CAPITOLO 1

672 64 12
                                    

ATTENZIONE 🔞 : Questa storia contiene il linguaggio esplicito e scene forti e si consiglia una lettura consapevole e adeguata al genere.


                                                                             NEW YORK, 2014

Il sabato sera, il bar Terra Blues era pieno di gente; Si  trattava di un bar moderno situato nel cuore del Greenwich Village a NY

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Il sabato sera, il bar Terra Blues era pieno di gente; Si  trattava di un bar moderno situato nel cuore del Greenwich Village a NY. 

Il nuovo proprietario era il signor David Thompson; Un uomo burbero intollerante ai ritardi ed era ogni sera di pessimo umore, non sorrideva mai e il suo nervosissimo spesso  si versava sui dipendenti oppure su chiunque fosse nella vicinanze in quel momento.

Alcuni dicevano che il suo nervoso fosse dovuto al fatto che si fosse immischiato con lo stesso diavolo in affari e che il diavolo prima o poi verrà a cibarsi della sua anima e trascinarlo nell'inferno. 

Davvero inquietante. 

 Le luci si abbassarono e l'uomo sul palco diede il segno alla sua band mentre le note di Starset, My demons, riempì il locale.

Natalie Reed quella sera indossava la divisa tipica del locale di color blu- nero, composta da una gonna corta e una maglia con sopra scritto il nome del locale. Correva da una parte all'altra senza fermarsi e cercava di servire i clienti impazienti. Ne conosceva un paio perché erano dei clienti abituali. Molti di loro erano gentili ed educati e gli altri invece allungavano le mani un po' troppo per i suoi gusti chiamandola "bambolina".

Proprio quel genere di comportamento  che inquadrano il comportamento degli uomini delle caverne e primitivi privi di alcuna educazione si era  costretta a uscire dalla porta sul retto per andare a casa dopo ogni turno.

Essere al centro dell'attenzione non rientrava nel suo carattere timido. Era una ragazza diciannovenne acqua e sapone non troppo alta, portava dei  capelli lunghi e lisci color cioccolato, occhi grandi e innocenti di un marrone chiaro che rendevano il suo sguardo dolce e delicato. Il suo corpo  snello e minuto di certo non passava inosservato perché bastava guardare come gli uomini la cercavano con lo sguardo per darle delle pacche sul sedere seguito da qualche stupido apprezzamento e commento in loro stile ubriaco e privo di ogni senso.  Lavorare come cameriera in un locale popolato da ubriaconi fino le ore tardi non era la massima aspirazione della vita, ma aveva bisogno di lavorare e con una paga nella norma poteva permettersi di pagare l'Università grazie alla quale aveva conosciuto delle amiche, Aida e Olivia.

Due pazze scatenate e fuori di testa sopra ogni misura.

Era buffa in un modo allucinante e anche testarda e determinata quando serviva.

Si avvicinò al bancone con il vassoio occupato dai bicchieri vuoti di birra, lo appoggiò  sbuffando e poi guardò la sua amica, Olivia Wiliams; Una graziosa ragazza alta dai capelli biondi a caschetto e due occhi verdi sempre solari. Una ragazza decisamente senza peli sulla lingue come lo era anche l'altra amica di nome Aida Gonzael.

ALEXANADAR, LO ZAR DELLA RUSSIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora