CAPITOLO 16

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ATTENZIONE 🔞 : Questa storia contiene il linguaggio esplicito e scene forti e si consiglia una lettura consapevole e adeguata al genere. 

                                                                                QUALCHE GIORNO DOPO

Natalie iniziò ad agitarsi sul letto e muoveva la testa continuamente da un lato all'alto per schiacciare dalla sue mente l'immagini violenti dell'uomo che la teneva bloccata mentre cercava di farsi strada dentro di lei con la forza

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Natalie iniziò ad agitarsi sul letto e muoveva la testa continuamente da un lato all'alto per schiacciare dalla sue mente l'immagini violenti dell'uomo che la teneva bloccata mentre cercava di farsi strada dentro di lei con la forza. 

Un dolore pungente al petto la fece riprendere conoscenza di colpo e il panico l'accecò, obbligandola a gridare e scalciare con rabbia , ma due mani ferme e forti l'afferrarono per le spalle e la spinsero  di nuovo contro qualcosa che accarezzò la sua schiena nuda e dolorante.

Iniziò a dimenarsi e agitarsi sempre di più, cercò istintivamente  di allontanare le mani che la tenevano bloccata senza neppure usare la forza.

Gridò.

Non voleva essere toccata da nessuno. 

Sentì dell'aria fresca su tutto il corpo che la fece rabbrividire facendo aumentare il battito del cuore che pompava furioso contro la gabbia toracica,  obbligandola a diminuire gli sforzi per allontanare l'uomo che la teneva ferma.

Gridò più forte  e graffiò a cieca l'ombra sopra di lei. 

Non riusciva a smettere di tremare e la  nausea saliva insieme al tutto orrore che si abbatté su di lei facendola scoppiare in lacrime dalla disperazione.

«Mocciosa vedi di calmarti  o sarò costretto a legarti su questo fottuto letto» 

Riconobbe all'istante l'accento russo e la voce familiare. 

Ingoiò le urla, eppure non riusciva a placare il respiro di quanto fosse agitata e fuori di sé .

Sentiva la sua presenza minacciosa insieme allo sguardo intimidatorio e intenso, quella consapevolezza la spaventò profondamente, ma allo stesso tempo ne fu sollevata che fosse lì insieme a lei. 

Lentamente  aprì gli occhi  ed espirò forte dal naso, lottò contro il mal di testa e il dolore che sentiva così forte che le impediva di pensare lucidamente. 

Il viso le faceva male e quando aprì gli occhi la luce la ferì che dovette chiuderli e aprirli diverse volte per abituarsi a tale invasione strana. Nonostante si sforzasse a restare sveglia risultava difficile, piano spostò gli occhi  timorosi  su di lui e il tempo sembrava essersi fermato e con esso il suo cuore. 

Vestito in un completo scuro che lo faceva  sembrare il diavolo in persona, rilassato e dannatamente autoritario era chinò su di lei come morte certa in attesa dei suoi ultimi respiri. 

 La mano tatuata si sollevò con lentezza e le scostò le ciocche bagnate dalla fronte, un tocco inaspettato e così  umano da sembrare mani di un angelo che per un momento pensò che la sua mente confusa lo stesse immaginando, perciò chiuse gli occhi non potendo sopportare i suoi stessi pensieri patetici. 

ALEXANADAR, LO ZAR DELLA RUSSIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora