Capitolo 8

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Il silenzio nella foresta era innaturale. Gli alberi, che fino a un momento prima si muovevano dolcemente nel vento, ora sembravano immobili, come se trattenessero il respiro insieme a me.

Potevo sentire il battito del mio cuore martellarmi nelle orecchie, ogni battito più forte del precedente.

Kael si fermò improvvisamente, il suo corpo rigido come una statua. "Alina," sussurrò, senza voltarsi, "qualcosa ci sta seguendo."

Deglutii a fatica, sentendo un’ondata di freddo correre lungo la schiena. "Cosa… cosa vuoi dire?"

"Non è umano. E non è nemmeno un'ombra… è qualcosa di diverso." Le sue parole erano velate di un’urgenza che non avevo mai sentito prima. Kael, di solito così calmo e sicuro, sembrava ora preoccupato.

Improvvisamente, un suono stridente lacerò l’aria, facendomi sobbalzare.

Un sibilo agghiacciante, come un urlo lontano, ma troppo vicino per essere ignorato.

Il cuore mi si strinse in petto.

Non eravamo soli.

"Alina, preparati," disse Kael, estraendo la sua lama con un movimento fluido. "Non possiamo fuggire. Dovrai affrontarlo."

"Affrontarlo?" sussurrai, sentendo il panico salire dentro di me. "Ma io… io non sono pronta!"

Kael mi lanciò uno sguardo serio. "Non avrai un’altra occasione per prepararti. Devi usare il potere che hai dentro di te. Ora."

Sentii il mondo girare attorno a me. Avevo appena iniziato ad addestrarmi. Come potevo affrontare qualcosa che nemmeno Kael poteva identificare?

La paura mi paralizzava, rendendomi difficile anche solo respirare.

Il sibilo si avvicinava, accompagnato da un suono di passi strascicati.

Cercai di concentrarmi, ma tutto ciò che sentivo era il mio terrore. Le ombre attorno a me sembravano pulsare, rispondendo alla mia paura.

Avevo promesso a me stessa che non avrei ceduto, che avrei imparato a controllare il potere.

Ma in quel momento, tutto ciò che volevo era fuggire.

Un'ombra oscura emerse tra gli alberi, più alta e deformata di qualsiasi creatura avessi mai visto. I suoi occhi brillavano di una luce innaturale, un bagliore che sembrava penetrare dritto nella mia anima.

Aveva una forma indefinita, come se fosse un’entità fatta di oscurità pura, che cambiava e si contorceva sotto il mio sguardo.

Mi sentii sopraffatta da una paura primordiale. Era come se il mostro davanti a me incarnasse tutte le mie peggiori paure, ogni incubo che avevo mai avuto.

Il panico mi invase, e con esso sentii le ombre dentro di me agitarsi, pronte a rispondere al mio richiamo.

Kael si spostò davanti a me, alzando la sua lama, ma non attaccò. "Devi farlo tu," disse, senza voltarsi. "Io non posso combatterlo per te."

Quelle parole risuonarono nella mia mente come un martello. Mi stava lasciando da sola a combattere una creatura che non potevo nemmeno comprendere.

Ma sapevo che aveva ragione. Dovevo imparare a usare il mio potere, o sarei morta.

Chiusi gli occhi, cercando di calmarmi. Inspirai profondamente, tentando di ignorare il terrore che mi attanagliava.

Dentro di me, sentii di nuovo quel fremito familiare, quel richiamo oscuro che aspettava solo di essere risvegliato.

Le ombre attorno a me iniziarono a muoversi, rispondendo al mio comando.

Ma non era abbastanza. Sentivo che stavano crescendo fuori controllo, e il potere, anziché essere mio alleato, minacciava di divorarmi.

Il mostro avanzò, il suo sibilo riempiendo l’aria. Sentii la disperazione crescere dentro di me.

Non potevo farcela.

Non avevo il controllo.

Ma poi una voce si fece strada tra il caos dei miei pensieri: "Non è la tua paura che ti controlla, Alina. Sei tu che controlli la tua paura."

Era la voce di mia madre, lontana e indistinta, ma così familiare. Le sue parole mi risuonarono in testa, dandomi una scintilla di speranza.

Dovevo trasformare quella paura in forza. Non dovevo respingerla, ma usarla.

Aprii gli occhi, guardando il mostro. Le ombre attorno a me si fermarono per un istante, in attesa.

Sentii la paura, ma questa volta non la lasciai prendere il sopravvento.

Invece, la canalizzai, la trasformai in una fonte di potere.

Con un movimento della mano, richiamai le ombre verso di me. Sentii l'energia oscura fluire attraverso il mio corpo, potente e fredda.

Questa volta, però, non ne avevo paura.

Questa volta ero io a guidarla.

Il mostro si fermò, come se avesse sentito il cambiamento in me. Le sue pupille luminose si restrinsero, come se mi stesse valutando.

Ma io non gli diedi il tempo di reagire.

Con un grido, scagliai le ombre contro di lui.

L’oscurità si avvolse attorno alla creatura, soffocandola, intrappolandola. Il mostro lottò, ma le ombre erano più forti.

Erano una parte di me, e io non le avrei lasciate andare. Il sibilo si trasformò in un urlo, un suono straziante che sembrò scuotere l’intera foresta.

Poi, all’improvviso, tutto finì. Il mostro si dissolse nell'oscurità, come fumo spazzato via dal vento.

Restai ferma per un lungo momento, respirando pesantemente. Il mondo attorno a me sembrava ritornare lentamente alla normalità. Gli alberi ripresero a ondeggiare nel vento, e il silenzio della foresta non era più così opprimente.

Kael mi guardava con uno sguardo misto di ammirazione e preoccupazione.

"Ce l'hai fatta," disse piano.

Non risposi subito. Sentivo ancora le ombre dentro di me, la loro presenza oscura e costante.

Le avevo controllate questa volta, ma sapevo che non sarebbe sempre stato così facile. Avevo vinto una battaglia, ma la guerra dentro di me era appena cominciata.

"È solo l'inizio," mormorai, guardando l'oscurità che si stendeva davanti a noi.

Kael annuì, avvicinandosi. "Sì, è solo l'inizio. Ma ora sai di cosa sei capace."

Alina: Luce e OmbreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora