Capitolo 24

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Il fragore della battaglia si placava lentamente, lasciando dietro di sé un silenzio che parlava di vittoria e di sacrifici.

Mi fermai davanti al tempio, il luogo che aveva visto sorgere e cadere leggende, ora carico del peso della nostra vittoria su Seline.

Ma quella vittoria portava con sé nuove domande, e il destino del Re Ombra pendeva come un'ombra sopra di me.

"Dobbiamo trovarlo," dissi a Kael, il cuore che batteva forte nel petto. "Dobbiamo capire cosa fare adesso."

Ci addentrammo nel tempio, dove l'oscurità sembrava avvolgere tutto come una coperta pesante. Seguendo un sentiero noto, raggiungemmo una grande sala.

Al centro, sul pavimento di pietra fredda, giaceva il Re Ombra, un tempo potente e temuto, ora ridotto a un'ombra di se stesso.

"Sei tornata..." mormorò, sollevando lo sguardo verso di me. Ma nei suoi occhi non c'era più il potere che un tempo li caratterizzava, solo una profonda vulnerabilità. Era consumato... il mio potere lo aveva consumato.

"Hai vinto?"

"Seline è stata sconfitta," risposi, la voce carica di emozione. "Ma ora voglio sapere una cosa, perché non sei mai venuto a cercarmi? Perché hai scelto questa via?"

Il Re Ombra chiuse gli occhi, come se stesse cercando di trovare le parole giuste.

"Tua madre... lei aveva paura. Ha voluto proteggerti da Seline, da me, da ciò che ero diventato. Credeva che allontanarti fosse l'unico modo per garantirti sicurezza."

"E tu? Non hai mai voluto essere parte della mia vita?"

Sentii una fitta di delusione. L'idea di un padre assente era un peso difficile da sopportare.

"Mi rendo conto solo adesso che ho sbagliato," ammise, la voce carica di rassegnazione. "La mia ambizione mi ha allontanato da te. Ho cercato il potere per dominare, ma ho perso tutto, compreso il legame con te."

Kael si fece avanti, il suo sguardo intenso. "E ora? Cosa ne sarà di te?"

"Non ho più il controllo," rispose il Re Ombra, il viso segnato dalla disperazione.

"La potenza che un tempo possedevo mi ha consumato. Non sono più il re che tu hai conosciuto. Non posso fare altro che accettare la mia punizione."

Mi guardai intorno, i pensieri che mi si affollavano nella mente. "Ti rinchiuderò qui. Lontano da tutti e alla luce del sole, così non potrai più nuocere a nessuno e non sarai mai più in grado di tornare nel regno delle ombre."

Il Re Ombra annuì, la resa evidente nei suoi occhi. "Fai ciò che devi."

Con forte determinazione, io e Kael lo conducemmo verso un angolo del tempio dove la luce filtrava attraverso una crepa nel soffitto, creando un raggio luminoso. Canalizzammo l'energia ancora una volta e creammo una bolla intorno al tempio. Non sarebbe scappato di lì.

Era un simbolo di speranza e di una nuova vita, non solo per me, ma anche per il padre che ora sapevo di aver perso.

"Addio, padre," sussurrai, mentre il Re Ombra si lasciava andare accettando la sua sorte.

Uscendo dal tempio, il calore del sole mi avvolse come un abbraccio. Ma l'emozione che provavo non era solo per la vittoria, ma anche per il peso della perdita e delle scelte fatte.

Kael si voltò verso di me, il suo sguardo intenso colmo di comprensione, sorrideva.

"Hai fatto ciò che dovevi, Alina. Sei forte."

In quel momento, il mondo attorno a noi sembrava sfocare. Tutte le battaglie che avevamo affrontato, le ferite e le cicatrici, tutto sembrava svanire, lasciando solo il presente.

Il cuore mi batteva in modo irregolare, e una tensione palpabile riempì l'aria.

Kael fece un passo avanti, il suo sguardo si fece intenso e profondo.

"Alina..." sussurrò, avvicinandosi. La sua voce era come un richiamo, un invito che non potevo ignorare.

In quel momento, tutto ciò che avevo provato - la paura, la perdita, la speranza - si concentrò in un solo istante.

L'ansia del nostro viaggio, il peso della mia eredità e la forza del nostro legame si fusero insieme. Mi avvicinai a lui, la distanza tra di noi si ridusse fino a diventare impercettibile.

Kael si piegò leggermente, e senza che neanche ce ne accorgessimo, ci trovammo a pochi centimetri l'uno dall'altro.

I suoi occhi cercavano i miei, e nel silenzio che seguì, ci rendemmo conto di quanto ci eravamo avvicinati, non solo fisicamente ma anche emotivamente.

"Non siamo soli," disse Kael, la sua voce tremante. "Abbiamo affrontato tanto insieme, e non voglio perderti. Io sto bene con te."

E prima che potessi rispondere, le nostre labbra si incontrarono.

Era un bacio dolce e appassionato, carico di tutte le emozioni che ci eravamo portati dentro.

Era un segno di promessa, un legame forgiato dalle fiamme della battaglia e dalla luce della speranza.

Sentii un brivido attraversarmi, un'esplosione di calore che riempì ogni angolo del mio essere.

Era come se tutto ciò che avevo sempre desiderato si fosse realizzato in quell'istante.

Il mondo intorno a noi si dissolse, e c'eravamo solo noi due, avvolti in un abbraccio che sembrava eterno.

Quando finalmente ci separammo, il respiro era affannato e i nostri cuori battevano all'unisono.

Kael mi guardò con un sorriso, e in quello sguardo c'era una promessa, un futuro che avremmo costruito insieme, affrontando qualsiasi cosa ci fosse ancora in attesa.

"Non siamo soli," ripeté, la voce colma di certezza. "E ora, siamo pronti a scrivere la nostra storia."

Alina: Luce e OmbreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora