Provocazioni

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La carrozza dondola sotto ai nostri piedi, praticamente in cima alla ruota panoramica. Billy è avvinghiata al mio braccio, mentre io tengo costantemente d'occhio l'ora. Mi rilasso quando il ticchettio dell'orologio mi dice che sono solo le dieci e una voce ampliata da un megafono ci tranquillizza dicendo che tra poco saremmo ripartiti.

Premo il mio petto contro quello di Billity e faccio scivolare una mano sotto la sua maglietta, sulla sua schiena nuda. Le mie labbra sfiorano la sua bocca e finalmente cadiamo in un bacio passionale, dove le nostre lingue si incrociano, si esplorano.

Una sua mano mi tiene stretti i capelli biondi in una morsa non dolorosa e nemmeno dolce. È eccitante, lei è eccitante.

L'altra sua mano si posa su una mia guancia e mi accarezza lentamente, con movimenti dolci, completamente fuori posto ma che lei fa sembrare familiari.

Infilo un dito nell'elastico dei suoi pantaloni, troppo larghi per lei. Quanto è dimagrita in tutto questo tempo? Il suo cervello le ricorda di mangiare?

Istintivamente, porto su la mano e comincio a giocare con il lobo di un orecchio mentre con l'altra le cingo un fianco. È tutto troppo surreale, troppo bello. La ruota riparte ma noi non ci conteniamo. Il bacio continua, passionale, la sua lingua attorno alla mia.

Siamo quasi a terra quando ci stacchiamo, lentamente, senza alcuna voglia di farlo. Vorremmo restare così vicini, vorremmo sentire i nostri sospiri.

Quando finalmente ci fermiamo, l'orologio dice che sono le dieci emmezza. Calcolando che il viaggio dura quaranta minuti, compresi semafori rossi e traffico, ho poco più di quarantacinque minuti per ferire i suoi sentimenti.

Ci dirigiamo mano nella mano verso un'altra giostra che mi ha appena indicato. Quando mi risveglio dai miei pensieri è troppo tardi: mi ha portato davanti ad una giostra per bambini, di quelle vecchie che ormai non si vedono più. È molto alta, ha più piani. I cavallucci, le carrozze girano in senso orario lentamente con una musichetta inquietante.

«Dimmi che stai scherzando, Billity» rido mentre lo dico, ma non posso fare a meno di pensare alla mia reputazione.

«Ti sei trovato una bella ragazza, stavolta, Hemmings.» Appena sento quella voce, stringo la presa sulle sue dita e mi volto. L'altra mano è ridotta a un pugno di nocche bianche e non posso evitare di parlare a denti stretti.

«Che vuoi?» gli domando freddo.

Il ragazzo dai capelli neri e la pelle ambrata sembra disegnare un ghigno sulle proprie labbra.

«Il mio era un complimento» dice lui, sfiorando una guancia a Billity con due dita. La tiro indietro e mi metto fra lei e Hood.

«Non è pane per i tuoi denti, sparisci.»

Non so come tenerlo lontano da lei. È il mio giocattolo, non il suo. Capisce subito, dal mio sguardo, che sono tornato come una volta.

«Tienitela, amico, non mi metterò un mezzo» dice e nella sua voce la paura è palpabile.

Un tempo eravamo amici inseparabili, quando uscii dalla leucemia. Ad una festa, ubriaco, andai a letto con la sua ragazza. La sua vendetta è ancora in corso, ma dopo la prima volta che ci provò con la mia ragazza gli lasciai svariati lividi. Poi cambiai, mi rimisi in regola. Non toccai più l'alcol. Le sigarette non le lasciai mai, era ed è una dipendenza più forte di me, ma chiusi con gli alcolici.

Quando Calum se n'è andato dai suoi amici, Billy mi ha chiesto, allarmata: «Cosa voleva?»

«Nulla, assolutamente nulla!» sbotto.

Mi guarda perplessa, poi, senza dire una parola, ci dirigiamo alla macchina.

Per venti minuti nessuno di noi due apre bocca, ma lei pare infastidita.

«Perché non vuoi dirmi chi era?»

«Cosa te ne frega? Era solo un cazzone.» Il tono di voce mi esce amaro e ostile, più di quanto volessi.

«Sai, sono io la ragazza dotata di tette che lui ha avidamente guardato!»

«Ma vuoi stare un po' zitta? Non sai nulla, Billity.»

Non è ferita, nè delusa. È arrabbiata.

«Sono l'ultima persona che puoi zittire, pezzo di merda» dice con odio.

«Cosa vuoi da me, Billity? Domani non ti ricorderai più nulla, cazzo» sbotto. Il senso di colpa cresce subito. Se rivelo la verità ne rimarrà shockata.

«Non dimentico così facilmente.» Con il broncio si volta dall'altra parte e la conversazione finisce così, finchè non parcheggio di fronte all'ospedale, dove lei scende dall'auto senza più rivolgermi nemmeno uno sguardo.

HELLO

Ciao a tutte dolcezze, com'era il capitolo? Spero vi sia piaciuto.

Per favore per favore per favore, passate a leggere Reflection e Connect (soprattutto Reflection che è nuova)

Vi amo

bye bye

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