Così vicini eppure così lontani

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Questo capitolo contiene scene di sesso (scherzo, solo preliminari), se sei facile da impressionare evita la lettura del primo paragrafo.

Calum's Pov
La rossa mi aspetta seduta sul mio divano, le mani incrociate in grembo e mi guarda con un sorrisetto che lascia trasparire tutto. Mi avvicino, con il bicchiere di vino in mano e mi ritrovo in piedi di fronte a lei. Il vino scende nella mia gola con il suo sapore dolciastro, poi le offro il bicchiere. Lei non risponde, con le mani armeggia con le cintura, la slaccia, abbassa la zip e sbottona i jeans, abbassandoli poco da mostrare bene i boxer neri.
Amo il nero e odio i suoi capelli rossi. Con la mano libera li afferro, creando una coda di cavallo sulla sua nuca e lei lo libera dai boxer, per poi prendere il bicchiere dalla mia mano e bagnare la lingua nel vino, facendola successivamente passare su quella che ormai è la mia erezione. È eccitante, nonostante i suoi dannati capelli rossi.
Mi mordo il labbro, non ricordo il suo nome. È così insignificante, in fondo. Io voglio solo un pompino, lei non è altro che una puttana che cede al mio fascino.

Sono passate due ore, lei se n'è andata in silenzio dopo che le ho promesso che l'avrei richiamata. Se l'è meritato, in effetti; non ha lasciato nemmeno una goccia di sperma, ha ingoiato tutto, tranne il vino che ancora giace nel bicchiere di vetro sul tavolo di fronte a me.
Disteso sul divano, penso a quello che mi circonda. Ho soldi, più di quanti ne necessiti grazie alla mia insulsa madre con un lavoro niente male. Mi sento però molto diverso, come se mi mancasse qualcosa, o qualcuno. Non voglio soffermarmi su questo aspetto del mio umore, ma la casa è così silenziosa che non so cosa me lo faccia desiderare, vorrei sentire la voce di Billity Kant. Scuoto la testa, sto sicuramente impazzendo. So per certo di meritarla più di quanto la meriti Luke. Lui giocherà con i suoi sentimenti, le spezzerà il cuore, come ha fatto con tante altre ragazze... Così come ho fatto io. Un tempo eravamo così uniti, baccagliavamo prede insieme, facevamo sfide. Forse mi interessa quella ragazza per il semplice fatto che interessa anche a lui. Non è certo il mio tipo, così minuta, con la capoccia pelata, gli occhioni che implorano un po' di attenzioni in più.
Ho bisogno di amici ed alcol.
Mi sollevo sui gomiti e scendo dal divano, corro per il corridoio ed esco dall'ingresso. In giardino, lucente come sempre, mi aspetta la mia moto da cross. Mi siedo, mi sistemo i capelli corvini sotto al casco e metto in moto. Il suono dolce delle sue fusa mi fa sorridere e parto verso la mia meta, più veloce che posso. Al diavolo le multe, al diavolo la legge della strada. Siamo solo io e la velocità.

Ci metto poco a raggiungere le piste. Freno di colpo quando di fronte a me si materializza Ashton Irwin, un tipo tutto riccioli biondi, mascella fine e faccia spiaccicata come se avesse ricevuto un frigo in faccia. Un taglio gli segna il naso, non ce lo aveva fino a ieri, ne sono certo. Tiene in mano una birra, così scendo dalla moto e gliela strappo dalle dita. Ne avevo bisogno, il sapore amaro scivola in gola portandosi la sua schiuma dietro.
«Grazie. Che hai fatto alla faccia? Sei più brutto del solito» gli dico, per rompere il ghiaccio. Lui ride, io sorrido di rimando. Già sei brutto, ragazzo mio, almeno cerca di ridere più come una persona normale e meno come un cinghiale.
«Ho preso a pugni...»
«Quella è Gwen?» domando velocemente. Non me ne fotte di chi ha picchiato, ormai non posso che tenere lo sguardo fisso sulla figa che vedo accanto alla sua moto color pervinca, una mia ex dai lunghi, lunghissimi capelli castani, gli occhi scuri come i miei, due pozze di petrolio, accerchiata da diversi leccaculo che le fissano il davanzale abbonante. Mi mordo il labbro e mi incammino verso di lei, dimenticandomi del ricciolino che mi fissa come se si aspettava solo più questo.
Il cerchio intorno a lei si apre, mentre punto i piedi sullo sterrato della pista.
«Gwendalina Torres, quale onore rivederti qui» ammicco.
Non la vedevo da troppo, mi fa sempre uno strano effetto. È quel tipo di ragazza che riesce a far girare tutte le persone nell'arco di dozzine di metri. Sexy, intrigante. È totalmente diversa da Billity, eppure se penso a lei mi rendo conto che essere sexy non basta, non basta affatto.
«Vorrei poter dire lo stesso di te, Hood. Cosa vuoi?» Solleva un sopracciglio e si sistema la chioma perfetta.
«Mi concedi un giro in moto?» Sorrido raggiante, come piace a lei. Non sa resistermi. Annuisce, un po' distante, come suo solito ed eccola che sale in moto.
Mi incammino verso la mia, poco distante ancora vicino ad Ashton. Penso a quando l'ho conosciuta, era una gara tra me e Luke; chi l'avrebbe portata a letto per primo.
Mentre salgo sulla moto, pronto a partire fisso la ragazza che si allontana verso i boschi, sale una collina poi si ferma per aspettarmi. Sto per dare gas, quando Ashton ci tiene particolarmente a finire la frase di prima.
«Ti stavo dicendo... Stamattina, mentre ti facevi spompinare, Luke Hemmings se le è prese di santa ragione.»
Finalmente una buona notizia.

Bene, grazie davvero per essere arrivati a leggere fin qui, significa molto per me. Scusate il ritardo, inoltre wattpad non ha aiutato con la pubblicazione di questo capitolo cancellandolo tutto. Ma bando alle ciance! Nel prossimo capitolo, scaveremo nel passato di Luke. Sicuri di conoscere esattamente il nostro protagonista?

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