CAPITOLO 26

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ATTENZIONE 🔞 : Questa storia contiene il linguaggio esplicito e scene forti e si consiglia una lettura consapevole e adeguata al genere.

                                                                          IL GIORNO DOPO

                                                                 OXON HILL, MARYLAND 2000

Quel pomeriggio faceva molto caldo da risultare soffocante, gli uccelli cinguettavano sui rami degli alberi  e il Sole abbracciava con il suo calore ogni cosa su quale poggiava i raggi

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Quel pomeriggio faceva molto caldo da risultare soffocante, gli uccelli cinguettavano sui rami degli alberi  e il Sole abbracciava con il suo calore ogni cosa su quale poggiava i raggi. 

Tutte le persone camminavano e ridevano, tranne la piccola Natalie di cinque anni.

 Dentro di lei era tristezza e dolore, piccola com'era non riusciva a spiegare con le parole, ma lo faceva con le lacrime perché era unico modo in qui esprimeva ciò che sentiva man mano che l'auto si stava avvicinando al cimitero dove erano stati sepolti i suoi genitori. 

 Era passata una settimana dal funerale e anche se la sua zia Vanessa aveva cercato di spiegarle che i suoi genitori adesso erano in cielo e che l'avrebbero protetta sempre, vegliando su di lei come angeli custodi, sentiva la loro mancanza terribilmente. Spesso restava nella stanza a piangere abbracciata a una loro fotografia fin quando non crollava in un sonno profondo, sfinita.

L'unico posto dove potesse stare insieme a loro.

Felice.

Insieme.

Però quando si svegliava tutto tornava alla realtà e non era insieme ai suoi genitori, ma sola in letto sapendo che non li avrebbe mai più rivisti.

Sua zia la guardò dolcemente e l'accarezzò sulla testolina scura prima che lanciasse uno sguardo triste al marito, inginocchiato accanto alla nipote.

 Entrambi erano consapevoli quanto fosse difficile superare la perdita, soprattutto per una piccola bambina che notte dopo notte cercava i suoi genitori in urla disperate.

Vanessa Roger si inginocchiò davanti alla nipote e la baciò sulla guancia rossa e bagnata dalle lacrime, gli occhi della bambina erano inespressivi nel guardare la tomba con tale tristezza che le si spezzò il cuore dal dolore.

«(Mírame)Guardarmi?» Esclamò alla bambina che spostò lo sguardo su di lei, asciugandosi gli occhi con la giacchetta. «Non sei da sola mi( querida) tesoro» Sussurrò e trattenete lacrime mentre un vuoto si apriva dentro di lei da impedirle di respirare e deglutire.   «Non sei solo mia nipotina, dolce e pasticciona, ma sei anche come una figlia per me, piccola. Ho promesso a mamma e papà che mi sarai presa cura di te e intendo farlo perché ti voglio tanto bene. Non piangere mi (pequeña) piccola»

«Mamma e papà stanno bene » S'intromise suo zio addolorato per la morte della cognata e suo miglior amico nonché il fratello che non aveva mai avuto.  «Andrà tutto bene. Ti proteggeranno da su» Esclamò e indicò il cielo con il dito, prima di poggiare il grande palmo sopra il petto della nipote dove il cuoricino batteva forte e rapido. «Saranno sempre nel tuo cuore» .

ALEXANADAR, LO ZAR DELLA RUSSIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora