30 - Un anima buona

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Pov Minho

Chiacchierammo un po' per la strada.

Ammetto che Jisung era una buona compagnia.

"AAAAAH! C'È UNA CAVALLETTA IN MEZZO ALLA STRADA!! MINHO TI PREGO TOGLILA O GIURO CHE NON VADO PIÙ AVANTI!!" Gridò improvvisamente, spaventato, nascondendosi dietro di me.

Risi.

"Hai paura di una povera cavalletta?" Feci divertito.

"NON C'È NIENTE DA RIDERE, È UNA COSA SERIA!"

"Va bene" sbuffai.

Mi inginocchiai e presi in mano il povero insetto e lo portai da Jisung.

"Visto? È innocente!"

"CAZZO FAI, SEI IMPAZZITO FORSE?! POTREBBE AMMAZZARTI!!"

Risi ancora più forte.

"E tu ci credi veramente?! Guarda, non mi sta facendo niente!" Dissi, avvicinandoli la cavalletta al viso.

Lui scappò via spaventato.

"Potrebbe saltarti addosso, non ti fa schifo?!" Gridò a 10 metri di distanza.

Mi piegai dalle risate.

"Non ci credo che tu abbia paura di questo corsetto innocuo" dissi.

In quel momento la cavalletta saltò giù dalla mia mano, nella direzione di Jisung, il quale scappò gridando.

Fu davvero una scena esilarante.

"Vieni qua, scemo" gli dissi ridendo.

"EHI, SCEMO A CHI?!" mi rispose.

Si avvicinò solo quando la cavalletta prese a saltare in direzione del ciglio della strada.

"ATTENTO CHE STA TORNANDO!!" Gridai per scherzo.

"O MIO DIO DOV'È?!" Disse, spiccando un salto dalla paura.

Risi come non mai.

"Ah ah ah" rise ironicamente Jisung. "Davvero divertente prendersi gioco delle paure delle persone, ora possiamo andare?" Fece infastidito.

"Certo certo. Sempre che la cavalletta non ritorni per attaccarti, magari questa volta si presenta con l'esercito di cavallette" lo presi in giro.

Lui sbuffò infastidito e prese a camminare a passi svelti.

"Ehi, coglione, ti muovi?!" Disse a me, che ero rimasto fermo a ridere.

"COGLIONE A CHI?!" Tuonai.

"Come tu mi hai chiamato scemo" rispose.

Sospirai.

"Andiamo avanti" dissi.

Riprendemmo a camminare, anche se di tanto in tanto mi scappava qualche risata per la scenata di Jisung.

Arrivammo a casa Han.

La prima cosa che fece Jisung fu andare a cambiarsi i pantaloni in camera sua.

Io aspettai pazientemente fuori dalla stanza.

"Quanto ti ci vuole per cambiare dei pantaloni?!" Dissi seccato.

"Tanto. Ne ho tanti, e non tutti stanno bene con questa felpa"

Alzai gli occhi al cielo.

Dio mio, aiutami tu.

Uscì dopo 20 minuti con dei normalissimi pantaloni.

"20 minuti per scegliere dei banalissimi Jeans?! Cavolo, pensavo ti stessi preparando per andare ad una sfilata!"

"Ha ha ha" rise ironico. "Lo stile è importante sempre" sottolineò.

Diede i pantaloni sporchi ad una cameriera.

"Hyo-yeon, riesci a lavarli? Sono sporchi caffè"

"Certamente, signorino" rispose, prendendogli i pantaloni di mano.

Signorino?!

Aspettai che la cameriera si allontanasse per commentare.

"Signorino?! Perché ti chiamano così?!" Chiesi divertito.

"Perché io sono il figlio dei loro padroni. In realtà qui è un po' come se fossi direttamente il padrone. Mica possono rivolgermisi in tono così formale, anche se ammetto che un po' mi dà fastidio"

"Perché?"

"Non mi piace essere trattato come fossi superiore a loro. Anche se sono camerieri, sono persone con dei valori, e solo perché sono più ricco non significa che siano inferiori"

E lì mi ritrovai nuovamente a pensare a quanto Jisung fosse un anima buona.

Davvero ammirevole.

Sorrisi in modo affettuoso, pensando a quanto fosse una brava persona.

E io mai avrei permesso a qualcuno di cambiarlo.

--SPAZIO AUTRICE--
Buondì, come va??
Pensavo di non riuscire, ma invece ecco qui un nuovo capitolo!!

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