Dicono che la notte in cui sono nata, il cielo fosse avvolto da nuvole così dense che non si poteva vedere neanche una stella.
Era un presagio, dissero. Ma mia madre rideva sempre quando raccontava quella storia, come se il destino avesse un senso dell'umorismo contorto.
"Il mondo sapeva che stavi arrivando," mi diceva, "e ha deciso di prepararti un’entrata drammatica."
Non l’ho mai vista così, ovviamente. Io ero semplicemente una neonata, inconsapevole, già incline a combinare disastri fin dal primo respiro.
Secondo la levatrice, sono nata con un urlo che ha scosso le pareti della casa, così forte che persino le candele tremarono e si spensero. Nessuno sa dire se fosse per il mio grido o per il vento improvviso che penetrò dalla finestra aperta.
"Un inizio drammatico per una vita drammatica," dicevano alcuni, scuotendo la testa con un misto di preoccupazione e incredulità.
La mia nascita, a quanto pare, fu tutto tranne che ordinaria. In effetti, fin da quel momento, sembrava che fossi destinata a camminare sul filo sottile tra il disastro e il miracolo.
Ero l'ultima di una lunga stirpe di persone comuni.
Mia madre era una contadina, mio padre un carpentiere, eppure i saggi del villaggio sussurravano di antiche profezie, di allineamenti di stelle e destini sigillati.
Ma io? Io ero solo una bambina che non riusciva nemmeno a tenere in mano un bastone senza farlo cadere.
I primi anni della mia vita furono un susseguirsi di incidenti che sembravano sottolineare quanto fossi fuori posto.
Ogni passo che facevo portava con sé una scia di piccoli disastri. Mi piace ricordare una volta, quando avevo cinque anni, e cercai di aiutare mia madre a cucinare.
Un gesto semplice, davvero: tagliare una carota. In qualche modo, riuscii a far cadere il coltello sul pavimento, che rimbalzò miracolosamente fino al soffitto, prima di finire dritto nel pane appena sfornato. Mia madre mi guardò con una calma quasi sovrannaturale, prese il coltello e disse: "Forse ti occuperai della pulizia oggi."
Crescendo, mi resi conto che i sussurri dietro la mia schiena aumentavano.
Le donne del villaggio mi guardavano con sospetto, e gli uomini ridevano sottovoce, come se sapessero qualcosa che io non sapevo.
Parlavano di me come se fossi un enigma, un errore della natura. "Non ha poteri," dicevano alcuni. "Non riesce a fare nemmeno una magia di base."
Ed era vero. Durante le lezioni con gli altri giovani, i miei tentativi di incantesimi finivano sempre per trasformarsi in piccoli disastri. Una volta, cercando di far levitare una piuma, finii per farla esplodere in mille pezzi di luce.
Ma c'era una cosa che nessuno poteva negare: c'era qualcosa dentro di me, qualcosa che sfuggiva alla logica e alla comprensione.
I momenti di pura maldestria a volte si trasformavano in istanti di potere incontrollato.
Una volta, durante un temporale, caddi in un fiume, e anziché annegare, l'acqua si separò attorno a me, come se mi stesse proteggendo.
Non ricordo come, ma ne uscii senza un graffio, mentre il resto del villaggio veniva inondato. Nessuno osava parlare di quell'evento, ma gli sguardi nei miei confronti divennero ancora più incerti.
Spesso, mi sono chiesta chi fossi realmente. Non ero l’eroina delle leggende che mi raccontavano da bambina. Non ero la ragazza prodigio che la mia famiglia sperava che fossi.
Ma c'era una parte di me che desiderava disperatamente scoprire il perché di tutto questo. Perché ogni mio tentativo di adattarmi sembrava finire in disastro? Perché sentivo una forza dentro di me, eppure ogni volta che provavo a usarla, finiva per distruggere tutto?
È buffo pensare che tutto è cominciato quella notte, la notte in cui le stelle si nascosero e la terra tremò sotto i piedi dei miei genitori.
Mia madre mi raccontò che quella notte non solo il cielo era scuro, ma che una luce pallida attraversò il villaggio per un breve momento, illuminando ogni cosa.
"Come se il mondo stesse aspettando te," diceva.
Mi sono sempre chiesta se fosse vero. Se fosse davvero così speciale o semplicemente il risultato di una serie di coincidenze.
Ma c’è una cosa che so con certezza: quella notte, il mondo cambiò. Non in modo evidente, non subito. Ma in qualche modo, qualcosa dentro di me si accese. Una scintilla, una piccola fiamma che non sapevo nemmeno di possedere.
E forse, quella scintilla sarebbe diventata qualcosa di più grande. O forse sarebbe bruciata lentamente fino a spegnersi.
Ma non era più possibile tornare indietro.
E così iniziò la mia vita, non con la gloria di un eroe, ma con il rumore sordo di una candela spenta e il silenzio pesante di una notte senza stelle.
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Salve a tutti! Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto e che vi abbia incuriositi!Non vedo l'ora di andare avanti con la storia, riesco a vederla nella mia testa come un film.
Se vi fa piacere potete lasciare una stellina e un commento!
Grazie mille e al prossimo capitolo!
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Alina: Luce e Ombre
FantasyNata sotto un raro allineamento di stelle, Alina viene considerata una predestinata: una figura che secondo un'antica profezia avrebbe portato equilibrio tra il regno di Luce e quello di Ombra. Tuttavia, fin dalla nascita, Alina si dimostra tutt'alt...