuo amore finito ad essere una parte sbagliata della mela, ma sei tu che sei una mela diversa e richiedi una metà diversa.
L'amore è unico e ogni amore può essere perfetto anche se finisce.
Perché è questa l'anima gemella, l'altra metà che combacia con te e ti permette di essere completo.
Ai dispersi non è concesso questo, loro sono statici, non cambiano, non possono e non hanno neanche un cuore in grado di accoglierne un'altro, essere spezzato ti da un vantaggio: la possibilità di poterla trovare e riconoscere ma non ti garantisce di trovarla, certi non la troveranno mai, altri non l'anno mai trovata, altri ancora ne hanno avute più di una perché nella vita non hai ciò che meriti, molte volte hai solo ciò che ti capita e alcuni non avranno il privilegio di assaggiare la metà che li rende completi.
Quell'intesa, quella complicità, quell'affinità spirituale e sentimentale...
Cosa può esserci di più ?
...
Beh
...
In realtà qualcosa c'è.
Quando vedevo Maia e Naos avrei detto che erano anime gemelle, ero convinto che avessero un tipo di legame talmente forte da essere complementare e ora che ci ripenso mentre te la racconto, forse avevo anche ragione.
Era innegabile, lampante e palese.
Erano anime gemelle perché avevano un legame fortissimo, immenso.
Ma Selene...
Selene era un altra cosa.
Quello che accadeva con Selene era qualcosa di indescrivibile, qualcosa che sfocia nel soprannaturale.
Esiste un concetto per definire qualcosa di infinitamente più grande di un'anima gemella ed è "fiamma gemella".
Se tutti nascono con un'anima gemella da qualche parte nel mondo, pochissimi hanno a disposizione una Fiamma gemella.
Essa si verifica quando un'anima si separa per un qualche motivo, si scinde e inizia a vivere due percorsi ed evoluzioni diversi ma sono destinate a rincontrarsi perché una richiama l'altra.
Non si sta parlando di due anime che combaciano e vanno a creare un legame, sono la stessa anima, sono la stessa cosa, la stessa sostanza.
Hai un senso di familiarità, come se vi conosceste da sempre, si scoprono interessi comuni e obbiettivi comuni, ambizioni comuni, sogni e ne sei attratto perché quando guardi la fiamma vedi te stesso e si viene a creare un legame imprescindibile e indivisibile tanto che una riesce a sentire ciò che accade all'altra e ne è influenzata come accadesse a lei.
Qualcuno che ti sconvolge, è quel destino che nessuno hai mai scelto ma alla fine arriva, che entra nella tua vita e poi non puoi più farne a meno, cresce senza che tu te ne accorga, qualcosa che combatti, che non vuoi provare, che lo scacci, lo allontani e lo maltratti ma alla fine te lo ritrovi lì davanti a te senza nemmeno un graffio a guardarti in attesa che tu capisca, qualcuno con cui il tempo non esiste, ti lascia senza respiro e te lo toglie quando si allontana, alla fine diventa una dipendenza, una malattia, il veleno e anche l'antidoto.
Qualcuno che è i tuoi pensieri, è i tuoi gesti, è i tuoi respiri.
È semplicemente te.
È una cosa che ti risveglia, ti attira e terrorizza.
Come potrebbe non terrorizzare una cosa così grande e travolgente come tentare di mettere il mare dentro un bicchiere.
Spaventa perché vedi te stesso, vedi le tue e le sue paure i suoi difetti, vedi te stesso ben oltre dove tu voglia spingerti a vedere perché sono specchi l'uno dell'altra e solo da quel momento puoi renderti conto di te stesso in maniera più profonda.
Il destino della fiamma gemella però si sa hanno il destino già scritto: si separano sempre, si devono separare.
Ma alla fine è anche giusto così: il principe deve superare prove e sfide, così la principessa si convince del suo valore, anche se non è la principessa ma la regina, anche se non è un principe ma...
Il gemello con la personalità più passiva scappa l'altro insegue e risentirne maggiormente la separazione ma è anche il primo a iniziare il percorso di evoluzione che consiste nel mettere da parte l'ego e imparare ad accettare e amare se stesso, impara a vivere senza dipendenze emotive; il primo intanto sente a poco a poco l'energia del gemello allontanarsi ed è qui che inizia il suo percorso speculare per poi ricongiungersi quando avranno imparato a vivere indipendentemente l'una dall'altra.
Fino a quando le due fiamme non saranno risolte ci sarà sempre una parte che scapperà perché non capirà, perché avrà paura, ma prima o poi anche le anime si arrendono e si ricongiungono sono storie già scritte dal destino e ne sentono la mano molto più di chiunque altro e possono passare anni, sparire e riapparire l'uno dalla vita dell'altra per sparire di nuovo e ancora ma il finale è stato già scritto.
Lui mi diceva che queste storie sono la dimostrazione che anche Dio si sente in colpa, lui è come la luna: lì distante che ci guarda senza dire nulla.
Poi però ci sono delle volte in cui anche lui non riesce a restare indifferente e allora capitano quelle rare cose che non si spiegano, quella probabilità su un miliardo che però si verifica e queste persone sono quello: sono persone che sono più forti, più abituate a resistere e di solito con quelli così ci si accanisce di più dall'alto, ma il dolore che non può rimuovere dal mondo lo ripaga dandogli un senso, e allora a quei poveracci regala un destino travagliato più di quanto non sia già stato, oltre quanto altri si fermerebbero ma li ripaga così, con una forza inesorabile che trascende tempo e luogo, qualcosa di così forte che le persone non possono capire e che solo ai pochi che ne possono pagare il prezzo è concesso di vivere qualcosa di inarrestabile, nulla è più profondo e vero, è qualcosa di assoluto.
Quando scese nel periodo di natale decise di non venire a stare da me perché non voleva approfittare diceva, ma io so che voleva stare il più vicino possibile a lei, senza dover rendere conto a nessuno e allora andò a casa di sua nonna che era a pochi passi dal centro di arcadi e mi concesse di vederlo per poco tempo, giusto per evitare mi offendessi.
Così organizzò una sera in cui saremmo usciti noi 3, io ero contentissimo della cosa e allora accettai.
Dovevamo andare a creare in un ristorante ma prima ci saremmo fermati in un locale per fare un aperitivo.
Lì incontrammo un mio amico che conosceva anche Naos, così ci venne a salutare, fece un obbligato apprezzamento a Selene che però non lo toccò e si sedette con noi.
Gli dissi che saremmo andati a mangiare e dove e lui ci consigliò un'altro locale, preso dalla foga del momento prenotò e senza neanche renderci conto di come o perché era diventata una cena a 4.
Penso di essere stato poco presente e partecipe alla conversazione perché ero preoccupato per Naos, maniaco del controllo e pragmatico calcolatore andava in crisi e si arrabbiava quando qualcosa non andava come lui ha pianificato, quindi ero sull'attenti, pronto nel caso avesse dato segni di rabbia e avesse voluto scoppiare addosso a qualcuno, ma niente.
Lui era tranquillo come non lo vidi mai era come fosse avulso da tutto.
Allora nella tranquillità e serenità del tutto, anche io mi lasciai un pò andare, il nostro quarto sopite invece si lasciò molto andare a vari bicchieri.
E poi ricordo che forse nell' ebrezza del vino o nella foga della serata, si girò verso di loro, li guardò per un attimo e poi si rivolse a Naos e gli disse:"amico mio, fidati di me, questa è la donna della tua vita, questa è la donna che sposerai" iniziò così e poi da lì degenerò e divenne sempre più molesto, soprattutto con lei, che era visivamente a disagio, Naos mi faceva segno di fermarlo ma io non sapevo cosa fare, poco male però, la serata era giunta al termine o così speravo.
Andammo a pagare e prima di uscire Naos si girò verso di noi e ci disse:"ragazzi, qui fuori c'è la polizia, facciamo che stiamo tranquilli e non diamo nell'occhio" lo disse imbarazzato guardando me, come a dirmi di trattenere il più annacquato di noi.
Uscimmo e una volta arrivati davanti agli agenti il nostro amico, con un alito che sapeva evidentemente di vino si rivolse a uno di loro:"che ci fanno tutti sti sbirri qui stasera, che è successo agente".
Naos che aveva intrapreso un passo svelto per tentare di far durare il meno possibile questa situazione quando sentì questa frase si bloccò si girò verso di me infuriato ma ora mai era troppo tardi.
I poliziotti ci fermarono e iniziarono a parlare con il nostro amico, poi presero le nostre generalità.
La situazione era abbastanza sotto controllo ma cosa otteniamo se prendiamo una ragazza che è sempre stata in una bolla protettiva che era la sua confort zone, la facciamo uscire una sera in cui non dice niente al padre militare che ama follemente e al quale dice tutto e la mettiamo in una situazione di stress in cui non è mai stata difronte a delle autorità ?
Terrore
Selene era terrorizzata e tremava come fosse stata una foglia in un uragano.
Naos è sempre stato integerrimo, si è sempre comportato in maniera ligia e corretta e quindi anche lui non si era mai trovato in una situazione così, anche lui aveva paura, anche lui era disorientato e in balia degli eventi o almeno lo sarebbe stato se non ci fosse stata lei.
Lui ignorò completamente gli agenti, non esistevano, andò vicino a lei che si era allontanata le mise le mani ai lati delle braccia nelle quali si stringeva e poi...
E poi lei gli permise di divenire ciò di cui aveva bisogno e senza chiedere il permesso, dirompente la guardò nell'anima entrando dagli occhi, ben oltre qualunque altro limite, li oltrepassò tutti in un volo solo per permettere a lei di fare lo stesso, e li, lei, doveva trovare forza pura, così in quegli occhi che zampillavano fiamme incontenibili e furenti, li, in quell'universo dischiuso per lei c'era tutta la forza del mondo e tutti gli inferni distrutti, la determinazione assoluta che smuove le montagne e brucia le fiamme.
Inamovibile e irrefrenabile le disse solenne:"va tutto bene, stai tranquilla, ci sono io" banale forse, scontato, ma non era ciò che disse, era ciò che mostrò, emanava un aura di sicurezza e fierezza tale che sembrava avere perfettamente la situazione in mano, sembrava avesse il potere di dire a quegli agenti di sparire e lo avrebbero fatto e in realtà per il cognome che portava, quel potere lo aveva: lo sguardo che sovrasta la tempesta.
Lei smise di tremare, tirò un respiro e iniziò a riprendersi.
Poco dopo ci lasciarono andare ovviamente e in macchina lei iniziò davvero a smaltire il panico e ad elaborare la situazione ed era tanto il sollievo che si lasciò andare:"meno male che c'eri tu perché se non ci fossi stato probabilmente sarei svenuta"
"Che esagerazione, saresti svenuta"
"Io svengo molto facilmente, mi stavo per mettere a piangere"
Lui sdrammatizzo, e la serata finì.
Alla fine fu una serata tragica, terribile ma io non riesco ad averne un brutto ricordo, perché penso che alla fine c'era bisogno di quella serata e c'era bisogno di dare quelle dimostrazioni.
Fu l'unica sera in cui lo vidi, poi partì e tornò a Karnak.
Si fece sentire ogni tanto, sempre di rado, quando riusciva ad avere la mente abbastanza libera, quando gli era concesso.
Mi chiamò per natale e mi raccontò che lei gli aveva regalato un bracciale e i suoi cioccolatini preferiti e lui contemporaneamente le aveva regalato una collana e i suoi cioccolatini preferiti.
Non mi sarei aspettato niente di diverso se non lo stesso.
Ero contento che lei gli avesse regalato proprio un bracciale, così poteva avere un nuovo voto e un nuovo motivo di andare avanti e se lei le ha regalato inconsciamente un pezzo di destino, lui lo ha fatto di proposito: la collana raffigurava un nodo Karmico.
Simmetrico e potente.
Sfortunatamente non potei mai avere il piacere di vederlo quel nodo perché Selene quando lui non c'era spariva, che motivo aveva di uscire d'altronde ?
Ogni tanto uscivo con Maia e più di una volta tentai di farmi raccontare da lei cosa fosse successo con Naos ma non mi disse mai nulla.
I giorni si confondevano e certi si ripetevano in un turbinio di nulla.
E poi...
E poi una sera crollò.
Eravamo a telefono a parlare del più e del meno, fare qualche battuta, dire qualche idiozia come sempre, finiti gli argomenti mi salutò ma con qualcosa di malinconico nella voce, mi stava salutando eppure sentivo un grido che diceva "resta", aveva paura, anzi no, era terrorizzato, mi aveva permesso di accorgermene ma non feci in tempo a chiedere che se n'era già andato.
Andai a letto ma la sua voce, non riuscivo a smettere di pensarci, non riuscivo a smettere di interrogarmi sul motivo di quella sensazione che mi aveva generato, cosa poteva esser stato che lo ha lasciato così sconvolto?
Non capivo e avevo paura anche io, perché non lo avevo mai sentito così e se c'è qualcosa che spaventa l'uomo indistruttibile, allora dobbiamo averne paura tutti.
Mi giravo e rigiravo senza trovare pace e la notte era ancora troppo lunga, così presi delle pillole per dormire e una camomilla.
Non so come ma riuscii inquieto ad addormentarmi.
Mi svegliai nel pieno della notte, dopo quella che credo sia stata appena una manciata di ore di sonno, guardai il telefono per controllare l'ora e vidi che un ora fa mi aveva inviato un messaggio.
Diceva:"hai presente quando corri per tanto tempo?
Quando corri per raggiungere un posto in fretta o quando corri e hai la musica alta, quando corri e non ti accorgi della fatica all'ora continui a correre.
Poi però ti fermi, perché ti devi fermare prima o poi e in quel momento ti arriva tutta la fatica addosso, come se ti stesse inseguendo e non riuscisse a raggiungerti fin tanto che correvi.
Io invece stasera ho sentito che mi è arrivato addosso tutto il dolore di questi ultimi tempi, allora mi sono messo a correre e correre per sfuggirgli ma non funziona e ovunque vado, non c'è nessuno, non c'è neanche la luna in cielo".
In allegato mi aveva mandato una foto di un via lunga illuminata solo dai lampioni e vuota, deserta.
Era la concretizzazione di ciò che temevo di più, era il mio più grande incubo, così impotente e distante feci l'unica cosa che potevo fare: lo chiamai e gli chiesi dove era.
Rispose con il fiatone e gli chiesi preoccupato dove fosse.
Iniziò a singhiozzare e a riprendere fiato a scatti, credo stesse piangendo ma non ne ho la certezza e forse era l'unico modo che aveva per sfogarsi ovvero crollare quando nessuno poteva vederlo, perché a lui non è concesso, lui deve essere quello forte, quello imperturbabile, quello inamovibile.
"Non lo so...
Non lo so...
In realtà non l'ho mai saputo...
Ho solo scelto una strada... che credevo fosse quella giusta e l'ho seguita finche ho potuto perché non avevo altro...
Perché non ho mai avuto altro se non la fede che potesse portare da qualche parte...
Adesso non ho più neanche quello"
"Ma Selene ?"
"Selene non la sento da capodanno"
Forse quella frase mi scosse più di tutto il resto...
"Naos ma, siamo a Marzo"
"Ah è già Marzo"
"Come "già Marzo""
"Si, ho perso un pò la cognizione del tempo Nick, ma non mi importa alla fine insomma, tu sai dirmi di che colore è un giorno senza lei ?"
"Santo cielo Naos..."
"Scusa Nick, devo andare"
Sapevo che non doveva andare, semplicemente si sentiva commiserato.
Ebbi il giusto tempo per rielaborare la cosa e raccogliere abbastanza energia per fingermi forte, così aspettai qualche giorno che mi chiamasse ma non lo fece, così feci da solo.
"Ehi amico mio"
Aveva un filo di voce come quando sei talmente stanco da sembrare quasi ubriaco e non avere la forza di parlare.
"Te la senti di raccontarmi cosa è successo ?" Chiesi cauto
"Non lo so cosa è successo Nick, speravo potessi dirmelo tu, speravo potesse dirmelo la luna o un passante per strada, perché io non lo so cosa è successo" lo sentivo esausto, sfinito e laddove avrebbe dovuto accendersi in questo discorso, non si accese.
"Stava andando tutto bene, ci sentiamo tutti i giorni, poi dopo natale ho iniziato a sentirla fredda e distaccata sentivo che trascinavo un discorso che non voleva avere, le ho chiesto cosa fosse e mi ha preso per pazzo, così non le ho scritto, poi le ho scritto e non mi ha neanche chiesto perché fossi sparito, ho riprovato a dirle che era fredda e niente e da li non l'ho più sentita"
"Così dal nulla ?"
"Dal nulla, e io passo queste giornate infinite a rileggere e rileggere e capire cosa ho sbagliato ma non lo capisco, ci sentivamo tutti i giorni mi sgridava se dopo un certo orario non le rispondevo subito e poi nulla"
"Ma avete litigato ?"
"Forse è stata quella battuta che ho fatto..."
"Ma tu come stai ?"
"...forse non le è piaciuto quel discorso sull'amore, però erano le stesse cose che pensava lei..."
"Quindi ora quale è il piano ?"
"...forse è stato perché quella sera al bar l'ho letta troppo"
Vedevo che parlava da solo, allora urlai per attirare la sua attenzione:"oh smettila, reagisci, ti ho chiesto quale è il piano, cosa hai intenzione di fare ?"
"Piano ? Io non ho un piano, con lei non l'ho mai avuto e non posso averlo"
"Non puoi averlo ?"
"No"
"Che vuol dire che non hai un piano, tu hai sempre un piano"
"Io non so leggerla"
"Ma stai delirando ? Come non sai leggerla ? Ti ho visto leggere lei meglio di chiunque altro"
"Io non leggevo lei, leggevo me in lei, sapevo come stava perché io ne ero il riflesso, forse non sono stato abbastanza, non ho dimostrato abbastanza"
"Ehi, devi smettere di rimpiangere il passato e di sperare di volerlo cambiare, non puoi, neanche tu, devi fare quello che hai insegnato a noi: devi andare avanti.
Devi dimenticare e il miglior modo per dimenticare e smettere di ricordare
Perché per certe cose...
Più cancelli, più resta il segno"
"Non posso andare avanti"
"Si che puoi, lo hai insegnato a noi"
"Io non ho mai voluto diventaste come me, vi ho insegnato a fare cose che non ero in grado di fare perché voi dovete essere migliori di me"
"Guardati, Non vuoi cadere e non puoi volare io non potrei mai sopportare tutto questo, nessuno di noi potrebbe, forse è vero neanche tu puoi uscirne ma l'unica strada che hai ora è diventare migliore di te"
Quanto ero ingenuo, quanto non mi rendevo conto di quello di cui stavo parlando però forse qualcosa lo avevo smosso, o così speravo...
"Perché Nick, dimmi perché dopo Maia ancora soffro così ?"
"Semplicemente non sei diventato ancora abbastanza immortale, passerà Naos, andremo avanti, lo hai sempre fatto"
"No Nick, qui non c'è niente da dimenticare o da andare avanti, vedi, c'è differenza tra vivere e esistere e io vivevo ed esistevo in quegli occhi, se non c'è lei io non esisto nemmeno"
"Hai bisogno di ricaricarti, sperarci per un pò e ritrovati"
"Si, ci proverò, d'altronde, che altre opzioni ho ?"
E così fece, sparì.
Non mi chiamò e io non chiamai lui per lasciargli pieno spazio e libertà, andai anche a parlare con Elio perché quando lui non c'era era mio il compito di tenere i pezzi in ordine.
Spiegai la situazione ma parlavo ad un bambino...
"Come è sparito ?"
"Si, è sparito e lascialo sparire, ha bisogno di stare solo"
"Ma a me ha scritto, noi ci sentiamo"
"Vi sentite ?"
"Si, quando ho problemi con Alci"
"Alci ?"
"È una mia compagna di scuola"
"Beh racconta"
Speravo di potermene occupare io di quella situazione per togliergli un peso, così indagai, in un primo momento credevo di passare per invadente ma a Elio non sarebbe importato, lui voleva solo che qualcuno lo salvasse disperatamente.
"Alci come ti dicevo è una mia compagna di scuola, a me lei piace e io piaccio a lei ma la cosa non ingrana"
"Come sai che le piaci ?"
"Perché lo sento"
"Si bello ma nel concreto ?"
"Sono l'unico con cui parla, quando ha un momento in cui è giù cerca me, mi dice tutto e sono l'unico che la fa sorridere, poi ogni tanto ci facciamo regalino, ci baciamo a stampo e ci abbracciamo, stiamo sempre insieme"
"E allora quale è il problema ?" Era iniziato a fiorire in me il vago presentimento che io stessi per inciampare in una grande perdita di tempo.
"Il problema è che quando le dico di metterci insieme effettivamente lei mi dice di no e che non vuole rovinare il bel rapporto che abbiamo"
"Capisco, ma il ruolo di Naos in tutto questo sarebbe ?"
"Principalmente mi da dei consigli e poi alle volte quando litighiamo lui le va a parlare e la fa ragionare"
"E serve che lo faccia lui ?"
"Si perché lui l'ha letta e quindi sa come prenderla"
"Tu no ?"
"No, cioè si, ma alle volte serve qualcosa di più drastico"
"Ma è la tua ragazza, sei tu che dovresti gestirla"
"Ma è complicato Nick, lei è ferita, lei in realtà mi ama però non riesce ad ammetterlo a se stessa perché l'ultima volta che si è innamorata è stata ferita e ha paura possa accadere di nuovo, quindi lui la deve convincere a lasciarsi andare e ad amarmi"
"Quindi tu praticamente dici che lei ti ama, ma vuoi comunque che lui la convinca ?"
"Si"
Come dicevo, una perdita di tempo.
"In ogni caso ora evita di scrivergli"
"Ma che è successo ?"
"È in un momento no diciamo"
"Strano che non me ne abbia parlato"
Strana più che altro era questa frase, lui non parla mai di come sta, lui non racconta nient di Selene o almeno a me, ma se lo ha fatto con Elio forse non considerava me all'altezza della sua fiducia.
"Come scusa ? Cosa è che ti racconta ?"
"Mi ha raccontato di Maia, mi ha detto che lui era fidanzato e lei era single, poi che quando lui si è lasciato lei ci ha provato e si sono messi insieme per un anno ma che poi lei ha iniziato a dare di matto e lo ha lasciato, poi lui ha conosciuto mia cugina e ora c'è lei"
...
Lui ciò che fa, lo fa sempre per un motivo, tutto ciò che fa ha senso di essere fatto e doveva essere fatto; questa frase mi girava e rigirava insistentemente in testa, mi veniva in mente ogni volta che lo vedevo creare un intricato piano, mi veniva in mente ogni volta che assistevo a una sua bugia, da bambino mi divertivo ad aprire i libri di matematica e sulle pagine finali per vedere simboli e segni che non capivo perché poi alla fine sapevo che avrebbero preso senso e forse questa mia abitudine bizzarra era il preludio a quello che sarebbe stata la vita con un personaggio così enigmatico.
Però con il tempo ho imparato a capirlo anche se parzialmente e quindi posso provare a districare la matassa e vedere il suo piano.
Ha raccontato ad Elio un sacco di bugie ma perché ?
Sicuramente gli ha fatto credere che si stesse confidando in modo da ottenere il più in fretta possibile la sua fiducia, ma lui ha raccontato una storia dove è lui lo sconfitto, perché così Elio si potesse sentire meno solo e più al suo livello.
Gli ha raccontato di esser passato da un' amore all'altro con estrema semplicità in modo da non scoprirsi, non voleva che lui capisse quanto era importante Selene e se si è premurato così tanto per nasconderglielo, forse non lo avevo capito nemmeno io.

Le cose peggioravano.
Peggiorano sempre, peggiorano per tutti.
Al dodicesimo rintocco del momento più buio della notte che stavamo vivendo Elio mi venne a cercare:"Nick, sta andando tutto a rotoli, Acli sta male e litighiamo di continuo, sento che posso aiutarla ma non me lo permette e Naos non mi risponde"
"È questa la grande emergenza ?" Forse mi aveva contagiato un pò di cinismo.
"Beh si"
"Stai scherzando vero ?"
"C'è anche dell'altro" aggiunse riluttante "Zora..."
"Zora cosa ?"
"Zora piange di continuo e non parla con nessuno se non con Selene, sta diventando un suo clone"
"Se è per questo c'è anche Maia che è completamente persa e ha iniziato a vagare da un bar all'altro nel tentativo di ubriacarsi abbastanza da non notare quanto siano tutti stupidi"
"E tu come stai nick ?"
"Io mi sento come un albero di natale ad agosto, come se la mia vita avesse subito un blocco improvviso e mi tenesse fermo a guardare gli altri infrangersi"
"Te l'ho detto, ho provato a chiamarlo o a scrivergli ma è sparito completamente nel nulla"
"Ti avevo detto di non scrivergli"
"Si lo so ma guarda come stiamo messi, non ce la facciamo da soli, abbiamo bisogno di lui"
"Si, abbiamo bisogno di lui, ma non risponderà a noi"
"E a chi ?"
La luna lo aveva evocato e solo la luna poteva evocarlo, non importava quante lacrime avremmo versato, non rispondeva a noi, non lo ha mai fatto.
Eppure io continuavo a sperare che anche la sua assenza non fosse solo desolazione ma che facesse parte anche quella del suo piano e intanto speravo che il volere di chi poteva volerlo lo avrebbe voluto nonostante il suo orgoglio
...
E mentre io mi interloquivo sul senso dei suoi gesti e piano piano ricostruivo un puzzle smisurato lui giaceva.
Giaceva ad occhi chiusi e silenzioso nella sua stanza e rivedeva ogni suo secondo con lei alla ricerca di risposte, non mangiava, non usciva, non sognava e non gli serviva altro che lui.
Delle a mia esistenza, di quella di Elio, di Maia si era scordato come fattori che si semplificano in un equazione perché non servono e si annullano; le mie parole erano tutte moltiplicate per zero, a lui non servivano consigli raffazzonati di chi si districa tra i dubbi se aveva già certezze.
Aveva la certezza che non era finita così la storia.
Aveva la certezza che sarebbe riuscito a ricreare quella situazione di settembre.
Aveva la certezza di aver lasciato in lei un segno indelebile che scuote le fondamenta di un animo certo.
Aveva la certezza che lei era qualcosa di più di una semplice cotta, qualcosa di più grande anche dell'amore stesso che lui ha sempre creduto di poter trovare.
Lei era qualcosa di Assoluto.
Era una fredda notte di metà marzo quando lo capì, ma non basta la certezza quando proviene da un uomo di cui non ti fidi.
Non evochi gli dei del cielo solo chiamandoli.
Serve qualcosa di più potente ancora, serve un richiamo.
Era una fredda notte di metà marzo quando Selene tradita dalle amiche ipocrite, ricevuto un altro sopruso a scuola, persa un pò di quella speranza nel domani che cedeva sempre più ad ogni disperso che incontrava e infranto tra le mani un'altro sogno, vittima della notte che porta consigli e toglie speranze, per una notte, solo per una notte poteva concedersi di crollare, domani si sarebbe svegliata e si sarebbe rivestita di ottimismo fino a convincermene lei stessa come sempre, avrebbe sfoggiato il suo miglior sorriso e avrebbe sfilato sulla vita  come sempre, ma domani, quella notte decise che le era concesso stare male, le era concesso buttare tutto fuori, le era concesso bruciare per rinascere e allora si concesse di crollare.
Chiuse gli occhi e si abbandonò alla tristezza ma una volta aperta al porta ad un fantasma, poi è difficile richiuderla e allora assaltano il varco e ti travolgono anche quelli scomparsi da tempo e di cui non avevi più memoria.
Il cuore può reggere fino ad un certo punto, il cuore non è fatto per i tagli, il cuore ha un limite e quel cuore ha troppi tagli, quel cuore è stanco, quel cuore più pesante degli altri ora pesa troppo.
Ma quel cuore quando batte riecheggia tonante anche in un altro petto e quando riaprì gli occhi aveva la fiamma più ardente che mai, un fuoco che brucia le stelle e che abbaglia la luce, il lupo destato ora poteva rispondere al richiamo della luna.

L'assolutaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora