CAPITOLO 13

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ATTENZIONE 🔞 : Questa storia contiene il linguaggio esplicito e scene forti e si consiglia una lettura consapevole e adeguata al genere. 

Ci si buttò sul cibo affamata

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Ci si buttò sul cibo affamata. Per settimane quando veniva da lui si rifiutava di mangiare, ma non riusciva più trattenere la fame e i crampi si facevano insopportabili da piegarla dai dolori.  Sospirò titubante e insicura con la forchetta a passi della sua bocca impaziente di assaggiare tutto ciò che vi era sul piatto. Passarono diversi minuti e  iniziò a mangiare piano, gustando la sua cena  «  Dio, quanto è buono, anzi delizioso» Chiuse gli occhi e un gemito deliziato le scappò non appena il palato sentì il sapore delle verdure misto a diverse spezie tipiche della cucina russa. 

Qualcosa non andava, notò lei.

Tossì un paio di volte e si colpì il petto come per mandare giù. La mano iniziò a tremare e la forchetta finì sul piatto rumorosamente. Tossì forte e sgranò gli occhi non capendo cosa stesse succedendo.  Con le mani tremanti afferrò il bicchiere con dell'acqua e ne versò metà addosso, bevette ciò che rimase ma non riuscì a mandare giù e la sputò.  Il bicchiere cadde sul tappeto e lei crollò in ginocchio rovesciando con la mano il vassoio, strofinandosi e graffiandosi il collo in cerca d'ossigeno.

Proprio in quel momento la porta si aprì con estrema calma e una risata familiare la colpì come un pugno allo stomaco, attirando la sua attenzione. Lentamente sollevò la testa e si scontrò con gli occhi rossi e lucidi dell'uomo che le aveva portato la cena. Lo vide portarsi il dito sotto il naso, storcendo la bocca, imprecando in russo.

«Ci hai messo un po' troppo, ragazzina. Mi stavo chiedendo quando avrebbe iniziato a fare effetto» Rise e lanciò un'occhiata velocissima all'orologio, poi guardò la ragazza. «Tra circa mezz'ora? Su per giù non fa differenza. Perché nel frattempo non facciamo conoscenza dolcezza? Mi sembri così appetitosa» Concluse in uno scarso inglese con forte accento russo.

«Che cosa mi hai fatto?» Domandò e tossì, la nausea le salì in gola, provocandole un conato disgustoso. 

L'altro uomo che aveva osato tradire lo zar russo vi era fermo sulla soglia e continuamente si guardavano intorno impaurito « Vejkov, è partita la segnalazione! Ha abbassato la guarda perché non sapeva di me e adesso  sta arrivando, cazzo! Quanto pensi ci metterà ad arrivare e farci fuori, perciò prendila e andiamocene da qui prima che sia troppo tardi. »

«Una volta finito  c'è ne andremo con lei! Questa puttana è mia, cazzo. Sarò veloce e non credo che a questa cagna dispiacerebbe due cazzi» Esclamò e si leccò la bocca come se fosse un predatore affamato di fronte a una gazzella in trappola. 

L'altro ladro ridacchiò divertito, sguardò lentamente la giovane ragazza e si sistemò la patta dei pantaloni, scuotendo la testa « Lo farò più tardi quando l'avremmo portata da qui. Vado a prepare  la macchina. Fai quel cazzo che ti pare, io sarò di guardia fuori. Volkov avrà capito che qualcun altro lo l'ha tradito e non resterò ad ammazzarmi con un cane.» Uscì fuori e chiuse la porta , lasciandolo con lei. 

ALEXANADAR, LO ZAR DELLA RUSSIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora