ATTENZIONE 🔞 : Questa storia contiene il linguaggio esplicito e scene forti e si consiglia una lettura consapevole e adeguata al genere.
Una paura tossica sconvolse la ragazza congelando l'urlo che non arrivò.
Non poteva parlare, tantomeno muoversi.
A malapena respirava ed era dannatamente confusa senza capire se l'ombra che la stava portando in braccio fosse la morte venuta a prenderla oppure era già morta.
Gemette dolorosamente non appena il dolore la trafisse con crudeltà, chiuse gli occhi debolmente e inconsapevolmente si abbandonò contro l'ampio petto su cui vi era appoggiata.
Brividi scorrevano lungo la sua pelle tanto che scoppiò in lacrime di pura liberazione di quanto quel mostro fosse vicino a farle del male fisicamente se non fosse arrivato in tempo il suo rapitore.
Avrebbe preferito morire mille molte con dei dolori atroci che sentire quell'uomo puzzolente e nauseante tra le sue cosce.
Dio, non si era sentita tanto sollevata di avere Alexandar Volkov con lei come in quel momento.
Il cuore iniziò a battere veloce contro la gabbia toracica e tremava incontrollabilmente , non aveva alcun controllo sul corpo, il cervello risultava lento e dannatamente pensante incapace di ragionare e completamente addormento.
Era questa sensazione che si provava nel momento in cui si stava per morire?
Lacrime seccate sul viso gonfio e insanguinato si rimpiazzarono da altre calde che scendevano senza freni prima che scomparissero tra i capelli sporchi di sangue.
Rabbrividì.
Quelle stupide lacrime erano l'unico calore che sentiva addosso, ma troppo poco per fermare il freddo pungente che le aveva penetrato le ossa, paralizzando ogni cellula del suo corpo fragile e indebolito da lasciarla priva di difesa e forza.
« Resta sveglia, mocciosa » Ripeté la voce severa e fredda del suo rapitore, scrutandola dall'alto con le labbra in una linea dura.
La testa le cade di lato e si scontrò con gli occhi azzurri freddi e impassibili che penetrarono nel suo cervello nello stesso modo in cui i farmaci stavano facendo l'effetto. Quello sguardo lo conosceva molto bene e la spaventava più di qualsiasi altra cosa in quel momento.
Sembrava un completo sconosciuto.
Terribile.
Terrificante.
Un'angelo della morte.
Gli occhi dello zar si ridussero a tal punto nel vedere quella dannata fiducia negli occhi della ragazza come se fosse un fottuto eroe del cazzo, notò che dietro quella fiducia si nascondeva una paura profonda fin troppo consapevole tra le quale braccia fosse, soprattutto che vi guardava la morte direttamente in faccia.
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ALEXANADAR, LO ZAR DELLA RUSSIA
General FictionNEW YORK, 2014 Natalie Reed è una giovane ragazza prossima a compiere vent'anni. Determinata, testarda e timida. Lavora come cameriera presso Terra Blues a New York e una sera la sua cambierà completamente in quanto assiste a un omicidio del suo dat...