CAPITOLO 20

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ATTENZIONE 🔞 : Questa storia contiene il linguaggio esplicito e scene forti e si consiglia una lettura consapevole e adeguata al genere. 

Capiva meglio del perché Irina l'avesse messa in guardia da quella pazza e del perché ogni donna la teneva a distanza nella casa del piacere

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Capiva meglio del perché Irina l'avesse messa in guardia da quella pazza e del perché ogni donna la teneva a distanza nella casa del piacere.

Era una dannata folle e fuori di testa a cui aveva appena dato uno schiaffo da lasciare pure lei senza parole. 

Dio, Aida e Olivia sarebbero orgogliose di lei e da come si era  difesa dalla serpe velenosa quale  mostrava di essere. 

Il suo amore e ossessione tossica per Alexandar Volkov era inquietante.

Non era la prima volta che l'aveva guardata con superiorità come se fosse insignificante e non riusciva proprio a decifrare se odiasse ogni donna che posava gli occhi su di lui oppure odiava la sottoscritta.

Erano questi pensieri che tormentavano Natalie Reed mentre seguiva l'uomo in silenzio verso lo studio con il cuore in gola.

A ogni passo che faceva la consapevolezza di dove la stesse portando faceva accrescere il freddo che sentiva fino alle ossa. Lo percepiva strisciare sulla pelle come un serpente, insinuandosi nel sangue come un veleno e pompando il sangue così veloce, spingendo il cuore al limite. Quando si fermarono davanti alla porta dello studio privato del suo aguzzino si accigliò in viso e si abbracciò il corpo non solo dalla paura di rivedere lui, ma anche perché lì dentro avrebbe avuto l'assaggio di quello che ormai era diventato l'incubo di ogni notte.

L'uomo batté le nocche contro la porta davanti alla quale si erano fermati e bussò. 

Trasalì nell'udire la voce familiare, autoritaria e potente.

Il sicario russo si girò verso di lei e la spinse dentro senza pochi complimenti.

Entrò dentro , facendosi piccola, piccola. 

Lanciò lo sguardo intorno la stanza col fiato sospeso e impietrita fin quando non si soffermò sull'uomo seduto dietro alla scrivania. Seduto come un dannato re, tranquillo e sicuro di sé, come se avesse percepito il suo sguardo addosso sollevò la testa dal laptop e la guardò con gli occhi azzurri dall'alto verso il basso privo di espressione, scurandola attentamente come se fosse una schiava senza pregio. 

Quell'uomo era smania, brama e la morte tutto insieme mentre se ne stava lì a studiarla come se non gli sfuggisse niente e come se avesse il controllo su tutto ciò che la riguardasse.

Deglutì a vuoto e istintivamente abbassò lo sguardo sul pavimento ed ebbe sensazione di andare in iperventilazione. Percepiva le punte delle orecchie e il viso in fiamme, il cuore batteva come un tamburo maledetto che si morse il labbro dal nervosismo. Inspirò a fondo , chiuse gli occhi e trattenere il respiro finché non senti la morsa del panico allentarsi.

Lo zar senza dire niente tornò concentrato sui file mandati da Plotnikov. Aprì un'altra pagina e diede una rapida occhiata prima di rialzare la testa sulla ragazza; Indossava la sciarpa e un cappello di lana che lasciavano scoperti solo gli occhi, la vide abbassare la testa

ALEXANADAR, LO ZAR DELLA RUSSIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora