CAPITOLO 18

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ATTENZIONE 🔞 : Questa storia contiene il linguaggio esplicito e scene forti e si consiglia una lettura consapevole e adeguata al genere.

                                                                                    UNA SETTIMANA DOPO

«Non capisco perché sono qui, agente Malcon?» Esclamò Aida Gonzael e chiuse le palpebre mentre aspettava paziente il bastardo che aveva dato l'ordine di trascinarla al dipartimento con la forza se si fosse ribellata

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«Non capisco perché sono qui, agente Malcon?» Esclamò Aida Gonzael e chiuse le palpebre mentre aspettava paziente il bastardo che aveva dato l'ordine di trascinarla al dipartimento con la forza se si fosse ribellata. 

Quel bastardo russo di nome Ivan Smirnov. 

«Sono sicuro che il signor Smirnov le spiegherà»

«Sì, certo ed è per questo che mi hai trascinato come una criminale, eh? Vergognati!» Ringhiò acida e gli puntò addosso il dito con chiare intenzione di minacciarlo e mandarlo anche a quel paese  «Una volta ti ho avvisata di non toccarmi e questa è la seconda, sappi che la terza non ci sarà, agente Malcon»

Improvvisamente l'agente Malcon impallidì e se ne andò. 

«Ecco, bravo vattene» Sospirò e pensò fosse da sola, ma la presenza dietro le spalle l'allarmò parecchio che si irrigidì non appena l'odore maschile e così dannatamente eccitante riempì le sue narici, facendola deglutire e arrossire come un'adolescente.

«Hai una lingua piuttosto affilata, ti consiglio di tenerla strettamente sotto controllo in mia presenza perché non sono un uomo che tollera certi atteggiamenti tanto meno socievole quando perdo la pazienza .» Esclamò il sicario russo vicino al suo orecchio «Sei qui perché ho deciso io, ti è chiaro adesso!?»

«Oh, davvero!?» Commentò sarcastica e incrociò le braccia al petto «Le ho detto tutto ciò che so, agente»

«Ne sei sicura, mhm? Prova a ricordare altrimenti ti ci porto a fare una lunga riflessione e sono sicuro che ti tornerà la memoria a breve»  Replicò e si poggiò comodamente contro la scrivania di fronte a lei con le braccia al petto e l'espressione fredda come se fosse venuto a portarla al patibolo. 

Dannazione quel russo gigante emanava   sex-appeal e incuteva timore allo stesso tempo.

Un  mix letale per una donna notò 

Strinse i denti e abbassò lo sguardo per la prima volta di fronte a un uomo, nascondendosi da quello sguardo che riusciva a disturbarla nel profondo come se vedesse attraverso di lei.  Non era una ragazza che si lasciava intimidire con facilità, anzi era in grado a tenere la testa agli uomini e affrontarli come un leonessa , ma c'era qualcosa in lui che la innervosirla e non riusciva a spiegarsi . 

Sentiva il suo sguardo addosso perforarla con lentezza, il cuore cominciò a battere forte, pensò fosse meglio non lasciarsi intimidire da lui e l'aura minacciosa che lo circondava, così alzò il mento e sorrise perché non le piaceva sentirsi con le spalle al muro. 

ALEXANADAR, LO ZAR DELLA RUSSIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora