CAPITOLO 8

695 62 12
                                    

ATTENZIONE 🔞 : Questa storia contiene il linguaggio esplicito e scene forti e si consiglia una lettura consapevole e adeguata al genere. 

                                                                               AUSTIN TEXAS 2000

La piccola bambina Natalie Reed di cinque anni se ne stava tranquilla e seduta sul morbido tappetto persiano intenta a giocare con la sua collezione di bambole. Una tra quelle bambole occupava un posto speciale nella sua piccola stanzetta color pesca perché non era altro tranne  il regalo della sua madre e ne andava matta.

Quella calda e tranquilla sera di un fine agosto i suoi genitori erano usciti fuori a festeggiare il loro anniversario mentre lei era rimasta insieme ai suoi carissimi zii a cui voleva un mondo di bene. 

«Mi amor, Natalie? Vieni...dobbiamo andare a fare il bagno e dopo immediatamente a letto, si è fatto tardi, signorina » Esclamò la sua zia Vanessa Roger dalla soglia della porta prima di tornare in cucina.

La piccola bambina sbuffò e smise di giocare, poggiò le piccole mani sul tappetto e si alzò, ma inciampò sul vestito che indossava perdendo quasi  l'equilibrio. Afferrò la sua nuova bambola e s'incamminò verso la cucina a passi spediti. 

 « Arrivo, zia Vesy...arrivo  » Strillò e corse rapidamente, muovendo le sue lunghe trecce nere. Quando arrivò accanto alla zia, la tirò per la gonna cercando di attirare la sua attenzione «Zia? Vuoi giocare con me?» Domando con un sorriso raggiante mettendolo in mostra l'apparecchio che portava.

Vanessa Roger abbassò lo sguardo su di lei e la fissò dall'alto , poi scosse la testa ridacchiando intenta ad asciugarsi  le mani con lo stracciò, la prese in braccio e la baciò sulla guancia rossa. 

« Sono dieci di sera, Natalie! Vuoi che mamma mi sgridi e papà arresta per non aver rispettato le regole, eh? »

La bambina lasciò un respiro,  rassegnata e triste che doveva andare a letto, eppure lei non voleva andarci. Sua zia ammorbidì lo sguardo non appena le sue spalle tremarono e capì che vi era prossima alle lacrime.  Sorrise con amore perché era difficile non accontentare quella bambina dolce che amava come se fosse sua figlia, e in qualche modo la trattava come tale.

«Non piangere, cariño. Quello che zia vuole dirti e che si è fatto tardi,  domani vi aspetta un viaggio lungo e hai bisogno di dormire. Cosa ne dici se restiamo ancora un po' e poi andiamo a letto, d'accordo!?

Il labbro tremante della bambina smise di tremare e annuì stropicciandosi gli occhi  arrossiti dalla stanchezza « D'accordo zia. Volevo giocare con la mia nuova bambola  » Si giustificò testarda e sbadigliò un paio di volte  « Me le l'ha comprata mamma e l'ho chiamata Flora » Fiera mostrò la bambola che teneva in mano.

«Accidenti a te non riesco a dirti di no » Acconsentì rassegnata e l'appoggiò sul pavimento poi s'inginocchiò davanti alla nipote per sistemarle il vestito di un colore giallo canarino.

Dianzi il sorriso bellissimo e innocente della piccola si sciolse  e sorrise a sua volta di quanto portasse allegria non appena veniva a trovarla.

Si alzò in piedi e l'afferrò per la mano.

« Ti racconto la mia storia, zia » Spiegò la piccola Natalie e saltò dalla felicità per il fatto che  l'abbia accontentata.   «Io sono una  principessa e mi chiamo Rosa, vivo in enorme e bellissimo castello. Flora è la mia miglior amica e tu sei una strega moolto cattiva che vuole distruggere il nostro castello » Spiegò la sua storia camminando mano nella mano accanto alla donna che stava ridacchiando non riuscendo a trattenere la risata dianzi tale fantasia così dettaglia da una bambina di cinque anni. 

ALEXANADAR, LO ZAR DELLA RUSSIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora