Capitolo 10

10 7 0
                                    

Non ero mai stata una persona paziente. Kael me lo ripeteva costantemente, come se la mia impazienza fosse la causa di tutti i miei problemi.

Ma questa volta, c'era qualcosa di più. Non potevo aspettare. Non potevo ignorare quella voce.

Camminavo nella foresta, cercando di mettere ordine nei miei pensieri, ma ogni passo sembrava portarmi più vicino a quella sensazione opprimente che mi stringeva il petto.

Il sole filtrava a malapena tra gli alberi, e la luce, piuttosto che confortarmi, sembrava accrescere la mia inquietudine.

Da quando avevo sentito la voce la notte precedente, tutto era cambiato. Non riuscivo a scacciare dalla mia mente la sua eco.

"Sono colei che ha dato inizio a tutto questo."

Chi era? Come poteva essere collegata a me? E, soprattutto, cosa significava davvero "tutto questo"?

Le ombre che controllavo, il potere oscuro che cresceva dentro di me... era tutto legato a lei? Sentivo che quella voce non era un caso. Mi stava chiamando. E io dovevo capire perché.

Kael mi camminava accanto in silenzio. Non ci eravamo scambiati molte parole da quella notte. Potevo percepire la sua preoccupazione, ma anche una certa distanza che si era creata tra di noi.

Era come se sapesse qualcosa che non voleva dirmi. Ero stanca di aspettare che fosse lui a parlarmi, di aspettare che mi guidasse.

Era giunto il momento di prendere in mano la situazione.

"Kael," dissi, fermandomi all'improvviso. Lui si girò verso di me, sollevando un sopracciglio.

"Sì?"

"Devo sapere cosa sta succedendo," dissi, cercando di mantenere il mio tono fermo.

"Ho sentito una voce questa notte, chiamava il mio nome, era una donna. Sono certa che non è stato un sogno. Per favore non tenermi all'oscuro, dimmi cosa sta accadendo... so che tu lo sai."

Kael sospirò, come se avesse già previsto questa conversazione. "Non sei pronta per la verità, Alina. Hai appena iniziato a capire cosa comporta il tuo potere. Conoscere troppo, troppo presto, potrebbe solo portarti a commettere errori."

"Non posso più aspettare!" esclamai, sentendo la mia frustrazione crescere. "Ho sentito quella voce, Kael. Mi ha detto che ha dato inizio a tutto questo. Chi è? E cosa ha a che fare con me?"

Kael restò in silenzio per un momento, come se stesse valutando quanto rivelare. Alla fine, si passò una mano sul viso e disse: "La voce che hai sentito... potrebbe essere legata a qualcosa di molto antico. Qualcosa di pericoloso."

"Che cosa significa?" insistetti, sentendo il mio cuore battere più veloce.

"Significa che il potere che hai non è tuo di diritto," rispose lentamente, come se stesse scegliendo con cura le parole. "Qualcuno, molto tempo fa, ha legato le ombre a una discendenza. Una maledizione, se così vuoi chiamarla. Tu sei parte di quella discendenza."

Quelle parole mi colpirono come una frustata. "Una maledizione? Vuoi dire che questo potere... non appartiene a me?"

"Appartiene a te perché sei nata in una linea di sangue specifica. Ma non è un dono. Non è stato scelto. È stato forzato."

Sentii un'ondata di nausea. Tutta la mia vita, tutte le battaglie che avevo combattuto per capire chi fossi, sembravano ora il risultato di qualcosa che non avevo mai potuto controllare.

"Chi ha creato questa maledizione?" chiesi con un filo di voce.

Kael mi guardò con occhi seri. "Una strega potente, molto tempo fa. Il suo nome era Seline. E si dice che la sua anima sia stata intrappolata nelle ombre. La sua voce... quella che hai sentito... potrebbe essere la sua."

Le parole di Kael mi lasciarono senza fiato. Seline. Non avevo mai sentito quel nome prima, ma ora mi sembrava così vicino, così familiare, come se avesse sempre fatto parte di me.

"Perché mi sta chiamando? Cosa vuole da me?"

Kael scosse la testa. "Non lo so. Nessuno lo sa. Ma ciò che è chiaro è che le ombre la servono. E se tu sei la prossima nella sua discendenza, potrebbe voler usare te per tornare."

Il panico cominciò a serpeggiare dentro di me.

"Vuoi dire che... Seline potrebbe cercare di prendere il controllo del mio corpo?"

Kael annuì lentamente.

"È possibile."

Non sapevo cosa pensare. Tutto ciò che avevo creduto di sapere su me stessa era crollato in pochi istanti.

Ero solo un mezzo per qualcun altro, un'antica strega che cercava di tornare in vita. Le ombre non erano mai state veramente mie.

"Devi stare attenta, Alina," disse Kael, avvicinandosi a me. "Più usi quel potere, più ti avvicini a lei. Le ombre sono come catene, e ogni volta che le richiami, le stai stringendo intorno al collo ."

Mi guardai le mani, il tremore ora più evidente. Le ombre mi avevano sempre dato un senso di potere, di controllo.

Ma ora sapevo che erano solo un'illusione. Io non controllavo nulla.

Ero solo una pedina in un gioco molto più grande.

"Allora cosa devo fare?" chiesi, la mia voce spezzata dalla paura.

Kael mi osservò per un lungo momento, poi disse: "Devi trovare un modo per spezzare la maledizione. Solo allora sarai veramente libera."

Quelle parole rimasero sospese nell'aria. Spezzare la maledizione? Non sapevo nemmeno da dove cominciare. Ma una cosa era chiara: non potevo più ignorare quello che stava accadendo dentro di me.

"Da dove iniziamo?" chiesi, cercando di mascherare la mia incertezza.

Kael si voltò verso la foresta, i suoi occhi puntati su un punto lontano. "C'è un luogo... un tempio antico, nascosto tra le montagne. Le leggende dicono che sia lì che la maledizione è stata creata. Potremmo trovare delle risposte lì. Ma il viaggio sarà pericoloso."

Sospirai, sentendo il peso di ciò che mi aspettava. "Non abbiamo scelta, vero?"

Kael scosse la testa. "No. Non l'abbiamo mai avuta."

Alina: Luce e OmbreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora