CAPITOLO 22

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ATTENZIONE 🔞 : Questa storia contiene il linguaggio esplicito e scene forti e si consiglia una lettura consapevole e adeguata al genere.


                                                                           IL GIORNO DOPO

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                                                                           IL GIORNO DOPO

                                                                     NEW YORK, STATI UNITI.

  Era stata una lunga giornata.

Le due amiche nonché sorellastre erano sedute in un bar che si trovava all'angolo della Università di giurisprudenza che frequentava Aida Gonzael.

Era tutto così strano e terribilmente diverso da quando la loro amica era scomparsa un mese prima.

La sua mancanza era evidente e per quanto fosse allettante l'idea fingere che lei fosse viva da qualche parte, tanto forte era speranza di tale pensiero.

Entrambe speravano che un giorno lei possa apparire con il solito sorriso raggiante e dire : " Ehi, stronzette sono qui!", ma quel pensiero ormai si stava allontanando ogni giorno che passava.

I giorni e settimane  continuavano ad andare alla velocità della luce e di lei ancora nessuna traccia.

Mancava quasi mezz'ora alle sei e fuori era buio. L'aria fresca di gennaio si sentiva ovunque guardavi e in perfetta sintonia con le luci natalizie che invasavano le finestre dell'ambiente da quale si intraveda neve che si posava delicatamente sui rami degli alberi, mescolandosi insieme alla notte e pioggia.

Olivia Wiliams poggiò la mano sulla spalla dell'amica e sorrise con dolcezza «Vanessa e Roger sono distrutti» Parlò a voce bassa, scosse la testa come per allontanare tutti i pensieri che le passavano per la testa in quel momento «Tutto questo sembra strano e triste! Il nostro primo capodanno senza di lei, non lo trovi strano e così dannatamente vuoto!? »

L'altra si strofinò la fronte con aria pensierosa prima di alzare lo sguardo e fissare l'amica, ignorando le occhiate pietose che sentiva addosso da parte di alcune ragazze dello stesso corso di Natalie che si trovavano a pochi tavoli da loro due  « Già, hai ragione! Ammetto che mi sento un tale egoista per aver ingannato Vanessa e Roger, ma che scelta avevo, Liv? Non posso semplicemente andare da loro e dire di aver parlato con Naty , dare una speranza  senza esserne sicura  se fosse viva dopo quella telefonata, lo capisci? Non era da sola quella notte e c'era qualcuno insieme a lei che urlava e.....» Distolse lo sguardo da lei e continuò a mescolare il suo te con il cucchiaio con movimenti ripetitivi « E come se non bastasse la polizia mi sta dietro  neanche fossi una criminale, dicono che potrei essere in pericolo per quanto successo, assurdo!» Ridacchiò priva di divertimento come se avesse appena racconta una favola, preferì non dire niente all'amica del federale russo, tanto meno coinvolgerla più del dovuto. Tirò il fazzoletto dalla tasca e si asciugò gli occhi e poi il naso.

ALEXANADAR, LO ZAR DELLA RUSSIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora