ATTENZIONE 🔞 : Questa storia contiene il linguaggio esplicito e scene forti e si consiglia una lettura consapevole e adeguata al genere.
La ragazza cominciò a scalciare come una indemoniata, cercando di sottrarsi dalla sua stretta con tutte le forze però non ci riuscì. In lontananza vide l'uomo con la cicatrice aprire la portiera della limousine facendosi da parte per farli passare.
«NO, MI LASCI» Urlò terrorizzata a morte.
Lo zar la spinse contro la portiera nera imprigionandola con il suo corpo possente senza toglierle la mano dalla bocca. «Hai fretta di morire? Se non la smetti di strillare ti giuro sul mio cazzo di onore che ti sparo qui in questo preciso istante»
Natalie spalancò gli occhi dianzi quella minaccia cruda, sobbalzò e annuì sconfitta muovendo la testa e chiudendo gli occhi dalla paura.
«Bene, adesso fila in macchina e sta zitta.» Esclamò, spingendola dentro senza tante cerimonie.
La ragazza crollò sul sedile di pelle, i capelli le caddero sulla fronte nascondendo le lacrime che coprivano il suo viso in modo silenzioso come se avessero paura di far arrabbiare il suo rapitore.
Come sarà la mia morte, lenta o dolorosa? Oppure veloce e indolore? Quando succederà? Pensò singhiozzando.
Si sollevò piano buttandosi sulla portiera per aprila, notò che vi era completamente bloccata. Iniziò a colpirla con i pugni «FATEMI USCIRE DA QUESTA MALEDETTA MACCHINA, STRONZI » Urlò, cercando aiuto disperatamente, ma sapeva benissimo che nessuno lì fuori avrebbe mosso un dito per aiutarla. Si dimenticò della caviglia e gridò dal dolore quando l'appoggiò sul tappetino sotto i sedili eleganti e neri.
Qualche minuto dopo la portiera dell'auto si aprì all'improvviso, piroettò su se stessa, terrorizzata e osservò attentamente la figura di lui entrare, tranquillo e al proprio agio. Si sedette di fronte a lei , sbottonandosi il cappotto elegante mettendo in mostra la sua muscolatura possente poi con fare rilassato si appoggiò con la schiena comodamente contro lo schienale e la osservò silenziosamente con gli occhi azzurri privi di compassione.
La limousine partì, un nodo le si fermò in gola come anche al cuore. Si costrinse a rimanere immobile non volendo provocare una reazione fisica dell'uomo, se era in grado di uccidere il suo capo come se niente fosse, chissà cosa avrebbe potuto fare con lei? In quel momento moltissimi pensieri brutti le passarono per la testa.
«Come ti chiami?» Domandò, alzando un sopracciglio.
Natalie rabbrividì al suono della sua voce, ma non rispose alla sua domanda. Si strinse il corpo tremante con una mano e con l'altra si allungava la giacca per nascondersi da suo sguardo.
Lo zar russo divertito si portò il pugno sulle labbra, strofinando le nocche contro esse lentamente senza mai toglierle gli occhi di dosso ed ecco che le guance pallide e bagnate di lacrime si tinsero di rosso.
«Per favore, mi lasci andare. Non dirò niente a nessuno. Lo prometto.» Sussurrò debolmente.
«Certo che non lo farai e adesso rispondi alla mia domanda, non costringermi a chiederti per la seconda volta. » Rispose con semplicità come se la cosa fosse ovvia.
«Natalie. M-Mi chiamo Natalie» Sussurrò in un soffio timidamente e arrossì, poi immediatamente distolse lo sguardo non potendo sopportare a lungo quegli occhi pericolosamente freddi.
«Natalie» Ripeté il suo nome inclinando la testa di lato guardandola sempre più divertito dalla sua timidezza. «Togliti la scarpa e la calza»
La ragazza alzò la testa di scatto, asciugandosi gli occhi gonfi e rossi. Obbedì evitando di farlo arrabbiare. Si tolse la scarpa e la calza, mordendosi il labbro dal dolore e lo vide alzarsi in tutta la sua altezza per poi sedersi accanto a lei facendola sussultare non appena notò che si stava togliendo i guanti.
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ALEXANADAR, LO ZAR DELLA RUSSIA
Narrativa generaleNEW YORK, 2014 Natalie Reed è una giovane ragazza prossima a compiere vent'anni. Determinata, testarda e timida. Lavora come cameriera presso Terra Blues a New York e una sera la sua cambierà completamente in quanto assiste a un omicidio del suo dat...